CINEMA cinema politico degli anni Settanta. Poi si torna.a parlare del film da fare, con una detenninazione e una voglia tutta nuova di provarci, di insistere ... E tutti, senza dirselo, avvertono un clima diverso, più caldo, meno asettico, meno professionale. C'è però sempre una paura e un pudore a riconoscersi fuori del proprio ruolo: non più, o non solo, sceneggiatori e registi alla ricerca di · una buona idea per un buon film ma uomini ("compagni" è un'altra parola severamente vietata) che hanno esperienze, rabbie e speranze comuni e un .comune desiderio di esprimerli con il cinema. Il grande freddo degli anni Ottanta ha raggçlato tutti. Chiusi · in ruoli professionali duri come corazze.è difficile ritrovarsi al di là delle ideologie in pezzi. E ancora più difficile tornare a sognare non tanti "piccoli film" ma un cinema nuovo. Sì, molto difficile. Forse ~mpossibile. O forse no. Forse è solo "come quando muore la madre". ·GIOVANISCENEGGIATRICI, OGGI IN ITALIA RobertaColombo, RobertaMazzoni "Giovani sceneggiatrici, oggi, in Italia", Questo potrebbe essere il titolo. Di un tema, di un articolo, di un saggio, di una conferenza. Oppure solo di una chiacchierata tra addetti e non-addetti ai lavori. Le parole che fonnano questo titolo sono poche e, a leggerle ·così tutte insieme, hanno anche un loro senso. Individuano, come in una definizione, qualcosa di molto simile a una .. categotia", a uri "gruppo". Un po' come dire: "Donne in carriera a Los Angeles", o "Giovani rampanti a Milano". Una fascia sociale, un gruppo di mercato. Per di più c'è· quella parola, ''sceneggiatrici", volutamente scritta al femminile, il che dà subito una direzione precisa al tema, una sottolineatura, diciamo così, usando un tennine un po' sorpassato, di "genere". Un ulteriore raggruppamento all 'inteqio del gruppo "giovani sceneggiatori". Il campo si restringe sempre di più ... Sé ci fosse un test, uno di quelli che allietano le nostre vacanze sugli inserti delle riviste da spiaggia, la domanda sarebbe: "Sei una giovane sceneggiatrice? ...", e via con le crocette, A, B, C, le 86 frecce che ,ti portano ai quesiti più strampalati e finalmente alla tabeHa coi risultati: profilo 1: "sei nata per fare la sceneggiatrice: buttati!".:. Profilo 2: "Hai le potenzialità: impegnati!" ... Profilo 3: "Lascia perdere: fai la casalinga!"... · , - Quèsto, però, non è un test da spiaggia. E il titolo di un articolo. E in queste poche parole messe in fila è veramente contenuto un gruppo sociale, anchè se ristretto. · Per esempio, noi due. Giov;mi sceneggiatrici, oggi, in Italia. Non c'è dubbio, siamo noi. Vediamo di analizzare, in tono volutamente provocatorio, tutti i tennini che compongono questo titolo. Per capire cosa significa "essere" giovani sceneggiatrici, oggi, in Italia, cosa vuol dire per noi, cosa vorremmo che diventasse. . "Giovani". Aigettivo che, almeno sul vocabolario, ha un . significato preciso: " ... Di persona che è tra l'adolescenza e la maturità o, più in generale, che non è vecchia ..." Questa la , definizione ufficiale. Forse, però, almeno nel nostro campo, ce n'è una più giusta. Quella che si legge subito dopo, definita come 'figurata': "giovane: incauto, imprudente. Inesperto.".,. Ecco. È questo il senso che ha l'aggettivo in,questo titolo: si· è giovani, in questo mestiere, finché si è (o si è considerati) "inesperti". Finché non si è percorsa, tutta, fino in fondo, la famosa gavetta, finché non si è ben certi di aver "fatto pratica". Insomma: si è-considerati "giovani" finché non si è diventati • "famosi" o, per lo meno, conosciuti e collaudati. Finché non si danno garanzie sufficienti. Puoi essere giovane fino a 50 anni, quando, finalmente, riesci a collaborare a un film che viene realizzato e ha successo. Oppure puoi essere vecchia a 30, se per caso, per fortuna o per bravura hai già scritto due o tre film andati bene. Dipende. Come si fa a capire qua,ndo non si è più "giovani"?.;. Semplice: quando il produttore che ti chiama non ti chiede più: " ... Portami qualcosa di tuo da leggere, così, per capire se sai . . ,,, . scnvere.... , "Sceneggiatrici". Femminile di sceneggiatore. L'uso del femminile è, come abbiamo già notato, volutamente sottolineato, Nella pratica non si usa quasi mai, così come difficilmente si sente dire 'avvocatessa' o 'architetta'.Nell'usocorrente,percomodità, si mantiene il maschile. Il che va benissimo; la "differenza di genere" è. un concetto che sa di vecchio, di sorpassato._ Anzi credevamo, almeno noi che "abbiamo più di trent'anni", che non fosse più necessario usare il femminile-per definire i mestieri. Non la pensano invece così, sembra, né le nuove né le vecchie generazioni. Che. improvvisamente, diciamo da circa un anno, hanno scoperto che, anche in questo campo, esistono le donne. Roberto Colombo (foto di Claudio Santini) e Fronéo Bernini.
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