. STORIE/IROFEEY "Beviamo!" Così bevemmo, e ci mettemmo a chiederè a Kruglickij · di declamarci qualcosa. enorme, "Anche lui è contro l'ùguagliama", esultò Julija. "Può darsi, michelui", dissi io, "ma io Berdjaev non l'amo". "Non lo amate?", ribattè Julija vivacementee mi guardò con inaspettata benevolenza,come a volermiperdonaretuttoali' istante."Nell' insiemenon.èuncattivoragazzo",larassicuròKruglickijcònlingua ingarbugliata."E durante la quaresima,digiunerete?",mi chiese allegramenteJulija.M'impaurii,nonsapevocherispondere.Ecosì · risposi:''Non lo so...". Lei diede in unarisata con sbuffo."Faresti meglio a invitarla a ballare. Ha voglia di ballare", ci combinava Kruglickij,"Sciocchezze!", gridòJulija, "Provateci soltanto!Vi dirò di no! Come sarebbe a dire che non lo sapete?", tornò sul digiuno."Sono indifferenteai riti", spiegai io. "Tuttaviaa Pasqua mangio volentieri il kulic (7), a natale l'oca ... ma quando la religione va contro i bisogni del mio stomaco...", "Come siete volgare! Piantatela subito!". Mi lanciarono tùtti un'occhiata di riprovazione. Compresidi aver fattocilecca,non mi eroiscritto nel contesto religiosoe mi affrettai a casa.AncheKruglickijdecisedi andarsene. "Ma tu pernottida noi!", gridòoffesa la figliadel riformatore. "Nonnò.vado!".fece l'atto di alzarsi."Dove?", chieseteneramente l'amica frontuta. "Vado e basta!", annunciò Kruglickij.Tutti tacquero, atterrati dalla novità. "Aspetta!", gli consigliai cautamente io. "Ho bisogno d'aria fresca!", ruggì Kruglickij. "Ho mangiato troppe crepes!". Fece per mettersi il suo pastrano di pecora."Somiglia Pugacev(8)",osservaiio. "Caro!",si commosse Kruglickij,"solo tu mi capisci". Mi abbracciòe chiese: "Be', come ti va?". ''La mia disgrazia, pare, è una disgrazia", gli sussurrai. · Per esseredei rivoluzionariavevamotutti abiti assai costosi. Per via l'aria fresca feceperderedel tutto la testaa Kruglickij: . si mise ad ansare, a tossire e spesso ruggiva. La frontuta, senza troppo starci a pensare, lo prese sottobraccio e se lo trascinò nell'ingresso."Lui,probabilmente,moriràpresto",disseJulijacon le lacrime agli occhi, "vive con un'aorta scoppiata". "Secondo me", annuiicon partecipazione,"aveva solo vogliadi vomitare". "Moriràpresto", ostinatamente,senzaprestarmiascolto,ripeteva Julija."Noi tuttimorremopresto",dissi io. "No!", disseJulijacon cattiveria,"Voi vi trascinereteancoraa lungo,voiaffumicherete il cielo ancoraper un bel po', comeun fumacchio". Senzabadare all'offesa e ai dissensi ideologiciandammonel bosco. Sotto i piedi ci scricchiolavala crosta di neve scioltasi durante il giorno. Julija andava avanti, per uno stretto viottolo formatosinel lungo inverno.L'aria era particolare:sebbenefosse freddae pungente, l'umido che ci annuvolavail viso (parevache, uscitidal bosco, saremmospuntatinon in città,ma sulmare, sulle grigieondedel Baltico) l'ammorbidiva,promettevalaprimavera. "Perchénonvi sonopiaciuto,J uli ja?". Senzarispondermicontinuò a camminare,ma fatti pochi passi si fermò così di colpo,che per poc non le volai addosso. "E voi pensate di dovere piacere a tutti?".Dopodiché,senzaattenderela mia risposta,proseguì."Sei tu che pensi di piacere a tutti", borbottai io, correndoledietro. "Belle.gambe!Sono gambeqQalsiasi!Ne ho vi~tedi meglio.Non crederaiche ti stia tantobene, la tua frangetta?E una schifezzadi frangia,ti dà un'aria stupida,un slSJ)ettocanino!Quantoal fattodi essere stata l'amante di Fedor, nemmeno quello ti fa onore. E · magari sei anche stata capace di proporglielo tu? Eh, Mar'ja lvanna!...". · La prospettiva era deserta. Qui, come sempre, c'era vento. ''Nonmipiaccionoquestiquartierinuovi".disseleiaggrottandola fronte. ''E voi,doveabitate?"."AKuncevo"."Chiamatelovecchio quartiere!". "Certo che·è un vecchio quartiere". "Non so", mi strinsinellespalle,"non mi piace il vostroKuncevo.Epoi,laggiù nonvi ci accompagneràmainessuno"."Staremoa vedere!",disse lei con aria di sfida.Ci mettemmoa vedere se saremmoriuscitia fermareunavettura.Le macchinesiapur raramentesi fermavano, fino a Kuncevoperò non voleva andarci nessuno.Nonostanteil ventomi scaldavauna str~ gioiamalevola."Ebbene,cosavene state a fare lì?, disse lei, sbattendola portiera dellamacchinadi turno,"Andate!Andate!Addio!"."Nonpreoccupatevi",risposiio cupamente,imbacuccandominellasciarpa."Chebellasciarpache avete,comunque!",disseJulija.Feci un movimento,cheJulijasi affrettòa fraintendere."Che fate!Ci mancavapurequesta!Ono! O no! Lo conosco il vostro tipo. Dalla noia avete deciso di baloccarvicon la rivoluzione,giocareai nobilisentimenti,peròvi siete scottatole ditina e adessoguaite...". "AndateveneconDio! Cherivoluzionarioe rivoluzionario!Soltantolavistadell'uomoin rivoltamidisgusta,eper quantoriguardailmaterialismo,mipuzza di salamee aglio...". "Convoi è tuttochiaro",disseJulijasocchiudendogli occhi, "dopo la rivoluzionenoi vi impiccheremoqui,a questofanale.Dimenerete le gambe".Sollevòla testae guardòil fanale."Fatemi il piacere!".Ma lei nonmi ascoltava,corseverso unamacchina,con un sorrisoaccattivante,a cinguettare,contrattare, infine sbatté delusa la portiera. "Non vogliono,vedeteco-. m'è ...", dissestorcendolabocca."Com'è che sietecosìassetatadi sangue?"."Nonsonoassetatadi sangue! Ma voiv'impicchereivolentieri.E vi impiccherei in un modo, da farvi tormentareancora primadellamorte!".Nonmi trattenni,e scoppiaiaridere."Facciamo così",proposiridendo, "fintantoche nonmi aveteancoraimpiccato, lasciateche vi accompagniio!". Non starò a descrivere come lei si burlò della miaproposta, corrieprese ad agitare le braccia con ancora maggiorepassione, gettandosi incontro a ogni macchina. M'interesserebbesapere, Conte,comesarebbeandataa finiresequalchedunoavesseaccettato di portarla fino a Kuncevo. Possibile che ciò sia escluso? Possibilecheanchequestoelementofosseconcordatoeprovato in anticipo?Ma che operazionesarebbemai questa,suscalauniversale! "Non vi sarete mica messo a civettarecon me?",mi chiese seccamente."Quantoa questostatetranquilla",risposiioaltrettanto seccamente. La mia casa distava un çinqueminuti a piedi.Camminammo velocementee in silenzio, come estranei, fino a che lei osservò ali' improvviso:"Ho capitoperchénonamateBerdjaev.Allostesso modocheunacopia,unduplicatononamail suooriginale"."Sono pronto a smentire la vostra opinione", dissi io, "ma voì dovrete considerare che in me parla l'amor proprio offeso. Del resto, pensatelapure come vi pare! Berdjaev pone al centrodellasua filosofia il concettodi libertà.In lui questo è superioreperfino al concettodel SignoreIddio!La libertà,vogliateconvenirne,Julija, è il privilegiodell'individuo forte. Mentre io al centroporrei la · debolezza- io professo la.filosofiadelladebolezza, tuttavia non ho la minimaambizione di divulgarla"."Grazie al cielo!".disse Julija, "Altrimenti ne verrebbe fuori una delle variantipiù turpi· della filosofiareazionaria". 51
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