Linea d'ombra - anno VIII - n. 48 - aprile 1990

IL CONTESTO za numerica della popolazione, in primo luogo i lavoratori ovvero (per usare_un termine più comprensivo e più esatto) la classe popolare"1. E solo dopo aver scongiurato il pericolo di una partecipazione popolare che si possono valutare con tranquillità le fonne democratiche di governo. Attenendoci al significato delle parole, vediamo poi che non ci sono contraddizioni interne quando secondo l'opinione dell 'élite per salvaguardare il sistema democratico in casa propria è necessario evi~e Ia"crisi della democrazia" che scoppia quando tutta la popolazione chiede di far sentire quali sono i propri interessi, e influenza la linea politica di conseguenza. È indispensabile, spiegano i manager dell'ideologia, controllare "l'opinione pubblica" con le "necessariè illusioni" e le "estreme esemplificazioni dal forte impatto emotivo", in modo da garantire che "la classe specializzata", l'unica che capisce "gli interessi della collettività", non venga ostacolata nel suo compito di dirigere l'orQinamento sociale e politico 2 • La democrazia è al sicuro solo quando il pubblico fastidioso viene e.scluso dalla arena politica; attraverso la propaganda, le elezioni pilotate di personaggi simbolici o con altri mezzi. Questa griglia di analisi della condotta politica e della sua rappresentazione ideologica può a buon diritto dirsi. una prima attendibile ipotesi di lettura. In linea di principio non dovremo quindi aspettarci che gli Stati Uniti si schierino contro le fonne parlamentari. AI contrario, quest'ultime verranno anzi incoraggiate, a patto che soddisfino le condizioni di base. La predilezione per la democrazia Spesso negli stati satellite del Terzo Mondo la preferenza per i regimi democratici è soprattutto una questione di pubbliche relazioni. Così in Salvador,. per garantire gli aiuti allo stato del terrore, è stato utile mantenere. al governo un uomo di paglia, regolarmente eletto, che fosse in grado al suo arrivo aWashington di esprimere nobili sentimenti dopo aver baciato la bandiera americana. Poi i media possono deplorare l'incapacità del governo moderato democratico nel sopprimere la violenza degli estremisti di sinistra e di destra, mentre il Congresso consolida il sistema di sicurezza statale, sotto il controllo del Ministro della Difesa, che il "New York Times" descrive come "un uomo amabile, che parla sottovoce e gode fama di essere un ottimo amministratore" dopo che lui ha spiegato che potrebbe essere necessario uccidere 200- o 300.000 persone per prevenire un . "sorpasso comunista", comportandosi di conseguenza 3 • Allo stesso modo bisogna dare poca importanza a quanto divulgato da un rapporto di Amnesty International (ottobre 1988) circa la "crescita allarmante" di uccisioni delle squadre ufficiali della morte come parte delle strategie governative di intimidire qualsiasi potenziale opposizione con "l'uccisione e la mutilazione più atroce delle vittime", lasciando dietro di sé vittime "mutilate, decapitate, dilaniate, strangolate o con evidenti segni di tortura ... o di violenza carnale"; oppure a quanto riportava l'"Americas Watch" sul forte aumento nel 1988 degli assassinii da parte delle forze di sicurezza del "governo democratico" del Guatemala, stimati attorno ai due o tre al giorno o forse più 4 • Persino le più orrende atrocità sono di importanza trascurabile, fintanto che la "democrazia" funziona, democrazia intesa nel particolare significato ufficialmente riconosciuto del termine. Laddove la società è stabile e i privilegi sono al sicuro, la preferenza per le forme democratiche ha altre motivazioni. Gli interessi economici intrattengono un ambiguo rapporto con Io stato. Esigono che questo venga incontro alle loro necessità sovvenzionandola ricerca, lo sviluppo, la produzione e l' esportazione (il Pentagono, gran parte dei programmi di aiuti e collaborazione con l'estero ecc.), regolando i mercati, assicurando un clìma 12 favorevole agli scambi commerciali con i paesi stranieri, e in molti altri modi servendo come una situazione propizia per la ricchezza. Ma non vogliono assolutamente che Io stato abbia la possibilità di interferire nell'attività dei padroni e dei manager. L'ultima loro preoccupazione è quella di sostenere le forme democratiche, fintanto che viene garantito il controllo degli affari sulla politica. Se un paese soddisfa certe condizioni di base, allora, gli Stati Uniti dimostrano di tollerare le forme democratiche di governo; benché nel Terzo Mondo, dove è difficile prevedere con certezza determinati risultati, lo siano appena lo stretto indispensabile. A titolo di esempio, ho riesaminato il caso Costa Rica, dove un governo democratico ha rispettato le condizioni dettate dagli Stati Uniti ed è stato ricompensato con una politica di oscillante sostegno. Questa situazione è destinata a perdurare se il Costa Rica riconosce l'autorità degli USA e del Fondo Monetario Internazionale (IMF), se protegge i diritti degli investitori, se difende un sistema dei media dominato dagli interessi commerciali dell'estrema destra, se ostacola qualsiasi seria drganizza:zione degli operai o dei contadini, e dimostra realmente di appoggiare la politica regionale e mondiale della classe dirigente. Nel Terzo Mondo non è facile trovare esempi analoghi. Ma le connessioni con i poteri industriali indicano chiaramente che il governo USA non è contrario alle forme democratiche in quanto tali. Nelle solide democrazie occidentali, governate dagli affari, non ci immaginiamo nemmeno che gli USA possano organizzare piani sovversivi, terroristici o attacchi militari come è generalmente successo nel Terzo Mondo. Ci possono però essere delle eccezioni. Infatti ci sono prove dell'intervento della CIA in Australia nel 1975 nell'effettivo golpe che rovesciò il governo laburista Whitlam quando si cominciò a temere che quest'ultimo potesse interferire con l'attività delle basi militari e di informazione di Washington di stanza in Australia. Massicce ingerenze della CIA nella politica italiana sono diventate di pubblico dominio da quando nel 1976 è stato divulgato il rapporto congressuale Pike, e questo sembra essere solo il primo capitolo di una lunga storia5 • Comunque la tattica in genere è stata quella di appoggiare le democrazie industriali. Una testimonianza storica, per sicurezza, deve essere valutata con una certa attenzione. Una cosa è rovesciare un governo democratico in Guatemala e tenere al potere una schiera di gangsterassassini per più di trent'anni, oppure collaborare alla organizzazione di un golpe o di una carneficina di massa ben riuscita in Indonesia, per citare alcuni dei tanti casi a noi familiàri. Ben diverso sarebbe ripetere queste prodezze in società relativamen- · te solide; il potere degli USA non arriva a tanto, e anche nel Terzo ' Mondo la capacità delle grandi potenze di esercitare la loro influenza sta diminuendo. Tuttavia sarebbe sbagliato pensare che sia solo per una mancanza di mezzi che gli Stati Uniti evitano di rovesciare i governi democratici delle società industriali a favore di dittature militari o di stati del terrore su modello latino-americano. Le conseguenze della Seconda Guerra mondiale sono in proposito illuminanti. Con un potere economico e militare senza precedenti, gli Stati Uniti $i stavano preparando a diventare la prima · vera forza globale, "un potere egemonico ail 'interno di un sistema di ordinamento del mondo", come la Commissione Trilaterale avrebbe commentato trent'anni più tardi. Numerose sono le testimonianze dei cauti giudizi che mahager di società pubbliche e private espressero circa un ordinamento del mondo conforme agli interessi da loro rappresentati. Benché soggetta a varie interpretazioni, la prova offre comunque un interessante approfondimento del complesso rapporto tra l'élite USA e la democrazia, in un periodo in cui gli Stati Uniti potevano influire sull'ordinamento interno delle società industriali.

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