esterno; ora della dipendenza dei sindacati dai partiti si vedono solo i difetti. La colla della mediazione partitica strangola tutto e rende insignificante l'esercizio del diritto di voto politico perché i partiti governano impropriamente-attraverso la nomina ,degli amministratori di banche, aziende, associazioni, in parti- - colare attraverso la nomina e la dosatura del peso delle confede-. razioni sindacali. Le fazioni partitiche determinano e legittimano il proprio interlocutore sindacale, al di fuori di ogni regola, a meno di nuove rivolte. Perciò, per ristabilire il funzionamento del sistema democratico, più importante di altre riforme istituzionali su cui si avanzano sempre nuove ipotesi è introdurre la fondazione autonoma sul mandato diretto dei rappresentanti del sistema sindacale. Bisogna che i lavoratori dipendenti, nelle fabbriche e negli uffici, siano chiamati a votare come non fanno da più di dieci anni, con un sistema_di reg·ole che consenta poi l'elezione democratica dei dirigenti dei sindacati.. A rendere questa democratizzazione· se non sicuramente possibile certo urgente, necessaria, sono anche le trasformazioni recenti del sistema politico italiano. Il Partito comunista sta cambiando natura. Iri un certo senso l'ha già cambiata per il solo fatto di aver discusso pubblicamente, contandosi, nell'aver rotto il proprio centralismo. Io sono tra quelli che sono contenti di questa trasformazione. Temo però, anche per quel che si sa del contenuto del dibattito, che la trasformazione lasci un grande vuoto, oltre a creare una grande potenzialità. La potenzialità sta nella fine del timore di forze, anche associate, come la Cisl o la sinistra Cisl, del potenziale totalitarismo (centralismo, egemonia, si usi il te_rmineche si vuole) dei comunisti. Il vuoto sta nella rinuncia, che sembra inevitabile, al rapporto diretto, organico, con i lavoratori, in particolare con gli operaL La fine di questo rapporto è nelle cose, nella trasformazione delle città, dei quartieri, delle fabbriche, dei modi di comunicazione, delle culture, della natura dei rapporti interpersonali fuori dal lavoro. La discussione in corso, quale che ne sia il risultato quantjtativo, a giudicare da quel che si legge, ne cancella anche la finzione. - La cosa più pericolosa sarebbe che nel prossimo fuiuro tutti facessero finta di nulla, come se il rapporto con gli uffici e le fabbriche fosse garantito o dalla magia del nome o dalla magia del desiderio, dell'impegno, della continuità fisica dei delegati, talora valorosissimi. Ho sentito discutere di rappresentanze particolari di quasi tutto dalla differenza .sessuale agli immigrati, qon di' una rappresentanza particolare dei lavoratori come tali. Questa rappresentanza va invece garantita. Vorrei nominare appena un piccolo e basso problema ulteriore. Al momento la ripartizione dei posti nella Cgil è retta, come tutto, dal patto costitutivo e risale al '48. Perciò è più determinata la percentuale dei socialisti, dei comunisti, degli ex-scissionisti socialisti, di Op; Come pensano di governare la Cgil i segretari quando le tre correnti comuniste chiederanno il riequilibrio (scommetto che si chiamerà così) e cioè le parti proporzionali? E cosa succederà se, come è fatale, le opinioni espresse dai sindacalisti di carriera comunisti non coincideran- - no con le proporzioni nel partito? E se si formerà una componente neocomunista nella Cisl? E se.verrà applicata la percentuale fissa per le donne? Ho la vaga impressione che, in assenza di 'elezioni, per _amministrare il Cencelli sindacale, ci vorrà una rete di persona! , . ILCONTESTO Ibm. Più realisticamente che la spartizione degli incarichi assorbirà ùna parte crescente del tempo dei sindacalisti, anzi si avv_icinerà ad assorbirne tutto il tempo e che i Cobas diventeranno l'unico sindacato vero italiano. Loro diritto naturalmente e meglio di nulla; ma penso che invece, proprio per i problemi che abbiamo di fronte (pubblico impiego, fasce deboli, scricchiolii nel mondo operaio, sotto pressiorie da troppo tempo) la confederalità, la generalità, la rappresentanza bilanciata degli interessi, sia una dimensione fondamentale del sindacalismo italiano e della stessa democrazia. __ Si dirà che questo è possibile nei paesi in cui non c'è pluralismo sindacale politico, in cui cioè non c'è la possibilità di fatto per ogni singolo lavoratore di aderire a più di una confederazione. Io credo che la possibilità tecnica e politica di questa elezione generale ci sia e che sia irresistibile se un soggetto sufficientemente forte, anche solo la maggioranza di una sola confederazione, deciderà di praticarla, anche unilateralmente, con _ un sistema di regole aperto, in cui ci sia posto per tutti. Penso anche che in una proposta che riconosca la pluralità e la regoli sia implicita una forte carica di unità sindacale, che la possibilità di federare le confederazioni'ne risulterebbe non dico rafforzata, perché è moria, ma risuscitata. Ma come è possibile che ciò che non è riuscito venti anni fa durante il massimo sommovimento sociale del dopoguerra, possa sperare di riuscire oggi, quando all'orizzonte c'è solo la resistenza dei ferrovieri o quella dei bancari a mutamenti che avverranno in ogni caso? Si tratterebbe certo di una ~emocratizzazione assai poco bellicosa, con ampi contrasti tra differenti situazioni sociali del lavoro, con aree innovati ve ed aree conservatrici; avrebbe pur sempre il merito di dare voce alle fasce assai ampie, non espresse, del lavoro: agli impiegati delle aziende private, ai giovani, ai tecnici, ai precari. Non sarebbe la prima volta che il movimento dei lavoratori riesca a fare in ginocchio e trascinandosi cose che non è riuscito· a fare quando era in piedi e correva. . II voto espresso in forme garantite trasforma il mondo assai più di quanto non credano i cultori dei rapporti di forza. O, se si preferisce, il voto espresso, in assenza di ricorsi ~lle armi, crea rapporti di forza. _ Lettera 2·~ internazionale, · . J Vivere senza nemici: P. Bruckner, V. Canby Uno zar per la perestrojka? 'Schlogel, Batkin, Kljamkin, Migranjan L'Ottantanove e il Diciassette Cornelius Castoriadis L'età del jazz Con un'intervista a Miles Davis Rivista trimestrale europea _ Edizione i~aliana Lukacs e l'anticapitalismo romantico Strada, Lowy, Pike, Heller, Vajda" Notturno rumeno Manea, Sorescu Abbonamento annuo edizione italiana (4 numeri) L. 35.000; cumulativo èon un'edizione straniera (francese, tedesca o spagnola); · L. 70.000. Versamenti JuI·ccp, n, 74443003'intestati a LETTERA · INTERNAZIONALE s,r.L, via Luciano Mànara 51,- 00153 Roma, o con assegno allo stesso indirizzo. Anche nelle principali ~dicole è librerie. 7
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