Linea d'ombra - anno VIII - n. 47 - marzo 1990

MUSICA pescati dalle acque del profondo, scuro e limaccioso Mississippi. Nel brano Pire on the Bayou (a cui si ispiralastupendacopertinacon un coccodrillo dalle squame infuocate) si respira l'unùda temperatura dei Bayous, una fitta rete di circa 14.000 chilometri di cariali senza corrente, meandri di acqua bassa e stagnante orlati di verde, il Paese liquido che è diventato la patria dei Cajun. "Una terra solitaria, desolata;J1elle depressioni acquitrinose, dove i gigli tjgrati raggiungono la grandezza di una testa d'uomo, brillano tronchi di un verde luminescente che, sotto la scura superficie della palude, assomigliano_ a corpi annega~i" . (Truman Capote, inAùrevoci altre stanze). E quando questo mondo viene investito dal rovente Fonk dei fratelli Neville le fiamme cercano di affogare la palude: Pire on the Bayou, 5'17" di fuoco. Ma nello stesso album c'è spazio anche per il beat del sol cari be. (con la celeberrima Sitting in Limbo di Jimmy Cliff), per un omaggio a Nat King Cole (MonaLisa), per un doo-woop gospel (The ten commandaments of fove), per un funky arrabbiatissimo (Hey Poclcy W ay ), per un tuffo nella salsa (R un J oe) e ovviamente per un omaggio a un classico neorlensiano (/'/wlko ). Non a caso parecchi di questi brani sono ancora oggi in scaletta nelle loro esecuzioni live, come regolarmente si è verificato nel loro concerto milanese dell'ottobre scorso. Neville-Jiation/ (Black Top/Edsel) e JJ (Spindletop Records) sono album che ci regalano, con qualche anno di ritardo, la r_egistrazione dÌ un concerto dei Neville. La registrazione era avvenuta alcuni anni addietro, nell'82, in uno dei pochi locali "veri" della Crescent City, non ancora infettato dal virus del turismo musicale di massa, un germe che "ha già colpito irreversibilmente parecchi locali, una volta considerati sacri. Il locale sieronegativo è il Tipitina's sito all'incrocio tra il numero 501 di Napoleon Avenue e la Tchoupitoulas Street Con una parola altrettanto impronunciabile (Treacherous), che nel linguagc gio da strada identifica la classica canaglia, più simpatica che cattiva, si intitola un album doppio (Rhino Records 1986) che raccoglie le migliori incisioni del gruppo: da Mardi Gras Mambo del lontano '55 ·a una registrazione live del mar:zo '85, con una stupenda medley composto da°Amazing Grace/Down by the Riverside!Amer,. Nell '87 è uscito Uptown (EMI America Record), un disco con cui, avvajendosi della preziosa collaborazione di musicisti pop del calibro di Jerry Garcia, Carlos Sa,n.tana_eKeith Richards, i Neville hanno realizzato un opera di pop & soul, il loro album meno neorlensiano.11 prepotente ritorno alle origini avviene con Yellow Mòon (A & M Records 1989), un disco prodotto da Daniel Lanois, il regista del successo degli U2 e del ritorno di Robbie Robertson. La culnfra musicale della Crescent City· fa i conti con il rap (Sister Rosa, dedicato a Rosa Parks, colei che con un atto di indisciplina pubblica contribuì alla nascita del Movimento dei Diri~i Civili) e si reimmerge nei ritmi africani da . sempre parte integrante della musicadellaBig Easy (My blood). Il tutto senza dimenticare i classici del pop nero (A change is gonna come di Sam Cooke) e sènza perdere la voglia di misurarsi con l'impensabile (due cover dylaniane: With God on our Side e Will the Circle Be Unbroken). E poi tanti brani pregni del sound della Crescent City, tra cui spicca la title track Yellow Moon. Sul 'onda del.successo della loro ultimafatica, i Nevi/le hanno tenuto il 20 ottobrescorso_aMilano un concerto(unica dataitaliana)la cuibellezzae intensitàerainversamentepròporzionale alla modestaentità numericadel pubblicopresente.In quellaoccasioneabbiamopotuto intrecciareuna velocechiacchierataconCharles,consideratò,a torto, lo sbandatodellafamiglia a causa di una sua infelicefrequentazione delle carceri dellaLouisiana,per avereimparatoa suespeseunaequivalenza così riassumibile:2joint = 3 anni diprigione (1972-1975).Da lui abbiamoavuto la conferma del 'attuale vitalitàdella scena neorlensiana.Dice CharlesNeville: New Orleans è una città che anche og_gi,alle soglie del 2000, non è solo una leggenda, ma una realtà. E la Big Easy. Da noi la gente prende la vita lentamente, e la vita è piena di musica e la mu94 sica costituisce un fattore importante della nostra esis~nz~ quotidiana. Dopo qualche anno di stasi New Orleans sta rigenerando un suo Dixieland e conferma di essere il centro della musica popol~e statunitense. In un certosensosietefigli d'arte. Vostramadree vostrozio Georgeavevanouna.compagniadi balletto.Avetericevutoun'educazionemusicale? Non abbiamQ ricevuto una particolare educazione musicale: semplicemente abbiamo avuto molta musica, sia a casa che in città.Dall'asilo dove c'era una classica Ri ver Band, sino alla High School dove ho imparato a suonare il sax. A casa c'era sempre musica: mia nonna, mia mamma, mio padre e mio zio cantavano sempre. Mia nonna amava gli spirituals e in più aveva delle particolari canzoni per ogni momento della vita quotidiana: una per cucinare, una per stendere i panni e così via. Voglio ricordare che anche mia sorella Athelera entra· a pieno titolo nella dinastia canora della famiglia: nei sixties cantava nei Mel-Tones ed era molto brava. Raccontamiqualchecosa del 'esperienza dylaniana. Dylan è un mito e lavorare con lui pernoi è stato un onore, oltre che un piacere. Ma di lui tutti sanno già tutto. Invece ho scoperto che in Europa non gode della giusta fama che merita un artista comeAllen Toussaint È il più importante compositore di canzoni degli anni Cinquanta e Sessanta, brani che sono diventati dei successi nell'area di New Orleans. Molti musicisti devono essergli grati e chi ama la nostra musica deve sentire le sué canzoni: se ne innamorerà. Pochi annifa l'Europa ha scoperto·l'esistenzadel beatafricano.Per voi l'Africa è semprestata unprecisopunto di riferimento.C'è qualcheartistache ami in modoparticolare? Ci sono molti musicisti africani che mi piacciono e se proprio devo dare una preferenza ti dirò che mi piace la musica che arriva dalla Nigeria e che amo artisti come King Sunny Adè, Fela Kuti e Yusuf Olatunji. Poi mi piace molto anche I;:i musica di Cuba e· Haiti, dove i ritmi africani sonò molto evidenti. A New Orleans si stanno già mischiando elementi della musica popolare americana con i nuovi suoni delle Antille, che a loro vdlta hanno fuso sonorità africane: TheAmericanIndianRhythm sarà il suono di domani. A me poi piacerebbe fare dello zouk o fare una session con i Kassav'. E non è detto che ... C'è un legametra la vostramusicae la culturaVoodoo? Il ritmo che usiamo nelle nostre canzoni è preso dal ritmo degli Yoruba che furono portati in schiavitù nei Caraibi. Alcuni riti e ritmi delle loro cerimonie religiose li puoi vedere e sentù:e in alcune strade della nostra città anche oggi. Tutto questo è Vooçloo e noi non possi;,unonon rimanerne contaminati. Anche nel nostro ultimo album c'è un brano che porta anche la mia finna e che si chiama proprio Voodoo. Tipiace il disco di Ivan, il figlio di tuofratello Aaron? Sì, anche se è mòlto diverso dalla nostra musica. Ivan aveva iniziato con noi e poi ha sviluppato un sound personale, in un certo senso più violento del nostro soul. Si è trasferito a Los Angeles: ha mischiato il suono della West Coastcon quanto aveva imparato con noi. ·Anché la sua come la nostra è una musica bastarda, e il bello sta qui. Non sarà saporita come il nostro gumbo (zuppa locale,piattoforte dell(lcucinadellaÈig Easy, n.d.r.), ma è pur sempre una buona minestra, e a noi di New Orleans i minestroni piacciono molto.

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