Linea d'ombra - anno VIII - n. 48 - aprile 1990

stato anche illusione, delusione, conformismo, repressione, ricatto. E infine, nei paesi dove la speranza avrebbe dovuto diventare realtà, il comunismo è stato umiliazione, miseria morale e materiale, asservimento, deportazione, prigionia, morte. Nel migliore dei casi, il comunismo sarebbe e continuerebbe a restare solo un'idea; ma questo è davvero poco marxista, ha poco a che fare con la politica, non è né verificabile né falsificabile, è indifferente a qualunque prova in contrario, a qualsiasi fallimento e smentita. Gli intellettuali marxisti hanno superato in astrattezza qualunque intellettuale astrattamente idealista. Se i fatti hanno smentito la loro idea di comunismo, ebbene, tanto peggio per i fatti. Alla distinzione fra comunisti e non comunisti, si potrebbero sostituire innumerevoli altre-distinzioni, tutte più reali: fra buoni e cattivi (perché no?. esistono! si vede da quello che fanno, dai sogni che sognano), fra poveri e ricchi, fra chi dice molte bugie e chi ne dice poche, fra chi vuole comunque esercitare un potere sugli altri e chi invece no. ·Stare attenti alle parole che si usano. Non dire per esempio: "il nostro muro di Berlino" se non si vive né a Berlino né in Germania. Non dire: "il nostro Vietnam", "la nostra Intifada", "la nostra rivoluzione", "la nostra perestrojka", ecc. Non proiettarsi con le parole in situazioni politiche e sociali che non sono quelle proprie. In questo modo non si allarga la propria coscienza politica: la si falsifica. Ci si ubriaca. La solidarietà diventa un narcotico, un ornamento. Ci si trasferisce immaginariamente e in modo retorico altrove, in altri continenti, mentre la .propria immaginazione va esercitata e misurata sulla realtà prossima, nell'orizzonte della propria vita quotidiana. Coloro che nelle assemblee, nei movimenti, si insediano ai tavoli della presidenza e non c'è modo di farli sedere altrove, sono gli aspiranti politici di professione, coloro che combattono l'attuale classe dirigente per soppiantarla. I leader naturali si trasformano in leader artificiali. Un movimento spontaneo si trasforma nel pretesto perla costituzione di una setta innamorata del proprio ruolo-guida. Burocratismo e demagogia: le due facce dell'inganno politico. burocratismo vuol dire polverizzare problemi umani e sociali filtrandoli attraverso un apparato di parole e di procedure formali che li rendono prima irriconoscibili e poi li cancellano. Demagogia vuol dire sbandierare con foga principi giusti col solo scopo di riscaldare la platea e di strappare l'applauso: in questo il demagogo, nel momento in cui esercita la demagogia, sembra inattaccabile. La sola annà sarebbe gridargli in faccia che è un ipocrita, che sta mentendo, che non manterrà quello che promette perché mantenerlo è impossibile. Ma a farlo si passa per ingenerosi e diffidenti, in mezzo ad una massa di entusiasti che, per il momento, hanno voglia solo di illudersi. Un partito che si rinnova, anche se lo fa per lottare meglio, si rinnova soprattutto adattandosi e adeguandosi, e quindi si appresta a somigliare di più a tutto ciò contro cui dovrebbe lottare o dice di lottare. In questo senso, la "diversità" dei comunisti poteva essere un bene. Ma guai a chi è diverso essendo egli comune! Guai a chi odia il potere perché lo vorrebbe. I corrtunisti non sono stati abbastanza diversi da meritare la loro diversità politica:E ora è troppo tardi per rimediaré. ILCONTESTO Il comunismo è stato una realtà. Chi oggi evita di stabilire un rapporto fra la propria idea di comunismo e quella realtà, trasfor- · ma il comunismo in una bugia. Il problema è sempre lo stesso e chi vuole può ancora affrontarlo: perché dopo un po' i rivoluzionari si trasformano sempre in terroristi e in burocrati? Perché mai la loro idea di prassi-consiste · in queste due cose: l'azione rapida e distruttiva compiuta in nome delle masse, e il controllo organizzativo di ogni eventuale azione delle masse? Di fronte a una grande mobilitazione politica di intellettuali, la tentazione irresistibile è di guardare altrove. Tutto diventa stranamente emozionante, interessante: la faccia di un vagabondo irrecuperabile, due commesse che si specchiano ii:iuna vetrina, alunni della scuola elementare, una coppia di provinciali benestanti in vacanza, un calzolaio superstite seduto al suo deschetto ... Il merito maggiore di ogni grande manifestazione politica di intellettuali è proprio questo: far sembrare immediatamente più reale tutto ciò che resta fuori. Chiedersi che cosa c'è in fondo all'immagin~ione di un intellettuale che si dirige verso la politica: se per caso non ci sono Punizioni esemplari, Sacrosante risse, Raffiche di mitra, Colpi al mento, Folle oceaniche che acclamano un uomo solo su un podio .. La politica è definibile come quella particolare attività nella quale un individuo intelligente e onesto avrà sempre la peggio davanti a un furbo senza scrupoli. ,, . Il problema dei rapporti fra cultura e politica direi che èilitto qm. Foto di R.obcrto Koch (Contrasto). 5

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