silenziosa, bordata di alberi e cespugli informi, ove si può passeggiareo sognareo nasconderequalcosa. Aguardargiùdalla nostra casa verso l'altro lato della strada, in direzione della Gedachtniskirche,da cui ogni serarintrona un furiososcampanìo a più voci, si sa che al prossimo angolo si stende la Wichmannstrasse, poi la Nilmbergerstrasse, poi la Kurftirstenstrasse.Laggiù vi è anche l'Hotel Eden, a una distanza di duecento, forse trecento metri. Tutto questo, però, non lo so ancora, lo apprendo soltanto in seguito: i nomi s'imparano a memoria, senza alcun motivo. II Ma non è allo scenario primaverile, o estivo, in cui strepitano i pifferi e i tamburi che intendo riferirmi. V'era già stata una guerra, avevo potuto cantare la Guardia al Reno, mio padre era ritornato. Lo udivo eseguire al pianq,sonate di Scarlatti, di notte, quando per qualche secondo giacevo tra sonno e veglia. Come si stava bene nelle notti della mia infanzia, che non risuonavano se non di quella musica. Anche i rumori quotidiani si prendevano cura di me, erano improntati a sollecitudine, assistenza, conforto per me. Avevo appena cominciato a vivere che si cercava di togliermi quel fardello. Le stanze sono silenziose e piene di luce: ma cos'è che arde là fuori? Devono essere i castagni in fiore. Pinanzi a me si spalancano, l'una dopo l'altra, quasi senza fruscìo, le ampie porte scorrevoli a vetri. Ecco la stanza di Aubusson,con i due Gaingsboroughs.Di tutto ciò che fu, questo vive dunque, non si sa perché e a quale scopo. Ma ecco che, sì, c'era stata anche qualche altra cosa. Prima di quella incomprensibile, immutabile tarda primavera o estate precoce, un inverno freddo, un vuoto umido e penetrante con i suoi lunghi mesi, un gennaio ad esempio. Quanto sono lunghe le notti, quella tra il quindicie il sedici gennaio, diciamo.C'era stataunaguerra,certo, ma qui nellaBudapesterstrasse, che allora facevaparte ancoradel Kurfilrstendamme appunto perciò si chiamava in tal modo, non era stata mai una guerra perduta. Qualsiasi cosa accadesse nel paese, o in questa città, nei suoi sobborghi settentrionali e orientali con le loro assemblee, dibattiti, comitati, scioperi, salve di mitra, nongiungeva fin qui, anche se talvolta si svolgevasolo un paio di chilometri più in là. Come mi custodivano bene i miei familiari in questa casa, come proteggevano bene casa e strada ignote, invisibili potenze. Avrebbe, tuttavia, potuto accadereche, proprio inquella notte incui miopadre suonavadi nuovoScarlatti e io giacevo sprofondato entro la caverna del sonno, si verificasse nella via un certo movimento. In fondo si tratta di un nulla, dr cui non val quasi la pena parlare. A un'ora così tarda, del resto, non vi è quasi nessun passante; ma cosl tardi non era, poi, nonpiù delle dieci e mezza, poco prima delle undici, per gli adulti è roba da niente. Un gruppettodi gente si assembra due o trecento metri più in giù, si disperde, per radunarsi poi ancora una volta, porte che sbattono, due auto si mettono in moto, a distanza notevole però l'una dall'altra. Dalla seconda echeggia una lieve detonazione, ma è tuttora a una certa distanza, è impossibile che si sia udita da noi, e proprio nel molJl.entoincui si suona il piano.Le due auto passanodavanti alla casa ad andatura piuttosto lenta, l'una diritto sopra il ponte verso il GiardinoZoologico; l'altra svoltaa sinistra, oltre l'angolo della STORIE/HERMLIN casadoveabita il generaleLudendorff. Costeggia il canale.Là e' è un gran buio. m r Dev'esserci stata una chiassata, l'ebbrezza della vittoria e quell'altra, quotidiana, il balenante, alterno echeggiare di grida: "Rosa! Rosa!" - "Eccolo, quel cane rosso". - "Non ce ne sfuggirà uno vivo, di questi!" -,- "Dobbiamo farla sguazzare, quella troia!", a soli due o trecento metri dal luogo dove io, un bambinetto,giacevo nel sonno.Tutto quello eh 'era già apprestato allo scopo, star ritti agli ordigni, sgombrare le vie, guidare macchine,portare armi, per altri, s'era a un trattorealizzato: si era trematoa causa di quei fatti, in previsione d'un futuro inimmaginabile, con la canaglia al potere, a galla tutti coloro eh' erano stati sempre al fondo. Ora, tutto era tornato in ordine; per quella scandalosapaura passata però, quei due là dovevano pagare. Ma questa è l'ora vostra, e la potenza delle tenebre.· Due giorni dopo quell'ora, una voce risuona da un altoparlante: "Gli spaventosi avvenimenti che abbiamo vissuto a Berlino negli ultimi giorni, sono stati chiamati guerra civile. Solo inparte mi è possibile condividere l'esattezza di tale definizione. Delinquenti e saccheggiatori non sono miei fratelli". La voce all'altoparlante è dell'antico segretario di Stato imperiale e attuale deputato Scheidemann. Delinquenti sono coloro'che rispondono con ottogiorni di violenza a secoli di violenza, saccheggiatoripoi coloro che vogliono restituire ai molti depredati la proprietà rubata loro da singoli. L'altoparlante rimbomba: "Deploro sinceramente la morte di quei due: giorno per giorno hanno chiamato a'lle armi il popolo, incitando a far cadere con la violenza il governo. Essi stessi sono, adesso, divenuti vittime del loro sanguinarioterrorismo".Un urlìoroco soverchia leparole sommesse provenienti dalle carceri. "La guerra", aveva scritto quell'uomo, "la guerra e la grande penuria ti tormentano e ti angustiano. Ma da codesta notte v'è una salvezza, un'unica salvezza certo: la decisionediporsi come scopovitale l'eliminazione diquestimali. È impossibilesolo quella vitache volesse far seguitarecosì come stanno.È possibile soltanto quella che sia pronta a sacrificare se stessa,a sacrificarsiper la comunità. La mia vita finora,malgrado tutto,è stata felice..." La voce sommessa dice: "Vorrei poter dare aiuto sacrificandomille vitemie, concorrere ad aiutarequell'unico ch'è in grado di soccorrere la rivoluzione russa e il mondo. Maledetta impotenza. Mi sbatterei contro il muro". La donna sussurra: "Talvolta ho la sensazione di non essere una vera e propriapersona, ma piuttostoun uccello qualsiasi o qualche altro animale in forma umana; intimamente mi sento più a casa mia in un piccolo lembo di giardino o in un campo, anziché a un congresso di partito. A Lei posso certo dire cose ,simili. Non fiuterà subito un tradimento del socialismo. Lei sa che, ciononostante, morirò - io spero - al mio posto di servizio: in uno scontro stt;adaleoppure in carcere..." Là, in fondo alla via, li hanno trasportati, in quel grande albergodov'è di stanza lo statomaggiore della DivisioneTiratori delle Guardie a cavallo. Erano già in fuga da giorni. Anche sulla colonninapubblicitaria neipressi della nostra casa stavaattaccato un grosso cartello: "Uccideteli"; l'altoparlante tuonava: "Da molto temponon erano più socialdemocratici, perchéper i socialdemocraticile leggi della democrazia,contro cui costoroinsorge-· 67
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