Linea d'ombra - anno VIII - n. 47 - marzo 1990

sigarette?" Accennò un sorriso. "Persino con una mano sola!" "Il tempo è scaduto", disse la guardia. Richard si alzò. Fece un passo come se volesse rifugiarsi tra le mie braccia, mail tavolo ci separava, e può anche essere che io abbia frainteso il suo movimento. Il dottor Kahn diede una pacca sulla spalla a Richard e disse èhe presto sarebbe venuto a fargli visita e allora avrebbero parlato del caso, e Richard disse, sl, avrebbe parlato volentieri col dottor Kahn, ma non sapeva quando glielo avrebbero permesso: "Su col morale, Richard", dissi. Lui annuì e uscì dalla porta della parete posteriore della sala. Ma chissà dove i nostri tribunali vanno a prendere le lampadine che si trovano nei corridoi. Queste lampadine illuminano poco più dei propri filamenti, e le persone che si trovano davanti alle porte delle aule del tribunale sembrano ombre di morti in attesa del lasciapassare per un mondo degli inferi. Le parole battute a macchina sul foglietto a destra della porta erano quasi illegibili. Causapenale controEdelweiss,Richard e Zunk, Riehard,decifrai,perripetutaviolazionedella leggesuipassaporti. La signora Edelweiss mi strinse la mano, le sue unghie affonda.- rono nella mia carne. "Violazione della legge sui passaporti", disse lei sconvolta, "e ripetuta." Il signor Edelweiss era rimasto lontano; doveva recarsi a una seduta della direzione del settore cosmetici dell'Associazione Aziende Chimiche Statali, e poiché per legge non era più responsabile di suo figlio, non aveva una ragione plausibile per non partecipare alla sua conferenza. L'idea che avrei rivisto Richard mi rendeva felice; lui ci avrebbe guardato e io gli avrei infuso coraggio sorridendogli. Ma le mie preoccupazioni superavano la mia gioia: da vecchia compagna sapevo bene come reagivano i compagni a una cosa come la ripetuta violazione della legge sui passaporti da parte del figlio diun compagno: noi abbiamo il nostro Stato degli operai ed esigiamo che le nostre leggi e le nostre frontiere siano rispettate, specialmente dai figli dei compagni; se uno a sedici anni se ne infischia della legge, cosa - e dove - sarà a venticinque anni, e quale esempio dà agli altri giovani? La nota risata. "Signore mie", proruppe il dottor Kahn, "l'attesa è finita." Le ombre nel corridoio voltarono la testa. Egli moderò il tono. "Conosco la signora giudice, è una persona ragionevole. Se i ragazzi, come ho loro consigliato, mostrano un po' di pentimento ..." · La porta dell'aula del tribunale si aprì. La signora Edelweiss andò avanti, la seguii io, poi il dottor Kahn; due donnette vestite quasi a lutto-forse delle pensionate che passavano il loro tempo libero sui banchi del pubblico - furono respinte dall'usciere. Il pubblico ministero, di aspetto ancora giovanile, calvizie incipiente, salutò con un cenno del capo, serio è solenne, dapprima il dott. Kahn e poi due uomini che avevano preso posto nella prima delle quattro file di banchi; riconobbi la nuca di uno e le spalle leggermente incurvate dell'altro. Il dottor Kahn si recò a un tavolo alla sinistra del podio del giudice e posò la sua cartella; il pubblico ministero sfogliava dei documenti. In quell'istante dalla stretta porta dietro il tavolo del pubblico ministero entrò il mio Richard. Notai che mi aveva visto. Si rivolse a Richard Edelweiss, che sembrava ancora più smilzo del solito, e lo prese per mano. Quel STORIE/HEYM · piccolo gesto mi diede da pensare tanto che la signora Edelweiss dovette scuotermi perché non dimenticassi di alzarmi quando entrò la signora giudice e i suoi due assistenti. La signora giudice si guardò intorno nella sua aula del tribunale: aveva pressappoco la mia figura, proprio come me aveva i capelli raccolti di dietro e nel suo sguardo vi era un'espressione che avevo osservato anche in me-1 'espressione di quella riservatezza che subentra quando le grandi speranze vanno man mano appassendo. Mi guardò un attimo, poi si sedette. Le formalità preliminari si protraevano. Io avevo occhi solo per Richard. Dopo la mia visita sembrava essere ancm:acresciuto, o era il fatto che in quelle poche settimane il suo viso aveva perso tutto l'aspetto infantile. Mi ricordava suo padre .quando era giovane. Suo padre e io non avevamo mai avuto abbastanza tempo l'un l'altro; suo padre si prodigava per l'edificazione del socialismo. Alla lettura dell'atto di accusa ritornai al presente. Il pubblico ministero lesse della nostra gioventù che nella stragrande maggioranza aveva un atteggiamento positivo verso i fini e le conquiste del socialismo e nulla desiderava più appassionatamente che di aiutare a conseguire sempre maggiori conquiste. Poi lesse dell'argine protettivo antifascista come baluardo nella lo~tacontro l'imperialismo, e che la nostra gioventù nella sua stragrande maggioranza dimostrava con le parole e coi fatti di comprendere appieno e di saper apprezzare la sua importanza- non così invece i due imputati. Lesse un certo numero di date, in tutto quattordici, in cui gli imputati in piena coscienza delle imputabilità delle loro azioni avevano attraversato il detto argine protettivo antifascista nelle due direzioni, sempre nel medesimo punto, cioè dietro il garage della casa dei rispettivi genitori, per cui avevano astutamente eluso le sentinelle, che dovevano sorvegliare questo tratto dell'argine protettivo, e le installazioni tecniche che dovevano allarmare le sentinelle, e in tal modo avevano intenzionalmente violato i paragrafi numero tale e numero tale del codice penale della Repubblica; erano persino arrivati al punto di vantarsi delle proprie azioni di fronte ai rappresentanti della stampa capitalistica occidentale, per cui avevano esposto al ridicolo le leggi e istituzioni della nostra Repubblica e avevano portato acqua al mulino della propaganda imperialistica, come risultava dal documento probatorio A della Procµra della Repubblica. La giovane età degli imputati - uno non ancora sedicenne, l'altro presto diciottenne- non li aveva trattenuti dal tessere tutto un intrigo di astute bugie per abbindolare i loro genitori, i loro insegnanti, i loro funzionari d~lla FDJ; inoltre doveva considerarsi un'aggravante nella condanna della loro ripetuta infrazione il fatto che nessuno dei due aveva mai pensato di informare le competenti autorità dell'esistenza del passaggio da loro usato, la qual cosa accresceva il pericolo che altri, intenzionati a varcare illegalmente la frontiera, avrebbero potuto percorrere la medesima via collaudata-e chissà sé alcuni non l'avessero già fatto. Visto tutto ciò, non c'era alcun dubbio che la legge dovesse essere applicata in tutto il suo rigore. "Solo così", concluse il pubblico ministero, "questi due giovani forviati possono di nuovo diventare utili membri della nostra· società socialista." E si deterse il sudore dal naso e si sedette. Quattordici volte, pensavo, quattordici volte di là nell'Ovést 61

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