STORIE/WELCH nitori d'epoca vittorianadi fiori profumati.E si imbambolòsopra al cassetto.Guardandogliil dorsocosì vicino,Flora, si sentì spinta a dire: "Sei felice di venire qui, Harry? ti piace lavorare in giardino?" · Lui laguardòconunodeisuoisorrisipiùsmaglianti.Unagoccia di pioggia scintillò ancora nella fossetta alla base del collo. Dalla calda e umida divisa militare, salì un inequivocabile odor di soldato. · "Mi piacequi,quantocasamia.Primaeromoltotriste-nessun posto dove andare; adesso io penso ogni giorno: stasera vado dal signorPinkston." "Mio marito ti è simpatico?"gli chieseFlora, sebbenesapesse perfettamentechedesideravasentirglidirequalcosadi carinosudi sé. . "Il signorPinkston è unuomo molto buono, molto intelligente, molto forte..." · Harrypronunciòqueste frasi,ben sapendochegli era impossibile esprimeretutta la sua ammirazioneconparole inglesi.Arrossì un poco e di nuovoguardò il cassettoper nasconderel'imbarazzo. "Questecose,propriobelle"mormorò,sfiorandounodei lucidi ventagli. La peluriasul suocollo ebbe un riflessodoratosullapelle abbronzata.Flora provò l'irresistibile impulsodi trattarlocome si fa con un bambino. Si chinò verso di lui, chiudendogli occhi, e lo strinse.trale braccia. · Sentì il corpo di Harry irrigidirsi.Farsi di ghiaccio.Appoggiò le labbra alla sommità del suo collo. Era freddo, mentre si era aspettata di sentirlo più caldo delle sue labbra. Harry deglutì; lei sentìcheilsuopomod'Adamo andavasuegiù,comeunoscoiattolo che saltelli per scappare,ma ha una zampa legata. E adessoFlora stava piangendo. Le calde lacrime che gli cadevano sul collo riempironoHarrydi sgomento.Sigiròtendendola~sta versodi lei, negli occhi un'espressione disperata, piena di compassione e di infelicità.Flora la vide e ne fu così colpita da tornare immediatamente in sé. Ritrasse le braccia. Si guardò meccanicamentenello specchioe constatòquanto il piantol'avesse imbruttita.Le lacrime non eranoriuscite a rovinarle il trucco,ma le avevanoinfiammato occhi e palpebre, e aveva le orbite rosse come una vecchia strega rachitica."Non sembranoveri" pensò, "sono stata truccataper un qualche Macbeth.'1 Si passò le mani tra i capelli, ravvivando i riccioli, lisciandosile onde. Sentirlicosì vivi e forti la confortòun poco. Cercò di chiarirsi le idee. Che cosa le aveva fatto? Lei lo considerava un piccolo uomo, inutile, patetico, ridicolo. In che modo era riuscito a spezzarela sua consumata sicurezza, tantoda farla tremare, senza più protezioni? Si sarebbe mai riavuta da questo attimo inaspettatoe rovinoso che lui le aveva stimolato? Harry si era rimesso in piedi e le stava di fronte imbarazzato. "Ora devo andare, signoraPinkston; stasera aiutoa suonare la musicaper il concerto al campo." Le sue labbraeranoinmovimento,stavacercandodi aggiungere qualcosa alla frase. Le parole vennero fuori in un inglese affannoso. "lo la stomoltoringraziando,signoraPinkston,e il suodavvero buon marito, per l'amicizia a me; io così solo prima. Presto tomo inGermania;iodicoaimieiche lei è come,come-". Cercavauna parola che potesse esprimere la sua gratitudine. "Lei è come una madreper me - mia madre inglese." Fu fuori dalla stanza,e giù dalle scale,mentrenelleorecchiedi Flora continuavaa rimbombarequell'odiosa parola. LINEAD'OMBRA PROVINCIADIMILANO NORD SUDESTOVEST Noi e gli altri: Sala Congressi Via Corridoni 16, Milano 22 marzoore 21 Anita Desci India, PaulGinsborg GranBretagna, SlphoSepamla SudAfrica 27 marzo re 21 ElenaPoniatowska Messico, LudvikVaculik Cecoslovacchia 23 maggio re 21 lanMcEwan GranBretagna, JordanRadickov Bulgaria, VladimirMakanin URSS 28maggio re21 EduardoGaleano Uruguay, NormanManea Romania, ArthurPenn USA Uneàd'ombraedizioni ViaGaffurio4 - Milanotel.02/6691132- Fax6691299 Provincia diMilano Assessoratoalla Cultura- ViaGuicciardini6 - Tel.02/77402912 Conlacollaborazionedi GIUNTI GRUPPO EDITORIALE
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