Linea d'ombra - anno VIII - n. 48 - aprile 1990

CONFRONTI TimothyMo . e il romanzo•etnico• in Inghilterra Paola Splendore J , Intrighi della mafia cinese a Londra; scontri tra bande di skinheads e pakistani; rivisitazioni fantasiose della storia recente e remota del Giappone, dell'India o della Cina; ristoranti cinesi a Soho e lavanderie a gettone gestite da pakistani: sono i nuovi scenari del romanzo inglese contemporaneo, segnali di una realtà sociale multirazziale e multietnica che si esprime ora anche sul piano culturale. L'affermarsi di un romanzo 'etnico' in Inghilterra è un fenomeno nuo,vo e interess'ante che ci riguarda molto da vicino quale manifestazione di una realtà in trasformazione in tutta Europa. L'incontro/scontro tra la cultura occidentale e tradizioni lontane còme quelle islamica, asiatica, o africana è destinato ad approfondirsi anche da noi; l'ibridazione delle lingue e dei linguaggi è destinata ad accentuarsi; così come il profilarsi sempre più crudo nella nostra società di situazioni di conflittualità o di manifestazioni di intolleranza. Ma non di questo voglio parlare. Il fenomeno viene qui esaminato per l'apporto sul piano culturale e linguistico a una letteratura, come quella inglese, che già da tempo trae linfa vitale propI'io dall'opera di autori 'immigrati'. È un fatto scontato che la produzione di scrittori d'origine str3J1Ìera,provenienti per Io più dagli ex-paesi del Commonwealth, ma spesso residenti in Inghilterra fin dall'infanzia, è quanto di più interessante offra oggi la scena • letteraria inglese. Perché di autori inglesi si tratta, nonostante la contraddizione apparente tra la loro 'etnicità' manifesta e l'adozione della lingua inglese. Se scrivere in inglese è stata per molti dii oro una scelta 'naturale', essa non ha comportato tuttavia la cancellazione della cultura d'origine, che anzi viene approfonditada prospettive nuove, interne ed esterne allo stesso tempo, e ciò contribuisce ali' interesse particolare della loro opera. Il fenomeno è stato anticipato in America, dove gran parte del romanro di questo secolo è il prodotto del cosiddetto melting pot: pensiamo agli scrittori 'espatriati' come Isaac Singer o Vladimir Nabokov, o agli autori della seconda generazione di immigrati come Henry Roth, Saul Bellow, Bernard Malamud di cultura yiddish, o ai neri americani come Ralph Ellison, James Baldwin, Toni Morrison, ecc., tutti autori che scrivono da angolazioni etnico-culturali diver- . se da quella americana mainstream, anche se poi vi confluiscono inevitabilmente diventando essi stes.si mainstream e cultura ufficiale. Il romanzo 'etnico' inglese esprime il tentativo di "dare voce e corpo immaginario - sono parole di Rushdie-alla cultura degli immigrati", per lo più sommersa e largamente ignorata nel paese ospitante. Su questo ha posto l'accento Sacred Cows, un pamphlet di Fay Weldon sul 'dopo-Rushdie', uscito in.lnghil26. terra l'estate scorsa (Chatto & Windus, 1989), una delle poche riflessioni critiche apparse · sulla crisi del progetto multiculturale dell'Inghilterra thatcheriana e sul suo fallimento istituzionale; in particolare nel mondo della scuola. Il caso Rushdie e le tiepide reazioni che ha suscitato tra gli intellettuali sono la conferma, secondo Weldon, che l'autore anglo-indiano non è semplicemente la vittima della 'barbarie' musulmana, ma della ignoranza di queste culture nel mondo occidentale. Mal' implicazione principale della nuova letteratura 'etnica' è che, a differenza del romanro coloniale, in cui il confronto tra due mondi e due culture inconciliabili serviva a rafforzare la supremazia dell'Inghilterra e l'egemonia della lingua inglese, questa decreta la fine di una letteratura · nazionale e di un linguaggio standard. Lo spostamento del centro di gravità creativo e linguistico verso una letteratura di 'immigrati' era già stato notato anni fa da George Steiner in un saggio diLinguaggio e silenzio (Rizroli, 1972) in cui osservava che nessun autore inglese di qualità era emerso dopo D.H. Lawrence e J.C. Powys, ma che gli scrittori più importanti di questo secolo erano tutti irlandesi o americani, e questo significava che non aveva più senso occuparsi di letteratura da un'ottica nazionalistica. . Tra gli scrittori più interessanti del melting pot inglese, oltre a V.S. Naipaul e S~an Rushdie, di cui si è spesso parlato su queste pagine, troviamo l'anglo-giapponese Kazuo Ishiguro (L'artista, Rizroli 1986) e l'angloc·inese Timothy Mo (Agrodolce e Il re delle scimmie, Serra e Riva 1988 e 1989); è in arrivo inoltre l'opera dell'anglo-pakistano Hanif Kureishi (presso Mondadori), già noto in Italia çome sceneggiatore dei due film di Stephen Frears My Beautiful Laundrette e Sammy e Rosie vanno a letto, i film che ci hanno detto di più sulla realtà sociale dell'immigrazione in Inghilterra. Il contributo di questi autori al romanro inglese è notevole: essi hanno· sprovincializzato il chiuso e angusto mondo delle lettere inglesi, non solo per lo sguardo diverso sulla complessa realtà di questi anni, ma so- . prattutto per l'apporto sul piano linguistico e narrativo, perché nei loro testi la lingua inglese si trasforma, viene piegata ai ritmi di una nar - razione inconsueta; un diverso patrimonio culturale e letterario si innesta su un altro, arricchendo con un fenomeno di osmosi l'impianto e i moduli tradizionali del romanzo inglese. Appare chiaro, ad esempio, leggendo .i romanzi di Rushdie, come l'innesto delle for: me epico-grottesche del racconto indiano sul romanro moderno e il gustcfper un linguaggio sovraccarico e creativo di sapore joyciano abbiano costituito la miscela esplosiva che è alla base del successo dei Fig Ii della mezzanotte. L'universo narrativo di Ishiguio è completamente diverso: qui il tempo della narrazione si dilata, la conversazione si fa enigmatica e laconica come nel romanro giapponese, il linguaggio formale ed elegante. Nei romanzi di Mo, più.diffusi e attenti ai particolari, domina l'ironia distaccata della letteratura cinese, e il senso della vita si coglie negli eventi insignificanti del quotidiano. A differenza di Rushdiè, Timothy Mo e Katzuo Ishiguro sono giunti in Inghilterra molto giovani e hanno avuto scarso o nessun rapporto con il paese d'origine, di cui parlano la lingua in q1aniera elementare. È interessante tuttavia notare come anch'essi nelle loro opere tomino alla terra di origine, in una sorta di rivisitazione che è quasi una dichiarazione di appartenenza, un modo di stabilire la propria origine senza confusioni, salvo prenderne le distanze e dichiarare che le conoscenze esibite non sono il risultato di esperienze vissute in prima persona, ma apprese dai libri, come. fa Mo quando aggiunge ai suoi romanzi una bibliografia dei testi su cui afferma di essersi documentato. Eppure la qualità della scrittura di questi autori rinvia senz'altro a una matrice culturale diversa. Questa è l'impressione che si ha leggendoli; e in maniera ancora più evidente ciò si nota nella letteratura indiana e pakistana di lingua inglese, anche se il caso indiano è più complesso dei precedenti, in quanto non esiste in India una letteratura contemporanea in lingua nazionale e sono molti gli autori, espatriati e non, che usano l'inglese per raggiungere un pubblico, ·come quello indiano, non unificato sul piano linguistico (si veda l'introduzione di Bertinetti e Gorlier ali' antologia Racconti dal- /' India pubblicata recentemente negli Oscar Mondadori). Nato a Hong Kong nel 1950, da padre cantonese e madre inglese, Timothy Mo è l'ulTimothy Mo in una loto di Chrisloph.erWarde-Jones.

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