Linea d'ombra - anno VIII - n. 49 - maggio 1990

Note 1) Nelle elezioni semilibere in Polonia nel giugno 1989, il tasso di astensione fu del 38%- al primo turno; in Ungheria, ci fii il 42,03% di astensioni al referendum sull'elezione del Presidente della Repubblica nel novembre 1989, il 30% al primo turno delle elezioni del 25 marzo 1990, il 54,5% al secondo turno, 1'8 aprile. 2) Il tasso di astensione elettorale in Spagna passò dal 22% nel 1976 al 38% nel 1979; in Portogallo passò dall'8,3% nel 1974 al 35,6% nel 19'.76,al 15,8% nel 1980; in Grecia passò dal 21,4% nel 1974, al 19,9%, al 22,5% per 1981. 3) Nelle diverse repubbliche dell 'Urss che hanno avuto elezioni quasi libere o semilibere (paesi baltici, Bielorussia, Ucraina, Moldavia, ecc.) è stato mantenuto un sistema di tipo maggioritario, che permette al partito comunista di beneficiare dell'attuale debolezza e frammentazione dcli' opposizione. Per fare un esempio, nelle elezioni di marzo gli elettori di Kiev (inUcraina) si trovavano dinanzi a schede contenenti esclusivamente il nome dei candidati e la loro professione. 4) La sottorappresentanza dei cattolici nell 'élite ungherese non è solo il risultato di una deliberata politica di discriminazione (che ovviamente c'è stata, per gran parte del dopoguerra) ma anche di una sottorappresentanza dei cattolici a partire dal livello dell'istruzione secondaria superiore. (Quest'ultimo aspetto è stato evidenziato nelle ricerche del sociologo Mikl6s Tomka, dell'Istituto per i sondaggì d'opinione di Budapest.) È evidente che questa situazione è destinata a cambiare nell'arco del prossimo decennio. 5) I risultati disaggregati del referendum (che non sono stati pubblicati p.é dalla stampa italiana né da quella occidentale in generale) sono apparsi in "Népszabadsag", 30 novembre 1989. A livello regionale, il voto per il sì è oscillato tra un massimo del 59, 15% a audapest e un minimo del 43,69% nel Borsod. Su 21 regioni, il sì ha quindi perso in 14 (che tendevano a essere quelle più rurali, periferiche rispetto a Budapest). 6) Nelle votazioni per il primo turno, la Szdsz aveva ottenuto più voti nell'Ungheria occidentale, più avanzata, l 'Mdf in quella orientale, meno avanzata Ma già in questo primo voto l'Mdf si era dimostrato in grado di ottenere forti consensi anche nei centri urbani, e in primo luogo a Budapest. Questo fatto, congiunto alla carenza di potenziali alleati sul piano elettorale per il secondo turno (dal momento che quelli a destra non erano disponibili, e quelli a sinistra, come i socialdemocratici, non erano sufficienti) è stato decisivo nel determinare la sconfitta della Szdsz. 7) L'involontario spostamento a sinistra della Szdsz è stato riconosciuto dal suo presidente, Janos Kis, nelle sue prime dichiarazioni dopo i risultati delle votazioni per il secondo turno: "la nuova situazione spingerà forse la SzDSz in questa direzione" (intervista in "Le Monde", 10 aprile 1990). . 8) Cfr. Anders Aslund, Private Enterprise in Eastern Europe. The Non-Agricultural Private Sector in Poland and the GDR, 1945-83, Macmillan, London 1985. Alcuni dati segreti sullo stato dell'economia della Ddr furono rivelati dall'allora ministro dell'economia della Ddr, Christa Luft, il 3 gennaio 1990. Ma il quadro più completo è stato quello \Jel rapporto compilato da cinque economisti ufficiali della Ddr nel settembre 1989 (quindi ancora sotto Honecker), che rivela che la Délr in quell'anno pagò 3,3 miliardi di dollari per gli interessi sui debiti, pari al 46% del valore delle sue esportazioni verso i paesi non comunisti. Il documento afferma che la Ddr era "in gran parte dipendente dalle fonti di credito capitalistiche" e afferma che i fardello dei debiti con l'estero metteva in dubbio la "stabilità politica". (cfr. "Financial Times", 4 gennaio e 21 marzo 1990). Tutti questi dati confermano retrospettivamente l'accuratezza del quadro dell'economia della Ddr che Àslund ha ripetutamente avanzato. 9) Come è noto, il comandante militare sovietico vietò alle autorità della Ddr l'uso delle armi contro la folla a Lipsia. Questo fatto d"venne immediatamente di dominio pubblico (e fu riportato, ad esempio, da fohn Lloyd sul "Financial Times"). La successiva scoperta ufficiale di questo fatto faceva già parte di una ritualizzazione del processo politico. 10) Questo è particolarmente evidente nel voto degli 11 distretti di Berlino-Est, in cui i voti del Pds hanno oscillato tra un minimo del 19,04% e un massimo del 38,4% (con una media del 29.4%) e quelli del Spd tra 30,48% e il 39,89% (con una media del 35, 1%). A livello più impressionistico, sembra esserci stata una tendenza alla correlazione tra quartieri borghesi e voto a sinistra e quartieri operai e voto a destra. IL CONTESTO Niente festa in Germania Est Nico/e Janigro Non sono di festa le giornate che seguono le prime elezioni "libere" nel piccolo stato tedesco della Rdt. Minacciati dalle sempre possibili rivelazioni degli archivi della ex polizia, la ramificatissima Stasi, i partiti vincitori dell'Alleanza per la Germania; tentennanti sul da farsi i socialdemocratici indeboliti anche dalle dimissioni del presidente Ibrahim Boehme accusato di "collaborazionismo" durante l'era di Honecker; triste e deluso il pianeta della nuova opposizione raccolto intorno al "Neues forum"; silenti gli intellettuali che in una "rivoluzione dolce" speravano da tempo. Ma se i dubbi e le preoccupazioni travagliano i vertici dei neopartiti, dalla paura è attraversata la base. Incalzata da mesi da un susseguirsi di choc emotivi, per la Germania orientale le l,!Spettativesuscitate dalla "~volta" di novembre si sono, velocissimamente, trasformate in ansie e timori, in una gran paura del possibile futuro. Scoprendo la realtà - ciò che poteva ma non doveva esistere - ci si è accorti con sgomento che gran parte dell'apparato produttivo è obsoleto - quindi, per la Germania occidentale, semplicemente da buttare - e che il posto di lavoro non è più un diritto "scontato" e garantito. Insieme al "capitalismo", tornano in Rdt i "vecchi" padroni che pretendono case e orti, fabbriche e scuole perché, dicono, è loro il patrimonio "nazionalizzato". Le "sacche di tempo", una delle maggiori "ricchezze" della Rdt, sono state fin da subito invase, pacificamente ma con notevole aggressività, dai fratelli e dalle sorelle dell'ovest. .Invano Christa Wolf insieme a molti altri chiedeva "una pausa di riflessione" che permettesse la messa a punto di un progetto comune elaborato ali' interno del paese. Il 18marzo la maggioranza, il 40, 91 %; votando per la Cdu di de Maiziere ha scelto- su questo le interpretazioni concordano tùtte-1 'unificazione accelerata voluta dal cancelliere Kohl, ma soprattutto ha voluto credere alla promessa di parità che nelle relazioni inter-tedesche si calcola in valuta, nel rapporto fra il Deutsch Mark "buono" dell'ovest e quello di latta, "cattivo", dell'est. In attesa di pregustare la libidine del D-Mark -:- così l'ha definita il filosofo Juergen Habermas secondo il quale il risultato elettorale segna la vittoria del "nazionalismo del marco" - per poter convertire il proprio conto in banca, di gran risparmiatori che non avevano molto da comprare, in aitrettanti marchi pesanti, utili per soddisfare i desideri Hi-Fi di almeno una famiglia. Che per molto tempo ancora rimarranno tedeschi di serie b, su questo, all'est, non esistono troppe illusioni. La cecità "piccolo borghese" - che la sinistra anche dell'ovest rimprovera loro - ha certamente tolto forza contrattuale alle forze che la Rdt non volevano solo "svendere"; nasce però anche da·sentimenti di radicatissimo disincanto: dopo essere stati i tedeschi che più hanno pagato la guerra, hanno il giustificato timore di essere i tedeschi che più pagheranno l'unificazione. L'analisi del voto mostra che la divisione maggiore riguarda la differenza città-campagna: nei comuni fino ai 50.ooo·abitanti I"'Alleanza" prende in media più del 50%, nelle città cala dappertutto. Addirittura opposto è il risultato nella capitale dimezzata, Berlino, dove arriva solamente al 21 ,6% contro il 30% del Pds (l'ex partito comunista) e il 35% della Spd che qui realizza quel successo che era dato per scontato in tutti i 15 distretti. · 11

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