Linea d'ombra - anno VIII - n. 48 - aprile 1990

CHI È FRANK EINSTEIN? JacquesTestart "Ammirate una simile rarità", scrisse Michel Serres nella postfazione di L'uovo tr~arente (Bompiani 1988), il libro che quattro anni fa ha reso noto J aques Testart nel grande mondo dei non scienziati. Con quel volume, Testart volle frrmare una confessione e un atto di accusa, volle liberarsi da un senso di colpa facendo i conti con la propria coscienza e la.propria responsabilità. ConL' uovo trasparente, infatti, Io scienziato francese rese pubblica una straordinaria obiezione di coscienza di fronte ai dubbi sollevati dalla ricerca sugli embrioni umani e sui sistemi di riproduziqne artificiale. "Padre" della prima bambina in provetta francese (Amandine), ex-sessantottino, Testart ha voluto rivelare di non essersi piegato alle ribalte del successo, di non aver abbandonato la consapevolezza e le inquietudini di un tempo, di non essere diviso, come molti suoi colleghi, tra un atteggiamento magari ancora critico sul piano politico e un comportamento omologato nella professione della scienza. La rinuncia a proseguire nella ricerca di frontiera, per privilegiare la clinica ma anche la riflessione sulla scienza e le sue implicazioni, ha fatto _di Testart un caso prezioso e ancora isolato. Eppure nel leggere le sue parole non si può che ammirarle per un pacato buon senso, accompagnato da una vera interrogazione sul significato del progresso tecnico-scientifico, Dovrebbe essere il pane quotidiano per gli scienziati e jnvece è una assoluta rarità. Vaie allora la pena di godere anche delle.poche righech~ seguono. (Fabio Terragni) Salvo il caso di pressioni ideologiche, considerate oggi inammissibili.(vedi l'avven- . tura di Galilei), la tradizione nella storia della scienza vuole che non vi sia alcun limite . per la ricerca scientifica nell'orientamento e nellarealizzazione del proprio lavoro. Se questo "vantaggio acquisito" è oggi rimesso in causa, non è soltanto perché il nostro recente passato ha mostrato, ad esempio per la fisica nucleare, i pericoli a cui i risultati della ricerca possono esporre l'umanitàfatte le debite proporzioni, l'invenzione del cannone e, al limite, quella del bastone, poteva dare adito alle stesse riserve-, ma soprattutto per il fatto che la ricerca, nella sua natura come pure in rapporto alla società, ha cam- .biato fisionomia. La ricerca è cambiata dal · momento che non concerne più individui isolati o scarsament(? organizzati, bensì gruppi numerosi e strutturati che agiscono nell'ambito di istituzioni potenti. Tale rivo- Foto.di HanselMieth·(Time/Fotofolio). luzione, divenuta sensibile verso la metà del nostro secolo, contraddice l'antica concezione del ricercatore a mezza strada fra l'artista e lo scienziato, sostituendovi quella di un dipendente superspecializzato. Essa contraddice inoltre l'idea di una ricerca finalizzata alla conoscenza (la cosiddetta ricerca "fondamentale") per sostituirvi quella di un'attività finalizzata, inserita nella competitività fra compagnie o nazioni. Al tempo stesso, le società del mondo industriale si sono evolute e i loro cittadini hanno acquis.itonel frattempo dei diritti fra cui quello di essere informati in merito agli sviluppi della tecnologia e di partecipare sempre più attivamente alle decisioni da prendere. In quelle condizioni, i difensori della libertà integrale del ricercatore fingono di ignorare che il mondo cambia quando rivendicano uno statuto anetico mai visto finora; tale statuto risulterebbe dall'unione fra la concezic;memitica di una scienza neutra è il recupero, a esclusivo beneficio di simili operatori· scientifici, dell'ideale democratico che ha messo fine alla caccia alle streghe. t Qual è l'immagine dello scienziato? _, In occasione di un compito in classe sul tema "quale è la vostra immagine dello scienziato?" gli adolescenti dai 13 ai 15 anni scrivono nel 1988: "Uno scienziato deve amare la vita e la società poiché i suoi esperimenti li fa. per la società, per il Duemila e non per luL In un certo senso è come Dio."" ... per me è veramente il migliore di tutti ..." "Uno scienziato è più di un uomo." . "Sono esseri soprannaturali, non mi sembrano umani. Mi sembra che il loro sapere li abbia fatti diventare belli ..." Una simile idealizzazione dovrebbe indurre alla modestia il ricercatore moderno il quale, lungi dall'essere quel Dio che vedono in lui gli ignari, non è neppure uno scienziato ma soltanto, nel migliore dei casi, qualcuno che sa molto su poche cose. Vale ·a dire un personaggio potenzialmente pericoloso, in quanto le competenze che gli vengono riconosciute risultano anche. dalla sua ignoranza di un sapere più generale, dalla sua presunzione di fronte alla complessità (una certa azione in un certo pun59

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