Linea d'ombra - anno VIII - n. 48 - aprile 1990

amoroso non siamo riusciti a immaginarlo", spiega Louis Levy (cioè Primo Levi), il filosofo che è sopravvissuto ai lager ma non al gelo e all'indifferenza di oggi, che predica la speranza e finisce per suicidarsi. A lui, al documentario interrotto di Cliff, è affidata con "implacabile equilibrio di giudizio e memoria" quella verità che nessuno sa più dire o ascoltare. Questione di visione che concerne, a più livelli, tutti i personaggi principali, senza soluzione. A misurare il percorso compiuto da Woody Allen, giunto a una maturità sempre meno soddisfatta e disposta a piangere su di sé e l'insondabile natura utnana, è la distanza da quel colloquio confidenziale con Dio che è luogo topico dell'umorismo ebreo. Il corpus religioso ebraico serve un discorso di morale contemporanea che prende, d'altra parte, CINEMA forza e concretezza dalla dialettica con le piccole storie di "misfatti" attuali, di successo (professionale) e inganni (sentimentali). Come spesso nella narrativa americana, l'ebreo con la sua ricerca di se stesso rappresentala "metafora della vita moderna". Da narratore tradizionale, Woody Allen assume tutti i ruoli, s'identifica con tutte le parti, ma pessimisticamente a vincere sono i Judah e i Lester, "fenomeni dei nostri tempi" (com è le piogge acide, commenta Cliff con amaro sarcasmo di sconfitto). Il tempo, dimensione essenziale in Allen, smussa ogni delitto, lo rende "dimenticabile". Altermine, al fondo di questo sereno inferno, c'è solo una totale solitudine: un "a parte" desolato, all'interno della "festa", tra Cliff e Judah. Le loro confessioni senza comunicazione, mentre nel salone si danza guidati da un rabbino cieco. ( . GUERRA E PACE AMERICANE I LUOGHICOMUNI DIOLIVERSTONE Gianni Canova La sequenza più importante di Nato il 4 di · luglio è senz'altro quella iniziale. Mentre scorrono i titoli di testa, con un montaggio rapido e nervoso, O!iver Stone coglie e visualizza il volto autentico dell'America della mass culture: quella del reducismo e delle sfilate, dei palloncini colorati e delle bandierine a stelle e strisce, dei berrettini da baseball e delle majorettes. L'America iperreale del conformismo e dello spettacolo si fissa per qualche istante in certi primi piani di facce middle-class che esprimono più di quanto tutto il film non faccia nelle due ore successive. È l'America delle casette monofamiliari con erbetta rasoterra, delle famigliole raccolte in rispettoso silenzio davanti alla Tv per ascoltare il discorso del Presidente alla nazione, delle mamme-mostro che aborriscono il sesso e il comunismo e sognano per i propri pargoli l'apoteosi del primato. Non sempre efficace quando cerca di "raccontare", con la sequenza iniziale del suo 'ultimo film Oliver Stone mostra comunque di saper "descrivere". E di riuscire a fissare nelle immagini veloci dei volti e dei gesti qualche frammento di verità di un'America che conosce bene e di cui continua, al fondo, a ritenersi figlio. . Nato il 4 di luglio è un film filiale. È una dichiarazione d'amore e di fiducia, per quanto sofferta e contrastata, per la Grande Madre America. O un edipico percorso di uccisione del pa~re e di riconquista, attraverso il superamento della sindrome da impotenza, del!' affetto e della fiducia materna. Basato fin dal titolo sulla facile coincidenza fra la data di nascita del protagonista e qÙella della nazione, il film di Stone delinea con le sue ovvie metafore la Bildung esemplare di un american boy·. E lo conduce, appunto, a dar ragione alla mamma: che so_gnavaper il figlio un futuro di successi e vittorie e che vedrà inverati i suoi sogni non tanto attraverso la "guerra sbagliata" voluta dal padre-cattivo, quanto piuttosto - ancora una volta- attraverso il riscatto e la determinazione individuale. L'epilogo del film, in quanto fantasmagoria di una rinascita, è da questo punto di vista esemplare: invitato a parlare alla Convention democratica, Ri:mKovic ripensa in flashback alle parole della madre che da piccolo gli profetizzava un futuro di trionfi _parakennediani; poi attraversa con la sua sedia a rotelle un corridoio buio ed _escenella luce della platea, dove scompare tra gli applausi. La macchina da presa resta dentro, nel ventre buio dell'America. Il parto è avvenuto, I '.uomo americano è rinato. Quel,che accadrà poi non è dato di vedere. Altro che revisionismo storico o rilettura 'c itica del trauma-Vietnam! Dal punto di vista ideologico, nonostante le buone intenzioni e l'indubbia forza d'urto di certe immagini rimosse (le cariche della polizia sui manifestanti pacifisti), la parabola del ragazzotto americano che va in Vietnam carico di ideali patriottardi e livori anticomunisti, torna a casa castrato e con le gambe paralizzate, si scontra con il .cinismo. e l'indifferenza dell'America, quindi si innamora di una "figlia dei fiori", legge Remarque Torn C1uisc in Nolo il 4 di luglio 87

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