Linea d'ombra - anno VIII - n. 48 - aprile 1990

,. STORII/BANYILU Cavallo Io fissò co~ la bocca aperta, poi si girò e scappò via tra gli alberi, verso la radura dove ardeva il fuoco. Il ragazzo, rimasto.solo, guardò il ramo che aveva tra le mani, senza corteccia e lucido come un osso umido. Alzò gli occhi e.vide, impaurito,le ombre che si adunavano intorno, l'or~hio atte,nto a rimestii e fruscii. Si alzò e andò verso il fuoco. Cavallo era accucciato sui talloni tra le foglie, intento ad alimentare il fuoco con pezzi di legno secco. Il ragazzo gli si sedette accanto. - Hai visto qualcuno? Cavallo scosse la testa, assente. Lo sguardo era vago, come se la sua mente si stesse muovendo in una sorta di paesaggio privato. Sedevano in silenzio, ascoltando la voce sommessa del fuoco che cantava. La pioggia cessò e cominciò a scendere la notte. Il ragazzo disse: · - Forse ho solo immaginato che ci fosse qualcuno. Cavallo si mordeva le nocche e guardava il fuoco, pensoso. Le fiamme rosse gli guizzavano negli occhi. - Com~ farai a vivere qui, Cavallo, al froodo e all'umido? chiese il ragazzo. Lo sai che potrebbero venire a prenderti. Potrebbero venire a dire che sei pazzo e ti farebbero rinchiudere. Cosa faresti, allora? Cavallo spinse un altro legnetto tra le fiamme. . - Non mi prenderebbero. Andrei via prima del loro arrivo. Scapperei. Il ragazzo sospirò e si stropicciò la fronte. - Va bene, Cavallo. Ma forse dovremmo andare a casa, almeno per questa notte. Almeno fino a quando avrai siste!flato tutto, qui. - Io non tornerò a casa. Cominciò a dondolarsi lentamente sui talloni. Una lunga lingua dì fuoco saltò tra le fiamme. Il ragazzo rabbrividì sentendo il freddo che dal terreno umido gli correva lungo. la schiena. . Cavallo disse: - Una volta avevo una coniglietta· bianca. Con gli ocçhi eil muso rosa. Era carina. La tenevo in una gabbia che avevo fatto con la rete metallica e tritto. Una notte qualcosa riuscì a entrare li dove era lei e la uccise. Le squarciò la gola così. Zac! Così. - Si interruppe e rivolse i suoi grandi occhi chiari al ragazzo. - Non mi troveranno. Proprio allora, come se la sua sfida fosse stata udita, giunsero fino a loro i rumori di qualcosa che si muoveva nel bosco. Cavallo si alzò in piedi, con l'ascia stretta in pugno. Il ragazzo lo gqardava in viso, come alla ricerca di un segno. I rumori si fecero sempre più vicini, fino a che una figura si staccò dagli alberi e camminò lentamente verso la luce. Cavallo sollevò la scure; la lama affilata rifletteva sinistra il bagliore delle fiamme. Fece un passo avanti; poi un altro e la figura che gli stava di fronte si fermò incerta. Tutto era immobile. Lontano, nel bosco, qualcosa gridò e quella strana voce chiamò verso di loro, al di sopra delle cime degli alberi scuri. .:_ Che succede, Cavallo? disse la figura tra le ombre. Sono io. Cavallo emise un. grugnito di sorpresa e il ragazzo balzò in piedi. - Rice, gridò. Ci hai spaventato, davvero, ragazzo. Trasall sentendo il tono alto della sua stes~ voce, chinò la 70 testa e si guardò le mani confuso. Rice avanzò e Cavallo abbas_sò la scure ma non si mosse dal punto nel quale si trovava. Rice gli passò vicino, ridendo nervosamente. - Voi mi avete spaventato ancora di più, disse. Quel giovanotto con l'accetta, ho pensato stesse per tagliarmi la testa. Rise di nuovo e si' fermò accanto al fuoco; con le mani sui fianchi. · Cavallo li raggiunse e si sedette vicino a loro, senza una parola. Rice guardò l'uno poi l'altro e chiese: - Cosa succede qui? - Niente, disse il ragazzo. Perché? . - Siete pallidissimi, tutti e due. Chi avete pensato che fossi allora? · - Perché sei venuto qui? chiese Cavallo con calma. - Non gradisci la mia compagnia, signor Pezzo Grosso? Cavallo alzò le spalle e guardò da un'altra parte. Rice si voltò ammiccante e fece una smorfia verso il ragazzo. Rice era piccolo e grasso, con la faccia paffuta e tonda e i capelli color paglia. Aveva le dita corte e grosse, con le unghie rotte, e il fiato sempre corto. Si voltò di nuovo verso Cavallo e disse: ' - St:aidiventando pericoloso con quell'accetta. Una volta o l'altra diventerai completamente matto e spaccherai la testa a qualcuno. · · Diede una risatina affannosa ..Rice era l'unico della l;>andaa non essere intimorito da Cavallo. Poi disse: - Ehi, Cavallo. ~ Chec'è? - Ho un messaggio per te. Sono venuto apposta per questo. - Che messaggio? - Ah, lasciamo stare ancora un momento. Disse Rice, sornione. Si infilò la mano nella tasca, tirò fuori una caramella rosa appiccicosa e se la cacciò in bocca. Succhiando rumorosamente, guardava fisso nel fuoco. - Una cosa buffa, disse ..Ho incontrato un tipo per strada Alzarono lo sguardo verso di lui, in attesa, ma egli sembrava essersi scordato di loro. Meditava, mentre le guance lavoravano lentç la caramella, e il ragazzo incalzò: - E allora? Che è ~uccesso? Rice guardò verso di lui, e trasalì. - Che è successo cosa? - Il tipo che hai incontrato; ~. Ah già, già. Si sedette in· mezzo a loro, facendo grande attenzione a proteggersi il sedere con le falde dell'impermeabile. - Bene, disse. Stavo venendo su per la collina con la bicicletta mentre cominciava a farsi buio. C'era que·sto tipo seduto nel fosso, sulla cima. Beh, non è che avessi paura di lui o altro, ma, come ho detto, cominciava a farsi buio, A ogni modo, quando fui alla sua altezza, mi chiama e mi racconta di questo delitto . Si interruppe, e il silenzio che li circondava sembrò farsi più intenso. Dopo un attimo Rice continuò: - Ha detto che hanno ucciso una donna in città, la notte scorsa. Le hanno fracassato la testa. - Quale donna? chiese Cavallo, senza alzare la testa. - Quella taJe Mrs Hànlon che aveva il negozio nel yicolo,

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