Linea d'ombra - anno VIII - n. 47 - marzo 1990

SAGGI/UIITNliR A. Zipser). E nel 1985 ella affennò ancorà di concepire sempre più la letteratura come uno "strumento per aprire l'accesso a sfere inconsce", come "via che conduce al fondo delle cose proibite, escluse sin dall'inizio, non consentite, represse; alle scaturigini del sogno, dell 'irnmàginazio- . ne e della soggettività" (Wiener Rede - Discorso di Vienna; cfr. anche · Warwn schreiben Sie ?). E nel corso dei decenni Christa W olf è rimasta fedele a questa letteratura, concepita senz'altro come strumento che deve servire allo sviluppo dell'umana consapevolezza di sé. Una simile determinazione è tanto più incredibile in quanto Christa Wolf, quasi a ogni nuovo libro, si è scontrata con atteggiamenti di rifiuto, con convinzioni fortemente cristallizzate, con la diffidenza; ha dovuto tener te- . sta a reazioni come quelle suscitate daNachdenken uber Christa T. (Riflessioni su Christa T.),o anche a una situazione che, a partire dal tardo autunno 1976, minacciò di affievolire le sue energie. (A questo proposito Christa Wolf così si espresse nella conversazione con Frauke MeyerGosau:" ... un periodo nel quale pareva non sussistere più alcuna possibilità di agire"). Ma può essere che la parola venga meno anche a coloro che possie; dono coraggio e chiarezza intellettuale; che subentri la rassegnazione, che si arrendano. In Christll Wolf si può invece osservare il grande esem-· pio di un permanente recupero di se stessa (e insieme di recupero della sua missione come scrittrice), grazie a una vitale e intrepida riconversione intellettuale. Anche laDarmstiidter Rede (Discorso di Darmstadt) del 1980, in ringraziamento dell'assegnazione del Premio Bilchner, da cui emana un senso di profonda disperazione, è pur sempre un discorso che affronta questa disperazione con vitalità ed energia. Nel Discorso di Darmstadt si susseguono le domande angosciose:"Cosa deve ancora accadere prima che la parola ci venga meno? Fino a quali intrecci, a quali morti la letteratura dòvrà ancora seguire gli uomini come un becchino?( ...) Vincolati a un passato non compreso fino in 72 fondo, inchiodati a un presente quasi senza alternative, pieni di cattivi presentimenti: come poter parlare? Si prepara un nuovo ciclo di contraddizioni storiche -nel segno dell' 'overkill ', gli verrà dato il tempo per manifestarsi? Una letteratura la cui lingua, le cui forme esprimono i modelli concettuali e comportamentali dell'Occidente; le cui strutture, pur se sviluppatesi nella descrizione di contraddizioni, presuppongono tra noi uomini un rapporto costruttivo, che però non può più essere dato per certo: non è dunque costretta, gira e rigira, per quanto si tormenti, a essere e a rimanere comunque complice di questo processo di alienazione e di questo tipo di sviluppo?" Alla fine, invece ciò che viene fuori è quel deciso "eppure", grazie al quale tali quesiti vengono quasi magicamente privati del loro potere ·paralizzante. E al dubbio sulla lingua si contrappone d'improvviso ·un'assoluta fiducia in essa, espressa dall'Autrice coniugando tra loro concetti come "ingenuità" e "assenza di ragionevolezza". E anche "lucida follia"; pur aggiungendo di abbandonarsi a questa lucida follia" ...per non cadere in preda al lato oscuro della ragione": Cassandra. Cassandra, il cui monologo interiore, d'altro èanto, non fa intuire affatto di dubitare della lingua. E Christa Wolf stessa, nell'intervista rilasciata a Jacqueline Grenz (Ursprilnge) oss~rva a questo proposito:"Non mi è mai sem- . brato che Cassandra avesse difficoltà a esprimere la sua esperienza". * * * Nessun accenno, dunque, al fatto che questa Cassandra corra il rischio di essere sopraffatta: dalla sua esperienza. Un linguaggio pacato, denso; divenuto così controllato forse per il fatto che tutto è ormai "passato"? Che nulla può giungete più, se non la morte? Certamente chi dà questa interpretazione trascura l'ambivalenza del rapporto tra l'io-narrante e l'io dei personaggi. E non potrebbe anche essere che, grazie al registro linguistico scelto per il· racconto, per Cassandra, Christa Wolf si sia "liberata" proprio

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