Linea d'ombra - anno VIII - n. 48 - aprile 1990

APRILE1990 - NUMERO48 LIRE8.000 I mensile di storie, immagini, discussioni e spettacolo SPED.IN ABB.POSTALEGR. 111-70%-VIA GAFFURIO 4 - 20124 MILANO

edizionie/o I NOVITA' PRIMAVERA 1990 I Vladimir Makanin Azzurro e Rosso "... il miracoloso racconto lungo, o romanzo breve, che apre il dittico Azzurro e rosso di Vladimir Makanin. Non mi pare azzardato considerarlo (si intitola Dove cielo e colline si uniscono) come uno dei più belli della letteratura russa ed europea del nostro tempo. (... ) . C'è la storia della Russia e c'è la storia del secolo. Ci siamo noi - in mezzo - per i nove decimi, o più, rovinati dalla cattiva musica che abbiamo voluto o che ci è stata data e, pochissimi, simili allo scemo del paese del racconto che qualcosa ricordiamo, ma non sappiamo più cantare, armonizzare niente". Goffredo Fofl, L'Unità. pp. 128, L. 18.000 Chal"les Johnson n racconto del mandriano "Benché lo stile sia un'eccellente parodia del romanzo inglese dell'800, le sue radici appartengono alla tradizione fantasiosa e umoristica afro-americana, provando così ancora una volta che nulla è meglio dell'incontro tra più culture". Ishmael Reed. pp. 192, L. 24.000 Joyce Carol Gates Marya Dall'autrice di Sulla boxe e Un'educazione sentimentale, candidata al Nobel, una bella storia sull'America, sulla violenza di certi ambienti, su una donna alla ricerca del padre ucciso e della madre fuggita, sull'aggressività "americana" che nasce dall'assenza di radici e dal bisogno d'identità. pp. 290, L. 25.000 Christa Wolf Pini e sabbia del Brandeburgo Un'antologia dei migliori saggi scritti dall'autrice tedesca orientale nell'arco di un trentennio. Con profondità di analisi e originalità di scrittura affronta temi .come la condizione femminile, il ruolo dello scrittore impegnato, il romanticismo, la latteratura delle donne. pp. 200, L. 24.000 n' TASCABILI e,o Brandys - Esterhazy - Hein - Hrabal - Wolf Dall'est Il volume raccoglie testi (racconti, interventi, ecc.) di alcuni tra i più rappresentativi scrittori dell'Europa orientale. Il tema comune d'ispirazione sono i profondi e inattesi cambiamenti recenti. J L. 8.000 Christa Wolf Cassandra ' La storia di Cassandra e della guerra di Troia rivista con gli occhi di una donna. Un grande classico dei nostri giorni. L. 10.000 Lev Tolstoj n diavolo e altri racconti L'arte del racconto al suo massimo livello, sui temi della morte, della passione, dell'adulterio e dell'ascesi. L. 10.000 Bohumil Hrabal Treni strettamente sorvegliati Un esempio insuperabile dell'ironia praghese. Le disawenture di uno Charlot boemo , rese famose nel mondo dal film omonimo pre_miato con l'Oscar. L. 9.000 Rainer Maria Rilke Due storie praghesi Due novelle dedicate alla città natale, Praga, "piene di strade buie e di cortili misteriosi". L. 10.000 AUettort di "Linea d'ombra" offriamo in omaggio il volumetto tascabile Dall'est per ogni acquisto di almeno 50.000 lire. ·~· Edizioni E/O - Via Camozzi 1 00195 Roma - Tel. 06-352829 ~, J

Già pubblicati: Storia di una fattoria afrieana • Box-car Bertha • Firdaus • Misteri del chiostro napoletano • Piccoli contrattempi del vivere• Latte d'autunno• Viaggio nel buio • Lady Oracolo • Onnazaka • Il lungo viaggio di Poppie Nongena • Mi chiamo Rigoberta Menchti • Aloma • Cittadina di seconda classe • Donne d'Algeri nei loro appartamenti • Storie di bimbe, di donne, di streghe • Autoritratto di gruppo • Inganni e incanti di Sophiè Silber • Cara spudorata morte • In dicembre tornavano le brezze • L'età pericolosa • La svergognata • Il nuovo regno • Memorie di una figlia del popolo • Manicomio primavera •· L'inventario di Henriette Vogel • La sibilla.

PrimoLevi Opere 111. Raccontei saggi Il volume che conclude la raccolta deJI'intera opera di Primo Levi, dopo Opere J'è Romanzi epoesie. Introduzione di Pier Vincenzo Mengaldo. «Bibliotecadell'Orsa», pp. LXXXIII-98L6., 60 ooo \· DentonWelch Viaggioinaugurale Dall' lnghilterra verso la Cina piu segreta: l'avventuroso viaggio di un adolescente negli anni Trenta. Traduzione· di Maria Luisa Gertosio de Courten. «Supercoralli», pp. 316, L. 28 ooo MarioFortunato Ilprimocielo Il racconto di una fuga a due voci. «Supercoralli», pp. r4r, L. 22 ooo , HenryGreen Passioni Un intreccio di atroci menzogne e piccoli tradimenti, di sogni di fuga e di abbandono, di atti d'amore, mai consumati. Tradu~ione di Stefania Bertdla·. «N~ovi Coralli», .PP· 240, L. 20 ooo FedericFoellini · LavocedellaLuna * Einaudi NandodallaChiesa Storie dibossministritribunaligiornali intellettualiclttadhli Un viaggio nell'Italia del sopruso. «Gli struzzi», pp. x-264, L. 20 ooo FrancoFayenz Jazzdomani Un vero e proprio romanzo breve del jazz costellato di preziose.testimonianze dirette. I grandi personaggi, da Louis Armst~ong a.Miles • Davis la loro musica, la loro vita. «Gli struzzi», pp. vn-87 con r6 illustrazioni fuori testo, L. 14 ooo LastregeoTèsta Istruzioni perl'usodeltelevisore Bambini e Tv: una guida per genitori e insegnanti che contiene risposte e suggerimenti pratici da usare a casa e a scuola. · «Gli struzzi», pp. 209 con 34 illustrazioni nel testo, L. 20 ooo CesareCases IlboomdiRoscellino Satiree polemiche La parte del ragionamento e l' autenticità delle parole contro le lusinghe delle mode e delle ideologie. «Saggi», pp. xr-270, L. 36 ooo JosephKerman L'operacomedramma Da Monteverdi a Stravinskij: un li- . bro che, fuori dalla concezione del1' opera come puro spettacolo, restituisce al compositore il ruolo centrale di dramm3:turgo. Traduzione di Sandro Melani. «Saggi», pp. xvrr-231 con r.8esempi musicali nel testo, L. 36 ooo. « Il libro di un film sull'assenza di un sentimento, di un'ideologia; sul- GiorgioOrelli . ' Il frammentazione e sullò sbriciola- Ilsuonodeisospiri mento contemporaneo». . . SulPetrarcavolgare Con una premessa dell'autore e una nota di Il suono e il senso nella p·oe_. siadi Gianfranco Angelucci. · «Nuovi Coralli», pp. xrr-145 con 2r illustrazioni Petrarca. fuori.testo,.L. 20 ooo «Paperbacks», pp. v~r62,.L. 22 _ooo ErasmdoaRotterdam li lamentodellaPace Un testo appassionato d~l grande . umanista. Un appello al pacifismo di sorprendente attualità. Testo a fronte. A cura di Carlo Carena. «Nuova Universale Einaudi», pp. xxvm-89, L. 22 000 Poesiatedesca delNovecento Un ritratto della Germania in versi, attraverso una rassegna organica della poesia in lingua tedesca dall'Ottocento ai giorni nostri. A cura di Anna Chiarloni e Ursula Isselstein. «Pbe», pp. xr-472, L. 30 ooo_ OsvaldoRaggio Faide parentele Lostatogenovesevisto dallaFontanabuona I bisogni, le dispute, i framm~nti di vita quotidiana in una comunità lo- · cale fra Cinque e Seicento. · «Microstorie», pp'. xxxm-260, L 32 ooo GuntheRr oth Poterepersonale eclientelismo L'importanza del potere fondato sulla fedeltà, sulla fiducia e sulla clientela in ogni sistema politico. Traduzione di Lorenzo Riberi. «Nuovo Politecnico», pp. xx-158, L. ~8 ooo Callimaco Epigrammi Componimenti sentimentali ed ero- 'tici, lievi e scherzosi, iscrizioni votive e sepolcrali, rievocazioni di amici e nemici •senza co°'mozione né compiacimento. Traduzione di Alceste Angelini. «Collezione di poesia», pp. VII--r63, L.-14 ooo

Direttore: Goffredo Fofi Direzione editoriale:l.ia Sacerdote Collaboratori: Adelina Aletti, ChiaraAllegra, EnricoAlleva, Isabella Camera d'Afflitto, GiancarloAscari, Fabrizio.Bagatti, LauraBalbo, Mario Barenghi,Alessandro Baricco, Stefano Benni, AlfonsoBerardinelli, Giorgo Bert, Paolo Bertineui, GianfrancoBenin, FrancescoBinni, · LanfrancoBinni, Luigi Bobbio, Norberto Bobbio, Franco Brioschi,Marisa Bulgheroni, Gianni Canova,Marisa Caramella, Cesare Cases, Roberto Cazrola, Grazia Cheichi, Francesco Ciafaloni, Luca Clerici,Pino Corrias, VincenzoCorniolo, VincenzoCottinelli, Alberto Cristofori,Mario Cuminetti,Peppo Del Conte, Roberto Delera, Stefano DeMatteis, Carlo Donolo, Riccardo Duranti,Bruno Falcetto, Maria Ferretti,Marcello Flores, GiancarloGaeta, Fabio Gambaro;Roberto Gatti, FilippoGentiloni, PiergiorgioGiacchè, PaoloGiovannetti,Bianca Guidetti Serra, GiovanniJervis, Filippo La Porta, Gad _ Lemer, Stefano Levi della ToÌre, Marcello _LorraiM, l!riaMadema, Luigi Manconi, Danilo Manera, BrunoMari, Edoarda Masi, Roberta Mazzanti, PaoloMereghetti, SantinaMobiglia, DiegoMonnorio, Maria Nadotti, Antonello . 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Editore: Linea d'ombra,Edizioni srl Via Gaffurio 4 - 20124 Milano Tel. 02/(i691132--6690931F. u: 66"91299 Distrib. edicole Messaggerie Periodici SpA aderenteA.D.N. - Via Famagosta 75 - Milano Tel. 02/8467545-8464950 Distrib. librerie PDE - Viale Manfredo Fanti 91 50137 Firenze -Tel. 055/587242 Stampa Litouric sas - Via Puccini 6 1Buccinasco(MI)-Tel. 02/4473146 LINEAD'OMBRA Mensile di storie, immagini, discussioni Iscritta al tribunale di Milano in data 18.5.87al n. 393 Direttore responsabile:Goffredo Fofi _Sped. Abb. PosLGruppo IIl/70% Numero 48 - Lire 8.000 , AbbonamenJi Annuale: 1TALIA: L. 75.000 da versare a mezzo assegno bancario o c/c postale n. 54140207 intestato a Linea d'ombra. ESTERO L. 90.000 . I manoscrilti non vengono restiluiti Si risponde a discrezione della redazione. Si ubblicano esie solo su richiesta. Questa rivista è stampata su carta riciclata. LINEDA'OMBRA anno VIII aprile 1990 numero ·4s 4 . Alfonso Berardinelli 6 FrancescoCiafaloni 9 GiorgioBert 11 Noam Chomsky _ RUBRICHE: In margine (G. Chèrchi a p. 8) Intellettuali, comunismo, politica Diritto di_voto sui luoghi di lavoro Medicina e pazienti. Storia di bidoni La democrazia nelle società industriali ::;@IIIIIIIRtlliI:::mt:1t:tI:t=::::it:t::::::t11::tz::=::::::tII 18 21 Maria Schiavo MarcelloFlores Prostituzione a più voci Gli intellettuali progressisti e i loro difetti e G. Angioni su La miavita di Lina Merlin (a p. 20), M. Barenghi sullo scrivere e.il recensire (a p. 23), M,Beer su Leonard Woolf e Virginia (a p. 24), P. Splendore su Timothy Mo e il romanzo "etnico" inglese (a p. 26), M. Caramella su Libra di De Lillo (a p. 28), A. Cristo/ori sull'ultimo Vargas Uosa (a p. 29), G_. Scutari sui racconti di Nagibin (a p. 30), G. Turchetta sul giovanè Cassola (a p. 31), F. Serra sugli "Zap Comics" (a.p. 32). 44 46 61 69 56 57 59 36 37 40 41 75 77 CINEMA: MichailZvaneckij ViktorErofeev EmmanuelB. Dongala JohnBanville EnricoAlleva StephènJay Gould J OC({ues Testart GasanGuseinov -. JurifAfanas' ev Maria Ferretti Len "f(arpinskij MarioMiegge Tullio Vinay Come?! Non le hanno detto nulla?· · 1 Berdjaev La cerimonia seguito da un incontro conA. Brezault e G, Cravreuil Due racconti Condotta scorretta? L'ostilità verso gli errori scientifici Chi è Frank Einstein? Vociper un dizionariodt!ll'Urss Nazionalismo · Perestrojka e Glasnost Perestrojka e Riforma Burocrazia Storiadi Agape Vita operosa di Tullio Vinay Dai Ricordi su Agape-· 81 Arthur PeTlf! L'America che cambia a curadi P. Mf!reghetti e G.-Volpi su Crimini e miefatti di Allen (a p. 86), G. Canova su Nato il 4 luglio di Stone (a p. 87), G. Fòfi suMilou amaggio di Malle (a p. 88). · TEATRO: 89 PiergiorgioGiacchè Il "comico" e il "politico" del teatro di Fo TELEVISIONE: I 91 Paolo Rosa La Tv che ci guarda 92 Paul Virilio Teleazione e illuminazione a curadi F. d'Acquarone e M. Lombezzi • I La coyertinà di questo numero. è di GekTessaro.

ILCONTESTO ~ Intellettuali, comunismo, politièa Pensieri di un intruso Alfonso Berardù:ielli, La verità sul partito comunista e più in generale sul comunismo internazionale era già stata detta da tempo, a più riprese, a partire dagli anni Venti eTrenta fino a ieri. I comunisti quelle verità le hanno sempre rifiutate, e hanno, più o meno violeqtemente, diffamato o perseguitato, potendo, chi le diceva. Tutta là verità sul comunismo e sui partiti comunisti, che fossero al potere o meno, è stata detta da non comunisti, da ex comunisti (giudicati e definiti rinnegati, traditori) o da militanti e intellettuali di sinistra che i comunisti hanno sempre ( e tuttora lo fanno) liquidato semplicemente come "anti-comunisti" per la sola ragione di non aver accettato gli errori, i dogmi e le atrocità di partito. Ora è bene, e sarà un bene per tutti, che i comunisti facciano anche in Italia la loro pratica di autocoscienza. Anzitutto devono convincersi che non tutta la tradizione di sinistra e non tutta la tradizione rivoluzionaria occidentale coincide· col comunismo, .né col marxismo. Oggi questo riconoscimento è essenziale: perché si possa eventualmente usare di nuovo Marx quando serve a capire la società in cui viviamo, e perché non si creda che l'interruzione della tradizione dei partiti fonnatisi nella Terza Internazionale voglia dire rinuncia alla critica del capitalismo e impossibilità di difendersi dallo sfruttamento e dall'oppressione. Mio padre, che era comunista, non si dichiarava tale, diceva: "Sono anarchico". Forse non era.solo una questione di pudore e di amarezza, era anche una priorità. Di un comunista che non sia, ancora prima, un anarchico, io ancora diffido. In ogni futura Scuola Quadri, se ce ne saranno, di ogni futura formazione politica che nasca da un precedente Partito comunista, dovrebbe esser:econsiderata assolutamente doverosa, se non obbligatoria, la lettura almeno dei seguenti libri: Vietar Serge, Memoriedi un rivoluzionario. Simone Weil, Scrittistoriciepolitici (parzialmente tradotti in italiano col titolo Sulla Germaniatotalitaria). George Orwell, Omaggioalla Catalogna. Arthur Koestler,Buioamezzogiorno (o Schiumadellaterra). Ignazio Silane, Uscitadi sicurezza. E infine, prima di Tocqueville, Herzen, Passatoe pensieri. Questo perché nella maggioranza dei marxisti il marxismo è diventato una deformazione caratteriale, che richiede attente e amorevoli cure. Certo, le medicine sono un po' amare. Ma bisogna prenderle. Forse è tardi per queste cure. Ma pretendere di farne a meno perché è tardi potrebbe essere fatale. Nei paesi dell'est europeo, dove i partiti comunisti hanno governato senza opposizione per diversi decenni, negli ultimi mesi del 1989 i capi comunisti sono stati estromessi dal potere per inettitudine o per indecenza, sono stati processati per alto tradimento, sono stati condannati a morte per aver commesso crimini contro il proprio popolo. In questi paesi, che hanno avuto le prove di che cosa dei partiti comunisti al potere sono in grado di fare, presentarsi oggi come membri di un partito (anche solo di nome) comunista, sarebbe uno scherzo di dubbio gusto. H Partito comunista italiano non può 4 essere accusato di cose che non ha fatto. Ma il non aver fatto il comunismo, il non aver provato a farlo, se da una parte lo assolve, dall'altra gli toglie ogni diritto di parola in proposito. Leader politico è colui che muove gli altri. Militante politico è colui che fa lui ciò che gli altri dovrebbero fare, ma, chissà perché, non fanno. Muovere gli altri. Sostituirsi agli altri. Si tratta in ogni caso di attività che tendono, quanto più riescono, a creare un'edificante immagine di attività là dov:eprobabilmente non ce ne sarebbe nessuna. Agire significa mettere in gioco la propr.ia vita, cambiarla. Nessuno può agire al posto di un altro, a nome di altri, né spingere un altro ad agire, perché le conseguenze di ogni azione ricadono anzitutto su chi la compie. Bisognerebbe chiedersi: che cosa veramente e soprattutto imparavano i marxisti da Marx? Una risposta potrebbe essere: il culto della freddezza conoscitiva e della forza materiale. Non è detto che sia così. Se ne può discutere. Ma se è così, come alternativa al capitalismo non era granché. Non usare gli aggettivi: "grande", "forte", "formidabile" se · non in rapporto con fenomeni e manifestazioni immateriali, inoffensive. Mai dire_:"formidabile movimento di massa", "grande forza organizzata", ecc. Solo chi sospetta se stesso di impotenza sente il bisogno di fare propaganda alla grandezza e alla forza materiali, che non ne hanno bisogno. Limitarsi semmai a dire, a volte, "fonnidabile quartetto d'archi", "grande solitudine", "forte clausola ritmica".:. Quanto al pensiero, eviterei del tutto di misurare se è forte o debole. Meglio cercare di capire se è vero o falso, se defonna o rispetta la cosa di cui parla, se rende esplicita la situazione di chi parla, se ha dei secondi fini, e quali. Soltanto quando il militante si ferma e il leader tace si comincia a capire qualcosa: che cosa la gente davvero pensa, vuole e può. Non capisco la politica, penso che la politica non capisca me, ma in questo non mi sento affatto solo, tutt'altro. Oggi il migliore e più autorevole teorico su cui il Pci può contare è l'ottantenne e benemerito filosofo liberal-socialista Norberto Bobbio. Dopo un duello con i comunisti e i marxisti durato almeno trent'anni, Bobbio ha vinto. È il garante morale e intellettuale dei comunisti italiani. È bene che il Pci si ispiri a Bobbio e riconosca i suoi meriti. Ma che cosa in questo ci sia da dibattere, e che cosa ci sia dì comunista, non si capisce. Lo strano è che proprio ora molti intellettuali sentono un grande desiderio di dichiararsi comunisti. Le ragioni di questo desiderio non sono sempre chiare. Forse alcuni di loro rendono omaggio alla memoria di quello che il comunismo è stato, per decenni, perun secolo e più, per milioni di persone. Ma trascurano che questo qualcosa non è stato soltanto speranza di riscatto, è

stato anche illusione, delusione, conformismo, repressione, ricatto. E infine, nei paesi dove la speranza avrebbe dovuto diventare realtà, il comunismo è stato umiliazione, miseria morale e materiale, asservimento, deportazione, prigionia, morte. Nel migliore dei casi, il comunismo sarebbe e continuerebbe a restare solo un'idea; ma questo è davvero poco marxista, ha poco a che fare con la politica, non è né verificabile né falsificabile, è indifferente a qualunque prova in contrario, a qualsiasi fallimento e smentita. Gli intellettuali marxisti hanno superato in astrattezza qualunque intellettuale astrattamente idealista. Se i fatti hanno smentito la loro idea di comunismo, ebbene, tanto peggio per i fatti. Alla distinzione fra comunisti e non comunisti, si potrebbero sostituire innumerevoli altre-distinzioni, tutte più reali: fra buoni e cattivi (perché no?. esistono! si vede da quello che fanno, dai sogni che sognano), fra poveri e ricchi, fra chi dice molte bugie e chi ne dice poche, fra chi vuole comunque esercitare un potere sugli altri e chi invece no. ·Stare attenti alle parole che si usano. Non dire per esempio: "il nostro muro di Berlino" se non si vive né a Berlino né in Germania. Non dire: "il nostro Vietnam", "la nostra Intifada", "la nostra rivoluzione", "la nostra perestrojka", ecc. Non proiettarsi con le parole in situazioni politiche e sociali che non sono quelle proprie. In questo modo non si allarga la propria coscienza politica: la si falsifica. Ci si ubriaca. La solidarietà diventa un narcotico, un ornamento. Ci si trasferisce immaginariamente e in modo retorico altrove, in altri continenti, mentre la .propria immaginazione va esercitata e misurata sulla realtà prossima, nell'orizzonte della propria vita quotidiana. Coloro che nelle assemblee, nei movimenti, si insediano ai tavoli della presidenza e non c'è modo di farli sedere altrove, sono gli aspiranti politici di professione, coloro che combattono l'attuale classe dirigente per soppiantarla. I leader naturali si trasformano in leader artificiali. Un movimento spontaneo si trasforma nel pretesto perla costituzione di una setta innamorata del proprio ruolo-guida. Burocratismo e demagogia: le due facce dell'inganno politico. burocratismo vuol dire polverizzare problemi umani e sociali filtrandoli attraverso un apparato di parole e di procedure formali che li rendono prima irriconoscibili e poi li cancellano. Demagogia vuol dire sbandierare con foga principi giusti col solo scopo di riscaldare la platea e di strappare l'applauso: in questo il demagogo, nel momento in cui esercita la demagogia, sembra inattaccabile. La sola annà sarebbe gridargli in faccia che è un ipocrita, che sta mentendo, che non manterrà quello che promette perché mantenerlo è impossibile. Ma a farlo si passa per ingenerosi e diffidenti, in mezzo ad una massa di entusiasti che, per il momento, hanno voglia solo di illudersi. Un partito che si rinnova, anche se lo fa per lottare meglio, si rinnova soprattutto adattandosi e adeguandosi, e quindi si appresta a somigliare di più a tutto ciò contro cui dovrebbe lottare o dice di lottare. In questo senso, la "diversità" dei comunisti poteva essere un bene. Ma guai a chi è diverso essendo egli comune! Guai a chi odia il potere perché lo vorrebbe. I corrtunisti non sono stati abbastanza diversi da meritare la loro diversità politica:E ora è troppo tardi per rimediaré. ILCONTESTO Il comunismo è stato una realtà. Chi oggi evita di stabilire un rapporto fra la propria idea di comunismo e quella realtà, trasfor- · ma il comunismo in una bugia. Il problema è sempre lo stesso e chi vuole può ancora affrontarlo: perché dopo un po' i rivoluzionari si trasformano sempre in terroristi e in burocrati? Perché mai la loro idea di prassi-consiste · in queste due cose: l'azione rapida e distruttiva compiuta in nome delle masse, e il controllo organizzativo di ogni eventuale azione delle masse? Di fronte a una grande mobilitazione politica di intellettuali, la tentazione irresistibile è di guardare altrove. Tutto diventa stranamente emozionante, interessante: la faccia di un vagabondo irrecuperabile, due commesse che si specchiano ii:iuna vetrina, alunni della scuola elementare, una coppia di provinciali benestanti in vacanza, un calzolaio superstite seduto al suo deschetto ... Il merito maggiore di ogni grande manifestazione politica di intellettuali è proprio questo: far sembrare immediatamente più reale tutto ciò che resta fuori. Chiedersi che cosa c'è in fondo all'immagin~ione di un intellettuale che si dirige verso la politica: se per caso non ci sono Punizioni esemplari, Sacrosante risse, Raffiche di mitra, Colpi al mento, Folle oceaniche che acclamano un uomo solo su un podio .. La politica è definibile come quella particolare attività nella quale un individuo intelligente e onesto avrà sempre la peggio davanti a un furbo senza scrupoli. ,, . Il problema dei rapporti fra cultura e politica direi che èilitto qm. Foto di R.obcrto Koch (Contrasto). 5

IL CONTUTO Chi viene applaudito per aver detto una cosa non vera, è perduto. Da quel momento non crederà più nel pubblico che lo ascolta, né in ciò che lui stesso dice. È così che si formano le personalità politiche: con l'abitudine a sopravvivere in un regime di comunicazione falsificata. Il tentativo di realiz:zare il comunismo è storicamente fallito. Se qualcuno vuole ricominciare da capo, allora ognuno si scelga il punto di partenza che preferisce, l'autore a cui tornare. Ma per favore non ditemi di tornare a Marx, o a Parmenide. Preferirei · qualcosa di intermedio. Di autori dopotutto ce ne sono: potremmo · tornare a Shakespeare, per esempio, o a Tiziano Vecellio, a Vivaldi, a Goya, a Puskin ... Prendere un pittore o un musicista come leader teorico di un nuovo movimento politico sarebbe una vera novità. Nominare leader dopo secoli qualcuno che non si è mai sognato di diventarlo. N:onesiste una soluzione all'inveterato problema dei rapporti ·fra intellettuali e politica: perché gli intellettuali o capiscono fin troppo bene la politica e diventano dei politici. O viceversa la politica non riescono in nessun modo a capirla, e finiscono per allontanarsene (salvo chiederle, occasionalmente, la realizzazio-' ne di ideali troppo alti). La politica dovrebbe invece essere considerata un'attività inferiore, poco importante, ausiliaria, da controllare dall'esterno, ~ e soprattutto da rendere.meno ingombrante possibile.L'ideale è: anonimato dei dirigenti politici. Modesti, solerti, umili servitori del bene altrui. '> Predicare con l'esempio e là dove per caso ci si trova. È la sola forma di propaganda politica onesta. Il comunismo oggi è una bugia. Gli intellettuali che oggi si dichiarano comunisti sono ingenui bugiardi che non sanno quali ·parole usano. O bugiardi colpevoli: demagoghi che non vedono • al di là del proprio naso, perché la loro demagogia è destinata a durare pochi mesi. Esibiscono il loro comunismo come una · fedeltà. Ma fra sei mesi, fra un anno, quali prove avranno dato del loro essere comunisti? A chi oggi dichiara: "lo sono comunista!" si può solo replica- _ re: "Me lo dimostri!" Fino a poco fa per considerarsi ed essere considerati genericamente_dei comunisti bastava iscriversi a un ]:>artitocomunista, o anche soltanto dargli il voto alle elezioni. Oggi, dopo Gorbaciov e la maggiore chiarezza provocata dagli eventi dell'est europeo, questa via comoda al comunismo neppure in Italia è più possibile. Anche i comunisti, cioè, sono ricondotti alla realtà. Devono essere in grado di definire il loro ideale di società e il modo per raggiungere questo ideale. Correre immediatamente in soccorso di chi sta male ora e non . ha i mezzi per difendersi dalla prepotenza. Questo è il -solo modello di azione politica utile. Quante azioni politiche di questo genere riescono a produrre le grandi macchine organizzative? Qualcosa che chiunque, purché lo voglia, può fare anche da solo: potrebbe essere questa, d'ora in poi, la buona definizione di prassi politica. · Introdurre il diritto di voto sui 1-uoghi di· lavoro .. ~na- proposta ambiziosa Francesco Ciafaloni Il sistema sindacale dell'Italia repubblicana, come è noto, è fondato sul patto politico tra i partiti del Comitato di liberazione nazionale, tra le forze politiche i cui esponenti hanno scritto la costituzione. Per questo motivo, o anche per questo mòtivo, i lavoratorì come tali, gli operai in particolare, che hanno rappresentato per decenni il nerbo del sindacalismo italiano, non hanno mai esercitato in forma piena e diretta il diritto di eleggere i propri rappresentanti sindacali; o almeno non lo hanno mai esercitato con la frequenza, l'estensione e fa certezza del risultato con cui lo hanno esercitato e lo esercitano, con alterne fortune, in Inghilterra, in Svezia, in Germania.· Se nei sistemi politici socialdemocratici e laburisti le sezioni sindacali sono iscritte d'ufficio al partito o hanno diritto a una quota di voti nei congressi, in Italia sono i partiti che hanno sempre esercitato un diritto di tutela, di garanzia, addirittura di nomina, sulle dirigenze sindacali e ne hanno garantito la legit~ timità. Il pluralismo sindacale raramente si è manifestato attraverso . votazioni, col prevalere di una linea o dell'altra, di un gruppo o dell'altro di dirigenti, a seconda del prevalere dell'una o dell' altra linea all'interno dello stesso gruppo di interesse. Jl pluralismo si è piuttosto manifestato attraverso 1~eserciziodella libertà di associazione: attraverso la scissione del sindacato unico e la formazione di più confederazioni, con la fondazione di sindacati autonomi, di categoria, di mestiere, professionali; di fazione (come ne esistono nel pubblico impiego); più di recente attraverso la formazione di Cobas, non veri e propri sindacati nuovi ma gruppi di pressione autonomi dalle decisioni dei sindacati propriamente definiti, ambigui in quanto talora costituiti anche da iscritti ad altri sindacati. La fondazione del sistema sindacale sulla politica, che ha coinvolto anche le confederazioni scissioniste, può avere avuto il non trascurabile merito di rendoce più morbido il passaggio dall'agricoltura all'industria, anche se ha avuto la non trascurabile colpa di abbandonare i braccianti e i contadini alla difesa clientelare dei partiti cii governo. · Ora però l'industriàlizzazione è finita e sta perfino rifluendo; il patto costituzionale è, speriamo, interiorizzato da}cittadini ma non è più un patto tra partiti contro un pericolo totalitario

esterno; ora della dipendenza dei sindacati dai partiti si vedono solo i difetti. La colla della mediazione partitica strangola tutto e rende insignificante l'esercizio del diritto di voto politico perché i partiti governano impropriamente-attraverso la nomina ,degli amministratori di banche, aziende, associazioni, in parti- - colare attraverso la nomina e la dosatura del peso delle confede-. razioni sindacali. Le fazioni partitiche determinano e legittimano il proprio interlocutore sindacale, al di fuori di ogni regola, a meno di nuove rivolte. Perciò, per ristabilire il funzionamento del sistema democratico, più importante di altre riforme istituzionali su cui si avanzano sempre nuove ipotesi è introdurre la fondazione autonoma sul mandato diretto dei rappresentanti del sistema sindacale. Bisogna che i lavoratori dipendenti, nelle fabbriche e negli uffici, siano chiamati a votare come non fanno da più di dieci anni, con un sistema_di reg·ole che consenta poi l'elezione democratica dei dirigenti dei sindacati.. A rendere questa democratizzazione· se non sicuramente possibile certo urgente, necessaria, sono anche le trasformazioni recenti del sistema politico italiano. Il Partito comunista sta cambiando natura. Iri un certo senso l'ha già cambiata per il solo fatto di aver discusso pubblicamente, contandosi, nell'aver rotto il proprio centralismo. Io sono tra quelli che sono contenti di questa trasformazione. Temo però, anche per quel che si sa del contenuto del dibattito, che la trasformazione lasci un grande vuoto, oltre a creare una grande potenzialità. La potenzialità sta nella fine del timore di forze, anche associate, come la Cisl o la sinistra Cisl, del potenziale totalitarismo (centralismo, egemonia, si usi il te_rmineche si vuole) dei comunisti. Il vuoto sta nella rinuncia, che sembra inevitabile, al rapporto diretto, organico, con i lavoratori, in particolare con gli operaL La fine di questo rapporto è nelle cose, nella trasformazione delle città, dei quartieri, delle fabbriche, dei modi di comunicazione, delle culture, della natura dei rapporti interpersonali fuori dal lavoro. La discussione in corso, quale che ne sia il risultato quantjtativo, a giudicare da quel che si legge, ne cancella anche la finzione. - La cosa più pericolosa sarebbe che nel prossimo fuiuro tutti facessero finta di nulla, come se il rapporto con gli uffici e le fabbriche fosse garantito o dalla magia del nome o dalla magia del desiderio, dell'impegno, della continuità fisica dei delegati, talora valorosissimi. Ho sentito discutere di rappresentanze particolari di quasi tutto dalla differenza .sessuale agli immigrati, qon di' una rappresentanza particolare dei lavoratori come tali. Questa rappresentanza va invece garantita. Vorrei nominare appena un piccolo e basso problema ulteriore. Al momento la ripartizione dei posti nella Cgil è retta, come tutto, dal patto costitutivo e risale al '48. Perciò è più determinata la percentuale dei socialisti, dei comunisti, degli ex-scissionisti socialisti, di Op; Come pensano di governare la Cgil i segretari quando le tre correnti comuniste chiederanno il riequilibrio (scommetto che si chiamerà così) e cioè le parti proporzionali? E cosa succederà se, come è fatale, le opinioni espresse dai sindacalisti di carriera comunisti non coincideran- - no con le proporzioni nel partito? E se si formerà una componente neocomunista nella Cisl? E se.verrà applicata la percentuale fissa per le donne? Ho la vaga impressione che, in assenza di 'elezioni, per _amministrare il Cencelli sindacale, ci vorrà una rete di persona! , . ILCONTESTO Ibm. Più realisticamente che la spartizione degli incarichi assorbirà ùna parte crescente del tempo dei sindacalisti, anzi si avv_icinerà ad assorbirne tutto il tempo e che i Cobas diventeranno l'unico sindacato vero italiano. Loro diritto naturalmente e meglio di nulla; ma penso che invece, proprio per i problemi che abbiamo di fronte (pubblico impiego, fasce deboli, scricchiolii nel mondo operaio, sotto pressiorie da troppo tempo) la confederalità, la generalità, la rappresentanza bilanciata degli interessi, sia una dimensione fondamentale del sindacalismo italiano e della stessa democrazia. __ Si dirà che questo è possibile nei paesi in cui non c'è pluralismo sindacale politico, in cui cioè non c'è la possibilità di fatto per ogni singolo lavoratore di aderire a più di una confederazione. Io credo che la possibilità tecnica e politica di questa elezione generale ci sia e che sia irresistibile se un soggetto sufficientemente forte, anche solo la maggioranza di una sola confederazione, deciderà di praticarla, anche unilateralmente, con _ un sistema di regole aperto, in cui ci sia posto per tutti. Penso anche che in una proposta che riconosca la pluralità e la regoli sia implicita una forte carica di unità sindacale, che la possibilità di federare le confederazioni'ne risulterebbe non dico rafforzata, perché è moria, ma risuscitata. Ma come è possibile che ciò che non è riuscito venti anni fa durante il massimo sommovimento sociale del dopoguerra, possa sperare di riuscire oggi, quando all'orizzonte c'è solo la resistenza dei ferrovieri o quella dei bancari a mutamenti che avverranno in ogni caso? Si tratterebbe certo di una ~emocratizzazione assai poco bellicosa, con ampi contrasti tra differenti situazioni sociali del lavoro, con aree innovati ve ed aree conservatrici; avrebbe pur sempre il merito di dare voce alle fasce assai ampie, non espresse, del lavoro: agli impiegati delle aziende private, ai giovani, ai tecnici, ai precari. Non sarebbe la prima volta che il movimento dei lavoratori riesca a fare in ginocchio e trascinandosi cose che non è riuscito· a fare quando era in piedi e correva. . II voto espresso in forme garantite trasforma il mondo assai più di quanto non credano i cultori dei rapporti di forza. O, se si preferisce, il voto espresso, in assenza di ricorsi ~lle armi, crea rapporti di forza. _ Lettera 2·~ internazionale, · . J Vivere senza nemici: P. Bruckner, V. Canby Uno zar per la perestrojka? 'Schlogel, Batkin, Kljamkin, Migranjan L'Ottantanove e il Diciassette Cornelius Castoriadis L'età del jazz Con un'intervista a Miles Davis Rivista trimestrale europea _ Edizione i~aliana Lukacs e l'anticapitalismo romantico Strada, Lowy, Pike, Heller, Vajda" Notturno rumeno Manea, Sorescu Abbonamento annuo edizione italiana (4 numeri) L. 35.000; cumulativo èon un'edizione straniera (francese, tedesca o spagnola); · L. 70.000. Versamenti JuI·ccp, n, 74443003'intestati a LETTERA · INTERNAZIONALE s,r.L, via Luciano Mànara 51,- 00153 Roma, o con assegno allo stesso indirizzo. Anche nelle principali ~dicole è librerie. 7

IL CONTESTO Ah,obesa Italia... Grazia Cherchi . Forse perché influenzata dalla lettura di un dattiloscritto ambientato in un reparto di obesi (anzi, di obese) diun ospedale di provincia, ecco che, quasi d'improvviso, mi accorgo che e 'è in circolazione un numero impressionante di obesi. Che, ad esempio, nei mezzi pubblici occupano un paio di posti ciascheduno. Si tratta perlopiù di donne, tra i venti e i quarant'anni, spesso, ma non sempre, meridionali d'origine. Anche tra i pochi bambiru che ancora allignano tra noi, sono molti gli obesi (a Venezia, apprendo, un bambino su quattro è in questo stato). Le vedi troneggiare, queste vittime dell 'ipernutrizione in tram o in metrò, in genere stringendosi addosso con cupidigia sacchetti di patate fritte. Ma il fenomeno dev'essere di massaseèvero,comehascrittomi pare Arbasino, che per il recente Fide/io alla Scala, per trovare comparse adatte a impersonare gli smunti prigionieri, si sia dovuto andarli a prendere a Varsavia (ma già anni fa per una riduzione teatrale di Se questo è un uomo di Levi il regista era alla disperazione non riuscendo a trovare aTorino dei magri adatti a popolare iÌ Lager). La spiegazione che comunemente sidàdi quest 'ingombrante presenza-in ascesa-di obesi nel nostro paese è che si tratta della conseguenza della fame patita in passato: di qui l'assalto all'un tempo mitico companatico: .e giù carrettate di merda tropicale, di dolciumi iperglicemici, di antipastini spappolafegato, ecc. ecc. (nei supermercati il venerdì sera si vedono carrelli così stracolmi da poter nutrire non una famiglia ma l'intero condominio). Ma forse la spiegazione è (anche) un'altra: si mangiano dolci in eccesso quando si hanno carenze affettive e si mangiucchia ad ogni piè sospinto quando non si sa cosa fare di se stessi nel Grande Vuoto di tutto: magari non.lo si avverte a livello di coscienza, ma lo si registra a livello fisiologico: il malessere da vuoto tinge e stinge infatti le nostre giornate. "Crack" fa il piccolo Budda 8 assiso vicino a me sul tram. E tritura in bocca quattro patatine alla vòlta. Alcune gli sfuggono dalla manona e cadono a terra. Mi fa imperiosamente cenno di raccogliergliele. "Crack" faccio io schiacciandole col piede mentre cerco di raggiungere l'uscita sgusciando tra due taglie forti. Ancora sul vuoto Eppure ci può anche essere un'utilità nel praticare il vuoto, come dicono questi versi di quel grande poeta che è Bert lt Brecht: Se al vuoto Se al vuoto anzi tempo mi volgo Ricolmo rientro dal vuoto. Quando pratico c.olniente Tomo, il mio compito, a saperlo. Quando amo, quando sento, Anche mi logoro, Io so. · Ma più tardi, dentro il gelo, Riarderò. (trad. di Franco Fortini, in. "L'immaginazione", sett-ott. '89) Tormenti d'oggi Vado a teatro (di prosa) non più di due-tre volte all'anno (amiAÒ ! . \JE,'fE<Zo-fUO Df MIG(\)QiTA ~ ci competenti mi assicurano che non perdo granché a non andarci di più). In queste occasioni già quando prendo posto sono in stato di preallarme, e sto in allarme per tutta la durata dello spettacolo. Durante il quale sono costretta a zittire una media di tre volte, sono redarguita degli zittii con improperi vari altrettante volte e per il resto del tempo sto a sorbirmi: i colpi di tosse (ma che dico? tutto il pubblico è sempre affetto a teatro da gravi forme di bronchite), le risate a sproposito (quelle scandalizzate sono le più intollerabili dato il linguaggio che la gente pratica abitualmente), ecc. ecc.• Vado al cinema un po' di più, diciamo una volta al mese, e qui prima di prender posto studio la platea onde evitare in primis i gruppi giovanili, che usano il film per chiacchierare a perdifiato dei fatti loro, e subito dopo le coppie di donne che usano sproloquiare, non a bassa voce, dei fatti del film. Ma queste cautele non bast.ano, data l'abitudine italica di entrare anche a proiezione iniziata. Quindi, se cambio posto una volta sola, mi è andata bene. Vado a un concerto una volta al trimestre: succede come alla prosa, con inmeno le risate e inpiù il gran scartocciare di caramelle. · Perché tutto questo baccano, questa costante distrazione eccitata? Forse una delle cause principali è l'abitudine alla Tv, guardando la Vignetta di Altan (Ouipos). Atv\/E:PI'510 Pos,~ cojotJE, : quale si chiacchiera anche d'altro, si sgranocchia o si sorseggia qualcosa e l'attenzione è sempre intermittennte. Di qui (anche di qui) verrebbe la disabitudine a partecipare in toto aquanto si vede o si sente, a farsi coinvolgere per più di qualche istante. C'è inoltre, ormai diffuso ovunque, l'odio e il timore per il silenzio, e infatti il suo opposto, il rumore, è diventato la compagnia prediletta (forse l'unica compagnia?). Non a caso l'unica frase che mi è rimasta impressa dell'ultimo film di Fellini è quella che dice alla fine Benigni: "Se ci fosse un po' di-silenzio, se tutti facessimo un po' di silenzio, forse qualcosa potremmo capire". A proposito di teatro, al punto in cui siamo meglio sarebbe tornare esplicitamente al Settecento quando, come documenta fior di letteratura, era· scontato che lo spettacolo sulla scena fosse in secondo piano rispetto a quello tra il pubblico: si entrava e si usciva a piacimento durante la rappresentazione, nei palchi si mangiava, beveva e amoreggiava alacremente. Solo ogni tanto, tra un bon mot e l'altro, si puntava l'occhialino anche sul palcoscenico. Un Diario tutto da leggere Studio Editoriale (SE) ha meritoriamente ristampato il Diario (1887-1910) di Jules Renard. Eccone qualche assaggio: "28 maggio 1891: Presentato ieri a Mendés. Mi dice: 'Avete un romanzo? Portatemelo subito: ve lo pubblicherò tra cinque o sei anni"; "28 aprile 1893: Lo so: tutti i grandi uomini, in principio, furono incompresi; ma io non sono un grande uomo e vorrei essere compreso subito"; "l gennaio 1894: Cosa preparate di bello adesso, caro maestro? 'llmiotestamento', risponde Goncourt"; ''22 luglio 1894: Jules Renard, un Maupassant da taschino"; "1 marzo 1898: Mallarmé è intraducibile anche in francese"; "28dicembre 1903:Che stupidaggine chiamarlo Teatro del Popolo! Chiamatelo Teatro degli Aristocratici, e il popolo ci andrà"; "25 giugno 1906: Poeta nuovo. Tenete bene amente questo nome, perché non se ne parlerà più"; "l gittgno 1907: 'Ecco', diceva Vietor Hugo, 'andrò fra i due eserciti, •offrirò il mio petto ai proiettili, sarò ucciso e così l'assedio sarà finito ...'. 'Sarà finito per voi', rispondeva Scholl"; "22 agosto 1907: Occorre scrivere come si parla, se si parla bene". ·

ILCONTESTO Medicina e pazienti Storia di bidoni Giorgio Bert È un paziente come tanti. Un uomo di cinquant'anni, apparentemente in buone condizioni fisiche, robusto, colorito. Ha una cascina e parecchie giornate di terrenonell 'astigiano e ha lavorato dieci ore al giorno e più, con moglie e figli, fino a un paio di anni fa. Adesso non può più: pressione alta e turbe coronariche ben evidenti all'elettrocardiogramma sconsigliano attività pesanti e faticose;'per fortuna i figli sono rimasti in campagna, ma lui si sente infelice, poco utile, tanto più che si cura con attenzione e non ha grandi disturbi. Sospetto che lavori più di quanto non mi dica; comunque va e viene in bicicletta senza problemi. Quando l'ho visto la prima volta, appunto due anni fa, ho consigliato una serie di esami clinici approfonditi; il medico curante però non ha preso la cosa troppo sul serio,,epoi lui avrebbe dovuto andare avanti e indietro dalla città, mettersi in lista d'attesa, o peggio, ricoverarsi; insomma, non se n'è fatto niente, e dopo un po' anch'io ho finito per accettare la situazione, limitandomi al trattamento medico tradizionale. Adesso però mi chiedo: se lui fosse stato non dico un medico o un dirigente FIAT, ma semplicemente uno che abita in città, a due passi da cliniche e da ospedali attrezzati; se il medico curante fosse stato un assistente ospedaliero o un docente universitario; se lui stesso fosse un appassionato lettore di riviste mediche, uno che non perde le rubriche televisive sulla salute ... se fosse stato, insomma, direttamente o indirettamente infarmato, il trattamento sarebbe stato lo stesso? • Il mese scorso ho visto il dinamico dirigente di una grande industria tessile: un uomo sui 45, lanciato versol'apice della carriera (direttore generale per il nord Europa). Mi ha detto che non veniva mai alla "mutua", ma che qualcuno di cui si fidava lo aveva consigliato di consultarmi, che insomma ero attendibile (per quanto può esserlo un medico, appunto, della "mutua"). Anamnesi, visita, elettrocardiogramma; conclusione: turbe coronariche, non molto dissimili da quelle dell'agricoltore di cui sopra. Anche a lui consiglio; con cautela, ulteriori esami e nel frattempo, riposo. Esclude quest'ultimo in modo tassativo: deve partire per un viaggio di affari che lo porterà in mezza Europa; quanto agli esami, li farà, senza dubbio. Logicamente non l'ho più visto alla "mutua". Il suomedico mi ha detto proprio ieri che si è subito messo in mano al direttore della cattedra cardiologica dell'università, ha fatto tutti gli esami in pochi giorni in clinica privata, e il mese prossimo sarà operato a Montecarlo (due by-pass), dove deve comunque andare per motivi di lavoro. Stesso problema, due risposte diverse. Perché? Qualche anno fa era tutto più semplice: mettevamo ogni diseguaglianza in conto alla nequizia della classe dominante, alla medicina del capitale, alle diverse possibilità economiche; erava-. mo convinti, allora, che un servizio sanitariÒ nazionale, permettendo a tutti quanti l'accesso alle prestazioni, avrebbe ridotto, se non annullato, le differenze tra i cittadini. Forse sarei ancora fermo a questa analisi alquanto superficiale, se non avessi abbandonato l'università e la politica sanitaria per tornare a fare il medico normale per gente normale. Posso così constatare ogni giorno che le differenze tra i cittadini esistono ancora, e anzi si approfondiscono, ma non dividono più con tanta chiarezza le classi sociali e i ·livelli di reddito; almeno non qui, nel nord industriale. La scelta, se di scelta si può parlare, sembra oggi · essere tra l'impiego diagnostico e terapeutico delle alte tecnologie biomediche e una medicina "dolce", personalizzata, non eccessivamente scientifica, che può anche associarsi con pratiche terapeutiche parallele. Scelta più urbana la prima, più diffusa in provincia e nelle aree rurali la seconda. La differenza tra i due gruppi sembra essere legata non tanto al reddito quanto ali' abitudine e alla possibilità di ricercare e di ricevere informazioni, oltre che alla maggiore o minore vicinanza a centri altamente specializzati. Né è da trascurare una certa diffusa cultura di tipo ecologico o igienistico, spesso più immaginaria che approfondita. Ora, sarebbe bello e riposante pensare che non d\ diseguaglianze si tratti, ma di scelte differenti collegate a contrapposte visioni del mondo; si dà però il caso eh~ spesso le alte tecnologie possano rendere la vita più gradevole e talvolta più lunga, e che la definizione di una diagnosi, di una prognosi o di un trattamento richieda spesso indagini e analisi approfondite. La rinuncia a un intervento corretto e preciso in nome di una medicina meno -aggressiva e più "naturale" può portare non a una morte anticipata (che può anche essere una scelta accettabile) ma a una lunga e angosciosa invalidità. ·L'ignoranza non permette di operare scelte, né al paziente bé al medico. Nella pratica clinica non siamo chiamati a decidere tra principi astratti del tipo "alta o bassa tecnologia", "medicina dolce o aggressiva", e simili: il paziente infatti ha la curiosa abitudine di chiederci che cosa è meglio per lui, per la sua salute, non cosa è meglio in assoluto. Lasciarlo solo davanti a una scelta impossibile non significa riconoscerlo come soggetto libero e autonomo: significa semplicemente abbandonarlo, ingannarlo, Foto di Giovanni Giovannetti (G Nc,i). ,9

ÌL CONTESTO ignorando deliberatamente le nostre responsabilità. Ma la riforma sanitaria che auspicavamo, non doveva appunto permettere ai cittadini di controllare l'operato dei tecnici? Il fatto è che la cosiddetta riforma sanitaria risulta, anche là dove si è tentato di applicarla, un autentico bidone. Il cittadino o, come ci si diletta a chiamarlo con termine ormai dispregiativo, l'utente non è in grado di scegliere e tanto meno di gestire la sua salute più di quanto non lo fosse con le vecchie mutue; meno, anzi: ché a suo nome parlano e agiscono politici e funzionari statali, regionali, zonali arroganti e somari, o medici presuntuosi e ·arrivisti. L'utente raccoglie le sue informazioni dove sa'èpuò, e si costruisce modelli e paradigmi immaginari che associano le sue convinzioni personali con le dichiarazioni del1 'assessore, l'intervista al professor X, qualche puntata di checkup, alcune rubriche di rivista, quello che è capitato alla zia, quel che gli dicono il medico curante· e gli specialisti e così via. Eliminando le numerose contraddizioni tra le varie fonti, il cittadino definisce un quadro generale di riferimento entro il quale individua regole e diritti; è a partire da quel quadro che effettua le sue "scelte" donde hanno poi origine le diseguaglianze e le discriminazioni. Queste presunte scelte si collocano oltre a tutto in un'epoca come quella attuale, in cui impera la volgarità, intesa come desiderio di apparire, di esserci, di trovarsi tra quelli che contano: · ,l'attuale classe dirigente è ormai la microborghesia con i suoi valori impiegatizi e limitati, con i suoi segni e simboli di successo: andare da Maurizio Costanzo; firmare un appello di intellettuali; avere un giardinetto con una tuja e due cani lupi di terracotta sul cancello; comprare i libri di cui si parla; avere qualc;osadi firmaµ>, · sia l'abito o l'orologio, la borsa o l'auto; bere Arneis o un Cabernet californiano; fare le settimane bianche o andare alle Maldive. Tutte queste cose e molte altre del genere passano oggi per diritti fondamentali, e.tra questi diritti si collocano, a parità con le altre, le presunte scelte per la salute. Così la Tac o la risonanza magnetica nucleare, il triplice bypass (meglio se fatto a Nizza) o l'ecografia, l'infallibilità della diagnosi e della cura diventano, per gli amanti delle alte tecnologie, diritti in quanto simbolo di un livello sociale elevato. Protesi sconola propria salute e non controllano niente o quasi; gli aspetti essenziali del benessere sfuggono completamente di mano o vanno persi in un mare di informazioni inutili o dannose. Però, se ci si samuovere, si potranno sempre sfoggiare con amici e parenti Tac e Rmn, ecografie e isotopogrammi, o, ali' opposto, tisane, diete orientali, mappe cinesi. Si fa credere alla gente che può decidere sui farmaci, basta leggere il foglietto illustrativo: dottore, ho preferito sospendere · queste pillole, perché fanno venire la rabdomiolisi ... non so cos'è ma dev'essere una brutta cosa. L'inganno peggiore, insomma: niente pane ma tante brioches. Anni volgari, quelli in cui la salute diventa roba da dilettanti o da stilisti. Anni di dubbi, anche: dovrei forzare il mio agricÒltore a passare all'alta tecnologia? Vivrebbe di più? Vivrebbe meglio? . · 1 Bei tempi, quelli della medicina del capitale, quando tutto era ordinato e classi dominanti e subalterne stavano disciplinatamente al loro posto, gli uni sfruttando i lavoratori, gli altri minando il sistema. E noi scrivevamo saggi e articoli su riviste ora scomparse, additando il nemico ai compagni:.ci si sentiva nella storia, almeno! Adesso tutto sembra così mal definito, impiegatizio, volgare. Credo sia una questione di età. .r- ,roie-;.;;;n-;r~ie-;.~ ~ 7 I LINEAD'OMBRAa.l SalonedJI hbrod~Tor.no I I presentelraàsuacollana "APERTURf' I I conparticolarcecenstouivolumi I I G.Anders, Discorsoulletreguerrme ondiali I I ·, AldoCapitini, Le tecnichdeellanonviolenza. I I luned2l 1maggiaoll,eore17.00 I I pressloasalaD,pianfoerraT, orinEosposizioni. I · I InterverranGnoffreFdofiF, ilippGoentiloni, I . I . MarinSoinibalLdiu,igMi oncoNnia,nnSialio. · I L~----~-----------J valvolari e interventi complessi sono cose da esibire come il e Pajero o la giacca dì Valentino, e come questi perdono ogni rapporto con la salute o con la vita. flll Non è raro del resto che anche la scelta oppo~ta. la mediçina , V Breyten Breytenbach · "dolce" o "alternativa", venga pacchianamente esibita come••• Memoria di neve e di polvere . rifiuto del progresso tecnologico (sempre cattivo) in nome di una o non meglio definita "natura". È un altro modo di definirsi nella Un romanzo in cui la storia di un amore disperato gerarchia sociale. Risul,tato, tutti bidonati: l'operaio pugliese tra una giornalista etiope e un attore sudafricano immigrato a nord, che sfoggia con orgoglio la_suavalvola artifi- e svaria in una meditazione sull'esilio, il t:adime1;1to, ciale e annessa pensione di invalidità quanto l'architetto alla la passione e la creazione, secondo lo stile magico moda che rifiuta quello che chiama "accanimento terapeutico", ~ e intenso di un grande scrittore. cioè qualche esame necessario. Bidonato probabilmente anche il O <'.) _ mio agricoltore, che ha scelto i consigli del suo medico per paura · · e P:rc~é s~e?dere in città è così_scomodo, e che continuerà,~. La città senza luoglìi · vemre m b1c1a fare l'elettrocard10gramma facendo sempre p1u • . • . . . fatica m~ cosa vu?le, si i~~ec~~ia tutti, eh, ~o~tor:? . . . 1111 lndtv1duo, conflitti e consumo nella metropoli In un epoca di volgarità, d1ignoranza, d1,c1taz1omsbaghatc, , V a cura di Massimo Dardi · . di scelte presunte e presunti diritti, permangono le diseguaglian- 1 · I " . , ,, · . · . · . . . ze, ma sono viste come gradini di una stessa scala sociale che tutti ....... La . ~1~tafutura e il proget_t,?1d:ale ~on~ sost1tu1t1 sperano di poter salire. E quelli ch,eproprio non ce la fanno, o li ,- A defimt1:7amente da u1;1~rga~1s~o m 11vemre, siguardaconodioo,peggio,lisiosservaallaTvnelloroambientc ~- deterII:ma~o da conflitti sqciah, 1al c1:colare della naturale con la stessa vaga commozione con cui i borghesi o comunicazione e dal consumo dei bem. dell'età di Luigi Filippo leggevano le descrizioni delle classi popolari nei romanzi di Sue. · CJ .. . .· . t Li abbiamo (e ci siamo) bidonati. I cittadini•utenti non gesti• Ed1z1omCosta & Nolan Via Peschiera 21 16122 Genova

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