Linea d'ombra - anno VIII - n. 48 - aprile 1990

Il giovane Cassola Gianni Tutèhetta Fotodi Jerry Bouer. Negli ultimi mesi la collana "La Scala" di Rizzoli ci ha regalato parecchie preziose ristampe, dai 'racconti di Anna e Brurio del compianto Bilenchi a Libera nos a Malo di Meneghello, dalla Biere du pecheur landolfiana allo splendido Tempo di uccidere di Flaiano. Ora è la volta dei racconti giovanili di Carlo Cassola, raccolti in La visita (1989, pp.197, L.26.000). Si tratta di quarantotto "brevi novelle", anzi brevissime, scritte, salvo poche eccezioni, tra il 1937 e il 1945. Per molti lettori questi testi saranno una piacevole sorpresa, e per molti critici potrebbero costituire una buona occasione per tornare sul problema, tutt'altro che semplice, della valutazione complessi a va dell'opera di Cassola, cui oggi è possibile accedere da una prospettiva più favorevole allo .scrittore di quanto non avvenisse nel ventennio Sessanta-Settanta. Egli infatti è stato a lungo schiacciato dal suo stesso successo, che ha coinciso, per un destino forse ironico ma ben comprensibile, con una progressiva decadenza della qualità dei suoi libri. A questo si è aggiunto, con effetti deflagranti sul piano della fortuna critica "alta", il fuoco incrociato e singolarmente convergente del fronte crocio-gramsciano-lukacsiàno e della neo-avanguardia, scandali1,2ati rispettivamente dall'antistoricismo esistenzialeggiante (oltre che dalle critiche alla Resistenza) e dal tradizionalismo formale incline al patetismo consolatorio. Dirò subito che l'elementarità ideologica resta un limite visibile e non so fino a che punto rivalutabile di Casso la.D'altro canto oggi, non so'se purtroppo o per fortuna, ci appare difficile CONFRONTI colpevolizzarne la sfiducia nella storia e nelle "magnifiche sorti e progressive", che fino a una dozzina di anni fa generava fremiti di sdegno negli intellettuali sedicenti di sinistra. Semmai nell'insistenza un po' di maniera sulla solitudine e la tristezza ("com'è confusa e inutile la vita!'') vediamo un limite tutto letterario, forse anzi il rischio maggiore per Cassola, là dove la constatazione dell'insensatezza del mondo si fa idillio triste, colorandosi di un sentimentalismo meno esistenziale che semplicemente patetico e un po' puerile. Casso la però sa spesso conservare alle sue vicende dimessamente tragiche una singolare forza di realtà, che si sorregge su una sistematica elisione dei toni accesi e abbandonati, sostituiti da un linguaggio medio scabro e privo di artifici retorici visibili, interrotto qua e là da un'esclamatività così franta da non essere più percepita come tale. Ma anche al livello più rozzamente contenutistico è un errore limitarsi a notare l'insistenza su temi di sconsolata e compressa disperazione, tra vedovanze senza · secondi matrimoni e at~se alla stazione, paure del mondo esterno e vite consumate nel ricordo. E, nonostante· la successiva insistenza sul "cuore arido" e· su una forma di inettitudine sentimentale, all'altezza di La visita nemmeno l'atonia esistenziale è un tema particolarmente importante, pur trovandosi più di un protagonista che vive in un 'immobilità protettiva "come· un guscio". A fronte di questi temi per così dire negativi sta infatti la fascinazione prodotta dalla pura presenza dell'esistere, e anzi l'ammirazione indiscriminata per-tutto ciò che arriva ad accedere· àl mistero dell'esistenza. Tanto che, non senza sorpresa, si scopre che una delle chiavi di volta del libro è addirittura il tema della felicità, in una percezione sobriamente estatica del creato edi se stesso. Persino il culto per la "periferia" ("Amo la periferia più della città. Amo tutte le cose che stanno ai margini"), oltre a non avere significati ideologici, se non assai labili, rientra in quest'ammirazione per l'esistente: "Tutto alla periferia gli pareva degno di nota". È quasi una mistica laica, dove non a caso il tema della felicità s'incontra con l'idea di una compresenza dei tempi, di un'eternità sostanziale dell'essere che sottostà a ogni apparente divenire: "dopo tutto ciò che è stato è ancora. Tomo col pensiero a quel tempo appunto perritrovare ciò che è stato, ed è tuttora (e sempre sarà)". Sotto l'ossessione naturalistica, eun po' banalmente piccolo-borghese, della monotonia della vita, scopriamo così una assai meno ovvia tensione ali' immobilità intesa come verità ultima di tutto ciò che è. Tutto questo è peraltro perfettamente coerente con la poetica che Cassola andava elaborando in quegli anni, con la ricerca di un'arte "subliminare", capace cioè di scendere "sotto la soglia della coscienza pratica, Così appunto stanno le cose: la verità poetica non appartiene alla coscienza pratica, ma alla coscienza che sta sotto, alla coscienza sublirninare. L'emozione poetica è propria di quei momenti privilegiati in cui l'attenzione pratica viene meno, si squarcia il velo opaco che nasconde le cose e queste ci appaiono nella loro vera realtà". Definizione molto vicina al concetto joyciano di "epifania": e infatti allora Cassola scopriva anche i Dubliners. Del resto lo stesso saggettoposto amo' di prefazione, "Il film dell'impossibile", insiste sullanecessitàdi rappresentare un '"Immobilità apparente piena di moto sostanziale". Ma in questo testo _programmatico ritroviamo anche la teorizzazione di una sorta di comportamentismo narrativo, secondo una direzione che ci ·apre la strada a capire dove sia l'originalità anche tecnica di questi racconti. Scrive CassoIa: "Sono da rigettarsi senz'altro, insomma, le ragioni della narrativa ottocentesca: psicologia, moralismo, tesi polemica, interesse per l'intreccio, umorismo ecc. (...). Io sono per quella narrazione in cui il sentimento di un personaggio ha Io stesso valore del.suo vestito." Qui lo scrittore da un lato afferma la crisi irrevocabile delle strutture base della narrativa, ma da un altro conserva la ferma convinzione che la narrativa stessa sia "la forma d'arte più alta": convinzione derivata, con inferenza ./ GIANO ricerche per la pace · Rivistaquadrimestraleinterdisciplinare N.2 Direttore:Luigi Cortesi. Condirettori: Mario Alcaro, Roberto Fieschi, Vittorio Silvestrini. E.Krippendorff, Ilsistemamibtare A. Pa~accione, Kautskyelaguerra (LBonanate, R. Monteleone, LCortesi) V.Silvestrini, Ambienteetecnologie . P.degliEspinosa, Nucleare mibtare e industriale E.P.lhompson, Pacifismo inglese M.Àlcaro, Bouthoul Gbintellettuab it ani e lacondizione atomica (G.ToraldoiFrancia, «Rinascita» 1945) Idee movimenti ( P. Barrera,R.Bufalo, R..Venturini, B. Gabrielli, F. Lenci,E. Santerelli) Libri-Riviste -Notiziario -Supplemento didattico (R.freschi,Areni-Ponzo-Tanucci, M.Simoncelli) GANGEMI EDITORE Direzione e Redazione: via di Torre Argentina, 18 00186 Roma Prezzo di un fascicolo:.L. 15.000. Abbonamento annuale L.40.000 Estero: L.70.000 Sostenitori:,L.200.000. C.c.p. n. 68598002 intestato a «Giano, Ricerche per la pace», Roma. 31

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