iL CONTESTO· Le "grandiofficine": il Giapp'one . . All'interno del mondo industriale si dava per·scontato che i paesi leader"naturali" fosseroGermania eGiappone, che durante la guerraavevano dato prova del loro valore. Erano "le più grandi .officine dell'Europa e dell'Asia" (Dean Acheson). Fu quindi essenziale garantire che la loro ripresa seguisse un proprio corso interno, e .che continuassero a rimanere sotto il controllo degli Stati Uniti. Di conseguenza i traffici Est-Ovest e i passi vetso la distensione europea hanno sempre costituito un problema per i pianificatori.USA, e ogni sforzo venne fatto per impedire una ripresa delleìradizionali relazioni commerciali tra Giappone e Cina, prima che anche quest'ultima venisse integrata nel sistema mondiale dominato dagli Stati Uniti. Come da tempo si sa, l'intervento USA inVietnam fu all'inizio motivato, in larga parte, . da interessi di questo tipo 9 : Ali'epoca, il Giappone non era visto come un serio rivale; ora possiamo anche far piazza pulita di un gran numero di sciocchezze in circolazione su come la ripresa economica e la concorrenza giapponese dimostrino che gli Stati Uniti erano totalmente disinteressati alla sua pianificazione dopo la guerra. Si dava per scontato che il Giappone, in un modo o nell'altro, avrebbe riguadagnato il suo status come "officina dell'Asia" eche sarebbe stato alcentro di una speciedi "sfera della prosperità comune" che il fascismo giapponese aveva tentato di creare. Le alternative più realistiche, si credeva, erano che questo sistema sarebbe stato assorbito nell'ordinamento del mondo degli USA, oppure che sarebbe stato indipendente, probabilmente chiudendole frontiere agli Stati Uniti, forse addirittura collaborando con l'Unione Sovietica. Come per il Giappone stesso, il pronostico avanzato era che avrebbe prodotto "ninnoli" e altri.prodotti per i paesi sottosviluppati, come concludeva un'indagine conoscitiva USA nel 1950 10 • In parte, la valutazione precedente si basava sul fallimento della ripresa economica giapponese prima dell'incentivo economico costituito dalla richiesta di armi per la guerra in Corea. In parte può esserci stata anche una componente di razzismo, facilmente riconoscibile durante quel periodo. Lo vediamo per esempio nella reazione della comunità economica alle leggi democratiche sul lavoro introdotte dal governo militare di dccupazione USA. Queste leggi, infatti, vennero aspramente denunciate da James Lee Kauffman, uno dei personaggi influenti della lòbby . ' . . Disegno di Doniele Meloni. economica che riuscì à bloccare il processo di democq1tizzazione inGiapponé. In rappresentanza degli industriali, interessati a una classe lavoratrice docileed economicamente conveniente, scrisse indignato nel 1947 che i lavoratori giapponesi dovevano essere trattati come dei ragazzini. "Vi immaginate cosa succederebbe in una famiglia con figli di dieci anni o meno se di colpo si dicesse loro...che possono correre liberamente in giro per la casa e fare della loro vita quello che vogliono". Il lavoratore giapponese perderebbe la testa. "Se mai vi è capitato di vedere unindiano americano spendere il suo denaro subito dopo che è stato scoperto il petrolio nella sua proprietà, potete farvi un'idea di come fa uso il lavoratore giapponese della Legge sul lavoro" n: Malgrado_ilgenerale disprezzo per i giapponesi e per le loro prospettive, ci fu chi fu abbastanza lungimirante da prevedere alcuni problemi potenziali. George Kennan osservò nel 1949che il controlloUSA sulle importazioni giapponesi di petrolio avrebbe in parte garantito "il potere di veto sulle questioni industriali e militari". Questo consiglio venne ascoltato. Il Giappone fu aiutato nel suo processo di industrializzazione, ma gli Stati Uniti mantenneroil controllo dei rifornimenti energetici e agevolazioni nella raffinazione del greggio. Ancora nel 1973"soltanto il dieci per cento del fabbisogno petrolifero giapponese era lavorato da compagnie giapponesi" osserva Shigeko Fukai 12 • Questo è uno dei numerosi motivi per cui dopò la guerra agli Stati Uniti premeva tanto mantenere il controllo delle riserve di petrolio del Medio Oriente. InGiappone gli USA poterono agire unilateralmente, avendo escluso gli alleati da qualsiasi ruolo nell'occupazione 13 • n generaleMcArthur, proconsole diWashington, incoraggiòil processo di democratizzazione, benché entro certi limiti. L'attività sindacale fu bloccata, inclusi i tentativi da parte dei lavoratori di esercitare un controllo sulla produzione. Bastò solo accennare a · uncammino verso la democraziaper scandalizzare il Dipàrtimento di Stato, le corporazioni statunitense e le rappresentanze sindacali, e i media. George Kennan e altri misero in guardia da una prematura fine dell'occupazione, prima che l'economia si fosse riassestata sotto il saldodominio conservatore. Questaoppo§i~fone portò al "reverse course", l'inversione di tendenza de11947, che assicurò che non ci sarebbero stati seri attacchi interni al ·dominio del governo e delle corporazioni su lavoratori, media e apparato politico. · Durante il "reverse course", le compagnie gestite dai lavoratori, che avevano operato con notevole successo, vennero eliminate. Furono appoggiati i socialisti di estrema destra che avevano collaborato con i fascisti e che si erano compromessi con la tendenza economica di stile americano all'unionismo sotto il controllo corporativo, mentre gli esponenti di sinistra.imprigionati durante il periodo fascista vennero estromessi - lo stesso sistema in tutto il mondo. Il sindacato fu soppresso dalla polizia con notevole violenza, e venne revocato il diritto di sciopero e le contrattazioni collettive. Il chiaro intento era quellodi permettere all'economia di controllare la classe dei lavoratori per mezzo dei sindacati conservatori. I sindacati vennero scalzati alla fine degli anni Quaranta quando, con l'aiuto di un elaborato sistema incrociato. di polizia, soryeglianza e organizzazioni patriottiche .di destra, i conglomerati industriali e finanziari riacquistarono i loro poteri. Le classi dominanti giapponesi vennero ricostituite tali e quali come durante il regime fascista, a governare in stretta collaborazione con il sistema statale centralizzato. Il peso della ricostruzione venne imposto alla classe lavoratrice e ai poveri, conun sistema descritto come "capitalismo totalitariodi staio" da SherwoodFine, che lavorò come Direttore dell'Economia e della Pianificazione nella Sezione Economica e Scientifica durante· l'occupazione militareUSA. Queste strategie politiche"permisero alle élites corporative giapponesi di evitare rlnarazionalizzazione-socialeche avrebbeportato a un fiorente mercato interno di
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