STORIE/HERMLIN E comincto a leggere la mia storia. Speriamo che non si noti alcuna commozione nella mia voce, bisogna prendere le distanze dalle proprie pagine. Alzo lo sguardo e colgo occhi interessati. E sono contenta che un altro pensi come me, che un altro capisca quello che scrivo, e di non essere più sola in questo momento. Prendo coraggio e mi metto a leggere una cosa che non ho mai letto in pubblico. Una cosa nuova, scritta a macchina con delle correzioni. Devo ancora sistemarla, premetto. Ma c'è chi distoglie da me lo sguardo, fissa il vicino o dall'altra parte. D'improvviso mi faccio incerta, penso: me nè sto qui completamente sola con la mia paura, la mia angoscia, la mia meraviglia. Forse vedo veramente molte cose in modo parziale, con la lente d'ingrandimento, evito assurdamente discorsi comuni. Forse non so più che cosa accade. Forse che io stia fuori e tutti questi dentro? La discussione viene aperta dal responsabile. Si è preparato una domanqa di fondo: qual è il pubblico a cui pensa quando scrive? Non so se devo essere gentile. O è meglio dire la verità? Al momento, dico, siedo tutta sola davanti alla macchina da scrivere. Non ho un lettore dietro le spalle. Scrivo per fare un bilancio personale, e mi stupisco sempre, anche oggi, che qualcuno mi ascolti. Non voglio spiegare niente agli altri. Voglio che ritrovino le loto esperienze. Quindi •è meglio se sono del mio stesso paese, della stessa città. La stessa lunghezza d'onda, uno specchio, un'eço, un'affinità, una speranza, una falsificazione. Una signora dice che lei vede tutto diversamente, benché le circostanze esterne siano quasi identiche. Ma vede ancora più chiaramente le cose in modo diverso da quando ha sentito queste pagine. Prendendo le frasi una per una si può essere d'accordo .. Ma l'insieme fa l'effetto di tesi precostituite. Ci sono anche opinioni diversissime. Per esempio la sua. Anche se deve ammettere che alcune osservazioni specifiche ... Poi bisogna anche fare attenzione che i paesi stranieri non trovino materia per alimentare i loro pregiudizi contro di noi. È vero che le cose stanno così, ma non è così che vogliamo essere visti. Non avevo mai guardato le cose da questo punto di vista, dice un altro. Ma proverò a pensarci. · Proprio le stesse parole, dice una ridendo, come se fossi stata · io la prima a pensare queste cose. Ma io non le ho pensate. Quando pensa di finire? Arriveranno le domande su quando ho cominciato e quante ore lavoro e quanto guadagno e che cosa facevo prima? Sì, arrivano. Dopo il mazzo di fiori e la ricevuta, si fa avanti un tale membro di un circolo di scrittura oppure uno che scrive per conto suo e potrei forse dire la mia opinione e se l'opinione fosse buona dare tutto alla mia casa editrice. Però non devo assolutamente sentirmi obbligata, perché sicuramente ho anche altro da fare. Però sarebbe bello se potessi far avere due righe su opinione e casa editrice. Proprio dal lamia opinione sarebbe dipeso tutto, tanto più che in questo rapporto io avrei dovuto in un certo senso seguire le orme di un altro scrittore, che adesso è irraggiungibile. Bisogna riordinare la sala. Le tazze vengono lavate. Prendo la borsa e ci metto dentro i garofani in modo che spuntino fuori le teste. Sono tutti rinforzati uno per uno con del fil di ferro verde attorno al gambo. Se sapessi vincermi e annusarli, penso, il profumo è sempre piuttosto buono. E in quel giardino lontano, nel giardino a cui penso, adesso fioriscono i cuori di Maria e tra poco anche l'aquilegia. Copyright Helga Schubert 1985 da Blickwinh!l (Punto di vista,) 66 PONTE CORNELIUS Stephan Hermlin a curadi Maria TeresaManda/ari Stephan Hermlin (pseud. di Rudolf Leder) è nato a Chemnitz (ora Karl-Marx-Stadt) in Sassonia, nel 1915. Conlafamigliasiè poi trasferito aBerlino. A sedici anni, si è iscritto al partito comunista, dedicandosi alla · • vita politica. Lascia la Germania'per motivi razziali, e combatte dapprima in Spagna, poi in Francia contro i nazisti. Dopo la guerra e un esilio denso di viaggi, rientra in Germania lavorando a Radio Francoforte. Nel 1947 si stabilisce definitivamente nella RDT, impegnandosi a fondo nella lotta antinazista e nella ricostruzione culturale del paese. Insignito di vari premi letterari, è autore di parecchi volumi di poesie, numerosissimi racconti, prose (discorsi, saggi), un radiodramma su Holderlin (Scardanelli, 1970), scritti autobiografici. Quasi sconosciuto in Italia: ove~ comparso soltanto Avendlicht (Crep~scolo, Feltrinelli 1983), fa parte di quel particolare gruppo di scrittori qualificati della generazione intermedia della RDT (Stefan Heym, Christa Wolf, Gtinter de Bruyn, Hermann Kant, Fred Wander, Franz Ftihmann, Bruno Apitz e molti altri) che si sono distinti da sempre per la inesorabile opposizione al nazismo, nelle intenzioni della scrittura e nelle iniziative sociali. Tutto ciò è chiaramente riscontrabile in molti dei suoi racconti: come in questo,che presentiamo, il quale contrappunta col ricordo infantile, l'episodio storico della sanguinosa conclusione del movimento spartachista nel gennaio 1919, di poco precedente al putsch di Kapp (1920) e a quello di Hitler (1923). Com'è noto, il cadavere della donna è stato poi gettato nel canale. La morte di Rosa Luxemburg e di Karl Liebknecht, anche quest'anno è stata commemorata, ametà gennaio, aBerlino est. ( M .T.M.) . I Ho davanti un lungo percorso, dalla porta, la cui maniglia è per me quasi irraggiungibile, attraverso la stanza vastissima e altissima fino al balcone sotto cui berciano pifferi e rullano tamburi: non voglio arrivare in ritardo, è correndo, saltando, inciampando per la fretta, riesco a superare quella enorme distanza. Un magico chiarore mi circonda, gli alberi col fogliame tigrato dal sole lingueggiano coi rami giganteschi fino a sfiorare le finestre, un . sommesso cinguettìo d'uccelli è così prossimo che sembra giungere dagli angoli della stanza; avverto come uno scivolare e ondeggiare, una inebriante ondata di ignoti profumi sale fino a me, ecco il fruscìo d'un fianco, un palpitar di piume sopra un cappello a larghe tese, si odono brevi esclamazioni estasiate, battimani, perché la musica tace. Riesco a distinguere, ora, un - opaco riflesso di luce sopra gli elmi d'acciaio: quella che sta ritta proprio sotto di me può essere una compagnia di soldati che, fatta una conversione, stanno ora immobili, il dorso rivolto a me, mentre nella casa di fronte si è aperta una finestra; gli ufficiali irrigiditi salutano in su, in direzione d'un uomo in uniforme che scorgo indistintamente al mio livello attraverso masse di fogliame e macchie di luce, lui o piuttosto ,un lembo di stoffa e il levar d'una mano. Costui sarebbe, dice piano una voce dall'alto, l'uomo che in guerra è stato il condottiero dei nostri invitti eserciti. La casa, da cui contemplo dirimpetto il generale Ludendorff, è l'ultima sul lato destro della lunga, imponente via che, nel punto estremo rivolto a nord dell'edificio, forma un angolo acuto. A sinistra e a destra si estende lungo il canale, la Riva Liitzow,
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