I 1. SAGGI/IURPINSIOI ./ della pratica sociale, una dichiarazione favorevolysul suo ruolo nelle imprese, testimonianze, queste, che diventano altrettanti indicatoridéi meriti individualio collettivi della direzione. Laburocraziasi èomportavaallo stessomodonellasferadella cultura, immischiandosiquasi in ogni pagina di un manoscritto, in ogni scenadi un lavoro teatrale,in ogni inquadraturadi un film ed esigendoogni volta quel che le era dovuto, e cioè che si vantassero i suoi successi in letteratura e in pittura e in musica e al cinema Neppure la scienza, e in particolare le scienze umane, sono sfuggitea questo asservimento.Mentre fingedi darsi da fare intorno alle parti di un corpo sociale disarticolato, la burocrazia non si occupa in realtà che di disintegrarlo,di atomizzarloe, una volta fatto il suo bottino, tentacon gran fatica di ricucirne i pezzi col filobiancodelpianodirettivoe di proclamarsigrandeintegratore. . Il problema di fondo è il fatto che non è lo stato che parla la lingua di coloro che vengono amministrati, ma questi ultimi, privatidi unavocepropria, sonocostrettiaesprimersinellalingua dell'apparato burocratico e dei suoi interessi. La burocrazia trasforma la società inunmeccanismoincui la liberaattivitàdella popolazione è sostituitadal regolamento internoamministrativo. La società,''insediata" nellostato,ne assumenaturalmentegli specificirapporti strutturali,che sono costituiti da unamoltitudine di relazioni gerarchizzate. Le realtà sociali così definite si · caratterizzano interamente per la loro appartenenza allo stato. Poco importache si sia ministroo operaio, portinaioo ingegnere, artistao scienziato,pompiereo insegnante,poiché tutti, come un sol uomo,sono in realtà impiegatidello stato e tutti, con la stessa uniforme,si fondono nella "omogeneità sociale". All'interno di questa uniformità compaionodifferenze reali quando un livello particolare di direzione si distingue dall'insieme delle funzioni statali.Dall'operaio al ministro,ciascuno lavoraal suoposto. Da tempo, però, si nota come in questo quadro idillico di unità laboriosaqualcosanon funziona.Nell'ottobre 1985,T .I. Zaslavs- . kajadichiaravache la formula"due classi e unsolocompito"non rendevaconto con sufficienteprecisione della réale differenziazione all'interno della società socialista e che bisognavacercare l'origine delledifferenzenelle"possibilitàdiversedi ogni gruppo di disporredei mezzi socialìdi produzione" e di conseguenzadi dirigere l'economia e la società. I dirigenti compaionoqui finalmente come dirigenti e non piu come un "riccio nella nebbia" bardato di statistiche. Il rapporto ccin i mezzi di produzione è formalmenteunicoeugualeper tutti,ma lepossibilitàdidisporne, di "metterli in moto" sononotoriamentediverse, ineguali.La dia stinzione, la separazione dei ruoli di possesso dei mezzi di · produzione è obiettivamente molto mascherata, perché anche ricoprire questi ruoli costituisce un lavoro. Questo lavoro, che coincideesattamenteconlaproprietà,che nonsenedistingue,che non sembranotare né la sua specificità né la sua partecipazione alla proprietà, entra tuttavia in contraddizione con il lavoro di massa, in quanto proprietà funzionale. · Ci consoliamocomepossiamo: i nostri dirigentinonricevono Foto di Roberto Koch (Contrasto).
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