materieprime e gli investimenti nel Terzo Mondo. Il nazionalismo rivoluzionario fuori dall'Europa doveva essere osteggiato, proprio come era necessario sostenereall'interno dell'Europa la lottaal comunismo.Inquestotentativobipolaredi fronteggiarele forze della sinistra e il latente potere del Cremlinorisiede gran parte della storia, della strategia internazionale,e della geopolitica dell'era della Guerra Fredda" 23 • Queste sono le correnti nascoste che venano l'era moderna, e restano immutate. L'obiettivo durantela ricostruzionedelle societàindustrialifu abbastanza evidente. Interesse prioritario era di instaurare un ordinamento statale capitalistico funzionante, retto dalle solite classidominanticonservatrici,all'interno dellastrutturamondiale dçl potereUSA che avrebbegarantitola capacitàdi sfruttarele varieregioni:queste avrebbero"adempiuto il lorodovere"come mercati e giacimenti di materieprime (come affenna lo staff del Dipartimento di pianificazione politica di Kennan). Se questo traguardoverrà raggiunto allora il sistemà sarà stabilee resisterà ai temuti cambiamenti sociali, naturalmentedistruttiviuna volta che un sistemaoperativo è in atto.Nei centri industrialiverranno ospitatemoltefascedellapopolazione,che dopoun'analisirazionale dei costi e dei benefici abbandonerannola loro visioneben più radicalee democratica.Unavoltache la suastrutturaistituzionale è in atto, la democraziacapitalistica funzioneràsolo se tutti subordineranno i loro interessi ai bisogni di chi controila le decisionisugli investimenti,dagli elementi privilegiati ai senzatetto per le strade. E' solo questionedi tempo perché una classe lavoratriceindipendentecorrodalacultura, assiemealleistituzioni e alle organizzazioni che la sostengono, data la distribuzione delle risorse e del potere. E con le organizzazioni popolari indebolite o eliminate, i singoli individui non sono in grado di partecipareal sistemapolitico in maniera significativa.Diventerà, con il tempo,in gran parte unaparata simbolicao, almassimo, unostratagemmapermezzodelqualeilpubblicopuòsceglieretra gruppi dominanti in competizione,e ratificare le loro decisioni. Questa era una ipotesi plausibile,e si è dimostrata in gran parte esatta, finora, a parte le molte divergenze, tensioni e conflitti. • Le élite europee hanno tutto l'interesse nel preservare il sistema, e temono le loro popolazioni nazionali non meno di quantofeceronelprimodopoguerrale autoritàUSA.Diqui il loro rinvioallaconfrontazionedellaGuerraFredda, che si è dimostrata essere una effettiva tecnica di gestione sociale nazionale, e la loro propensione ad allinearsi nella crociata globale USA, con qualche occasionale mugugno di malcontento. Il sistema è oppressivo,e spesso brutale, ma non ci sono problemi fintantoche le vittimesono gli altri. Inoltre solleva in continuazioneminacce di catastrofi su larga scala, ma anche queste non rientrano nelle deçisionipianificatorie prospettateper massimizzarevantaggi a breve tennine, che continua a essere il principio operativo per eccellenza. · Note 1. Shoultz, Human Rights and United States Policy toward Latin America, Princeton 1981, 7. 2. Si veda in proposito il mio studio Toward a New Cold Wat, Pantheon 1982; Necessary Illusions, South End, di prossima pubblicazione; e inoltre di Edward Herman e Noam Chomsky, Manufacturing Consent, Pantheon 1989 sul funzionamento di tutto il sistema. . 3. Lydia Chavez, NYT, 24 aprile 1983. Chavez ammette che la National Guard, alle sue direttive, si sia resa responsabile di terribili atrocità, ma osserva che secondo alcuni il suo comando "non è da considerarsi il più ingiurioso dell~ tre forze di sicurezza presenti nel Salvador". Per riferimenti generali al pensiero di Casanova sulle stragi di massa, vedi Raymond Bonner, Weakness and Deceit, Times Book, 1984. IL CONTESTO 4. AI, El Salvador: "Death Squads", A Government Stra-tegy, Ottobre 1988; "Boston Globe", 25 novembre 1988, non segnalato sul "New York Times". 5. fohn Pilger, A Secret Country, di prossima pubblicazione; vedi inoltre la serie documentaria da lui curata, "The Làst Dream" (1988), in occasione del Bicentenario dell'Australia, in collaborazione con la Australian Broadcasting Company. fonathan Kwitny, The Crimes of Patriots, Norton, 1987. Sull'Italia vedi C/A: the Pike Report, Nottingham, Spokesman Books, 1977. Il rapporto, diffuso dal "Village Voice", 16-23 febbraio 1976, parla di una cifra superiore ai 65 milioni di dollari versata tra il 1948 e il 1970 a partiti e affiliati. Per ulteriori approfondimenti vedi Edward S.Herman - Frank Brodhead, The Rise and Fall ofthe Bulgarian Connection, Sheridan Square, 1986, e William Blum, The CIA, Zed, 1986. 6. fon Halliday - Bruce Cumings, Korea: the Unlawwn War, Viking, Pantheon, 1988. 7. Bruce Cumings, The origins·and development ofthe Northeast Asian political economy, in "International Organization", 38.1, Winter 1984. 8. Alfred Grosser, The Western Alliance, Continuum,1980, 178. 9. Vedi ilmioAt WarwithAsia, Pantheon, 1970, eFor Reasons of State, Pantheon, 1973; Noam Chomsky - Howard Zinn (a cura), Criticai Essays, in Pentagon Papers, vol. 5,Beacon, 1972. Inoltre una serie di recenti studi di borsisti, tra cui Michael Schaller, Securing the Great Crescent, "J. of American History", settembre 1982, e dello stesso autore, The American Occupation of Japan, Oxford, 1985; Andrew J.Rcitter, The Path to Vietnam, Cornell, 1987. Acheson, citato da Schaller, American Occupation, 97. 10. ibid.,222. 11. fohn Roberts, The "Japan Crowd" and the 'laibatsu Restora, tion, in "Tue Japan Interpreter", 12, Summer 1979. 1 12. Bruce Cumings, Power and Plenty inNortheast Asia: the Evolution of U.S.Policy, "World Policy fournal", Winter 1987-88; Fukai, Japan's Energy Policy, "Current History", aprile 1988·.Vedi inoltre Towards a New Cold War, 97-8. 13. Per un approfondimento su quanto segue vedi: foe Moore, Japanese Workers and the Strugglefor Power 1945 - 1947, Wisconsin, 1983; Schaller,American Occupation; William S.Borden, ThePacific Alliance, Wisconsin, 1984; Howard Shonberger, The Japan Lobby in American Diplomacy 1947 - 1952, "Pacific Historical Review", agosto, 1977; Roberts, op cit.; Cumings, Power and Plenty. 14. Schaller, American Occupation, 296. 15. Citazione di Kennan riportata da fohn H .B acker, The Decision to Divide Germany, Duke, 1978, 155-6; Schaller, American Occupation. Vedi Anne Deighton, International Affairs, Summer 1987, sulla iniziativa britannica in violazione dell'Accordo di Postdam. 16. Carolyn Eisenbei-g, Working-Class Politics and the CÒldWar: American lntervention in the German Labor Movement 1945 - 1949, "Diplomatic History, 7.4, Fall 1983; Deighton, op. cit. Vedi inoltre Backer, op. cit., 171; Melvyn Leffler, The United States and the Strategie Dimensions of the Marshall Pian, "Diplomatic History", Summer 1988. 17. ibid.; Tom Bower, The Paperclip Conspiracy, London 1987, 31Q ' 18. Leffler, op. cit. 19. Vedi Roy Godson, American Labor and European Politics, Crane, Russak, 1976. 20. TheDemise of the First Fascist Regime andltaly' sTransitions to Democracy: 1943 - 1948, in Guillermo O'Donnell ·- Philippe C.Schmitter - Laurence Whitehead, Transition from Authoritarian Rule: Prospectsfor Democracy, fohn Hopkins, 1986. Su quanto segue vedi inoltre fohn L.Harper, America and the Reconstruction of ltaly 1945 - 1948, Cambridge, 1986; James E.Miller, Taking Off Gloves: The United States and the ltalian Elections of 1948, "Diplomatic History", 7.1, Winter 1983. 21. ibid.; Kennan al Ministro degli Esteri, FRUS 1948, m, 848-9; NSC 1/3, March 8, 1948; FRUS, 1948, ID, 775 sgg. 22. Harper, op. cit., 164-5. 23. Roberts - Leffler, op. cit. 17
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