botteghino come "incasso", ma anche come ·cartina di tornasoie che segnala il gradimento che aveva un attore, prima, e uno spettacolo, dopo "Mentalità del botteghino" come polso per misurare l 'influe;nza del proprio agire, ma ancp.ementalità della claque (e il sottoscritto ne ha fatto spesso parte, cooptato proprio per uno dei più famosi Pirandello messi in scena da Randone), dei bauli, del recitar-cantando, dei gesti significanti (pochissimi) e degli sguardi profondi (tanti). Si tratta insomma di uno strano paese chiamato teatro, esistito una volta e · che oggi si è mutato in qualcosa d'altro èhe ha poco in comune con quello all • antica che ne è in tutto e per tutto diverso. Ma parliamo oraproprio di quest'altra cosa, dell'attualità, e prendiamo, a confronto, un attore della generazione degli attuali quarantenni, nato nel dopoguerra, vissuto con il boom, malformato con la regia, emancipato con il ritorno ai primattori. Un attore che è abituato alla.televisione, a essere televisivo, una bestia particolare perché, anche se "roso dal sacro fuoco", non fa teatro se non inquadrato esistemato in una cooperativa di cui è socio, o in uno stabile dove è assistito per un abbondante numero di mesi. Dei suoi spettatori sa solo che si chiamano "turno a", "turno b", "turno c" ... E certamente a questa attività aggiunge un po• di doppiaggio, dà la voce a qualche stupido protagonista di quei serial ormai divenuti pane quotidiano di tutte le tv private, fa qualche figurazione nel cinema, un ruolo di secondissimo piano in un altro ancora (che certamente sarà tagliato, mal' agente consiglia di non rinuncia92 TEATRO re perché serve per farsi "vedere" nell' ambiente del cinema, e far alzare la caratura personale), e poi ci sono le letture radiofoniche a mezzanotte e alle sei e un quarto del mattino e, se non bastasse, c'è la tv: la conduzione o di un qualche terribile "ring" tramarito emoglie, o di un qualche "non ti sopporto più" tra padri e figli o ancora"il gioco degli amanti" ... E se tutto va male si può sempre profittare di qualche passaggio da Costanzo, di essere ospiti da Mike o "a cena" da Raffaella. Sicuramente tuttoquesto rappresenta un' altra mentalità (mi astengo dall'esprimere ogni · giudizio di valore) che prevede un'altra relazione con il teatro e di seguito anche con il denaro, una mentalità che trasforma queste anime d•artista da cicale in formiche: partecipazioni ad aziende possibilmente stabili, piccoli ma oculati investimenti, case di proprietà, assicurazioni integrative, eccetera. Da vecchi non avranno problemi. E, se li avessero, avran- . no avuto l'accortezza di trasferirsi a Bologna o aMilano, dove esistono le case di riposo per gli attori. È ancora scottante il caso di quella scrittrice che non facendo né la giornalista, né la consulente editoriale, né la direttrice radiofonica, né l'opinionista, né la selezionatrice nei premi letterari, né ... né ..., solo pochi anni fa fu costretta alla stessa denuncia. Ora Randone. E tutti a chiedersi perché? Per la solita ragione che ha a che vedere.col "progresso" e la "civiltà". Il problema che sollevano viene letto, come se fosse di sostanza residuale. È possibile che in un paese come il nostro, benestante fino al ma- }essere,opulento fino ad esplodere, ci sia ancora qualcuno con questi problemi? Certamente non sono persone che vivono la cronaca e l'attualità! Non sono abbastanza à la page! E infatti si tratta proprio di "sopravvissuti", di esseri che appartenevano ad altre ere ed altri mondi, che non sono stati "cancellati" come si dovrebbe. Lo Stato si accorge di non essere stato capace di _occultare le tracce rèali del "come eravamo", ormai affidato unicamente a un qualche programma televisivo di Raitre. Da quel punto di vista, quello dello Stato, sarebbe preferibile auspicare che tutti facciano come già tanti hanno fatto e fanno tuttora, tanti di cui nohsisanulla: anzichéfareappelli, autodenunce, dichiarazioni e polemiche, semplicemente autosacrificarsi ancora per un po' e annullll!si, spegnersi nel silenzio, e restare nella cronaca: un trafiletto di tre righe a pagina trentadue del quotidiano locale, senza tentare'di arrivare alla prima pagina e senza, ·soprattutto, fare gesti eclatanti e ridondanti che possano creare disagio nell'opinione pubblica.• Il segnale di Randone che potrebbe apparire come un coup de théàtre,ed è solo un grande coup de vie; dal limite della cronaca, è urlare alla storia e-semplice e ammirevole gesto per un af~ore-, è farsi testimone,peruna volta non' in scena ~a nella vita, di tutti gli altri, di quelli che non hanno la possibilità o l'occasione di denunciare la propria condizione di vecchi, di soli, di vittime. Rondone nella Dodicesimanotte (Roma, 1950/ e in una recente ripresa dell'EnricoIV di Pirandel o.
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