Linea d'ombra - anno VIII - n. 48 - aprile 1990

CONFRONTI Oswalde Kennedy, il· complottosecondoDonDeLillo importante, o molto amato, viene assassinato, i mezzi di comunicazione di massa si affrettano a presentare l'assassino come un "pazzo". Questa scelta fa parte del desiderio della collettività di relegare alla sfera della follia ogni comportamento deviante, tanto più quelli di MarisaCaramella .t • Per Don De Lillo, l'autore di Libra (Pironti, pp. 513, lire 25 .000, traduzione, si fa per dire, di Agnese Micheluzzi e Carmen Micillo ), e soprattutto per il suo "eroe", Lee Harvey Oswald, l'ordinario e lo straordinario, il vero e l'immaginario, la realtà e la sua riproduzione, si confondono in una fitta rete di immagini, frammentate, tormentate, sovrapposte, ripetuta, che conducono il lettore, un po' disorientato ma affascinato, verso il .finale del romanzo, noto, ma non per questo meno sorprendente, Se De Lillo avesse raccontato la storia dell'assassinio, invece che di J.F. Kennedy, di un ipotetico capo di stato Usa del 2000, e avesse adottato la formula del romanzo di fantascienza, invece· che del romanzo storico, sarebbe. probabilmente riuscito a tenere sulla corda il lettore per tutte le 513 densissime pagine della narrazione. Anche così, riesce comunque a comunicare un senso di intensa sorpresa, nel momento in cui i destini di Kennedy e di Oswald si compiono. Perché sembra essere proprio questa la tesi di De Lillo, che la morte dell'uno e l'atto criminale dell'altro fossero scritti, se non nelle stelle, come nelle tragedie di un tempo, almeno nella mente oscura del Complotto, un'entità pervasiva, dalle molteplici teste, braccia, e gambe, come le divinità indiane, che pensa, inevitabilmente, la morte. Non nella mente dei "congiurati", però, che sono soltanto attori intenti a recitare un copione già visto, letto e sentito, attraverso le "rivelazioni" dei veri "dei" della società contemporanea, i mezzi di comunicazione di massa. Non bisogna dimenticare che J. F. Kennedy fu il primo presidente degli Stati Uniti la cui elezione, il cui mandato e la cui morte furono costantemente seguiti dall 'occhio cù;llacinepresa e della telecamera, il primo presidente ad avere un"'immagine", nel senso di una personalità pubblica totalmente costruita attraverso i mezzi di comunicazione, il cui trionfo indiscusso si stabilisce proprio nei primi anni Sessanta. Nel romanzo De Lillo porta avanti, a sequenze alternate, due storie convergenti, quella della vita di Oswald e quella dei movimenti dei molti, ambigui personaggi che si muovono nell'ombra accanto a lui. C'è poi un "occhio" che osserva questa vita e questi movimenti dalla distanza del "poi", quello di Nicholas Branch, un "anziano analista della Cia in pensione, assunto a contratto per scrivere la storia segreta dell'assassinio del presidente Kennedy": come l'autore del romanzo, Branch vive letteralmente sommerso da documentazioni, prove e indizi, e tenta di far luce sull'accaduto solo per trovarsi sempre più confuso e stupito, a porsi nuove domande. Seguiamo quindi Oswald dall'infanzia nel Bronx ali' arruolamento nei marines, alla fuga in Unione Sovietica, al ritorno in patria· con la 28 moglie russa, alle difficoltà del reinserimento nella vita americana, al tentativo di espatriare di nuovo (nella "piccola Cuba", questa volta, faro del marxismo mondiale), ai contatti con la Cia e con i "congiurati": ex dipendenti dell' Agenzia scontenti del trattamento subito e incapaci di reinserirsi in una realtà dove il Complotto non reciti il ruolo di protagonista; e reduci dalla Baia dei Porci, amareggiati dal comportamento di Kennedy che ritengono responsabile della sconfitta subita. Del centinaio e più di personaggi che gravitano intorno aOswald, De Lillo evidenzia, in modo essenziale, ma con insistenza, certe caratteristiche che potremmo definire "nevrotiche". Si sa che quando un personaggio politico . portata così rilevante. De Lillo, invece, che pure si è servito, per costruire il suo romanzo, di materiale scelto. tra l'enorme quantità di documenti prodotti sul caso in quasi trent'anni, non azzarda mai ipotesi del genere, evita accuratamente di usare termini come "maniacale" o "mitcimaniacale", che pure spiegherebbero lapidariamente certe scelte e comportamenti. Preferisce mettere in evidenza e spiegl!l'e, nei limiti del possibile, la condotta di ciascuno presentandola come il "normale", inevitabile prodotto dcli' ambiente, delle circostanze, del vissuto. Con una componente di casualità, che De Lillo introduce mediante l'ossessivo proKennedy, pochi istanti prima dell'attentato (foto Ullstein). Sotto: Oswald pachi istanti prima di venire ucciso. _____________ ....,.

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