Linea d'ombra - anno VIII - n. 47 - marzo 1990

parola; in fondo era un uomo ben intenzionato che capiva i problemi della gente anche quando non poteva risolverli; ma il compagno Otter scosse solo la testa. · Di sotto aspettava una macchina. Uno sconosciuto salì e si sedette accanto a me; il giovane che era venuto su da me e mi aveva parlato era seduto davanti accanto all'autista. Di lui, durante tutto il viaggio, vidi solo la nuca e il colletto della camicia, . che era intriso di sudore. Avrei voluto sapere dove mi stavano portando, ma non ebbi il coraggio di chiederlo; sta bene, date le ·circostanze, questa frase mi si era conficcata nel cervello; date le . circostanze, come poteva star bene Richard, dov'era ora? La macchina si fermò; mi avevano portata a casa. Gli.uomini saltarono fuori, quello che aveva parlato con me nell'ufficio mi prese per il braccio come per aiutru:mia saltare la pozzanghera che c'era anc,Qrasulla strada dopo la pioggia della mattina; ma non mi lasciò il braccio neppure dopo che ebbi saltato ia pozzanghera. La .porta di casa era aperta; .scorsi per un attimo la signora Edelweiss davanti alla porta del suo appartamento, il viso tetro, gli occhi sbarrati dalla paura. I due mi condussero di sopra. La sta,nza di Richard e la mia erano piene di persone, molti in uniforme. Le stanze davano .l'impressione di essere state perquisite e poi rimesse accuratamente in ordine. Un fotografo scattava foto, come in un film quando c'è stato un assassinio. Un uomo della statura del mio Richard si tolse la giacca e si arrampicò fuori della finestra della stanza di Richard e saltò sul tetto del garage in cui il signor Edelweiss continua a tenere la sua PolskiFiat, e si portò sull'orlo del tetto e fece come per saltare, oltre il recinto di filo spinato, in zona Ovest, e ogni suo movimento veniva man mano fotografato. Al di qua del recinto un paio di guardie di frontiera seguivano i loro cani che cercavano delle tracce. Dall'altra parte, chiaramente visibile tra gli alberi, c'era la polizia occidentale e osservava ciò che stava accadendo, e un soldato americano con un grosso binocolo continuava a guardare verso di noi:,e io pensavo, Dio mio, hanno sorpreso Richard nel tentativo di fuggìre dalla Repubblica, ma come mai allora il giovane mi· ha detto che avevano fatto prelevare Richard dalla scuola e lui li aveva seguiti buono buono? E allora cominciai a sentire un ronzio nella testa. Sentivo i miei singhiozzi e le mie grida disperate: "Voglio mio' figlio! Voglio vedere mio figlio!" Il giovane che aveva parlato con me nell'ufficio si precipitò da me e disse: "Si calmi, cittadina",· ma avvertivo che anche lui era tutto confuso, perché chi appartiene all'autorità non è certo abituato ad essere ripreso con grida. Mi fecero riposare sul divano nella mia stanza. Li vedevo. àttraverso le palpebre socchiuse, erano come figure in un gioco, · che si muovevano in modo strano, e sentii uno di loro dire: ''Ora è abbastanza chiaro", e un altro replicò pensieroso: "Vorrei solo scoprire da quanto tempo già va avanti la faccenda", e una terza voce profetizzò: "Lo si dimostrerà,.non preoccuparti", e qualcuno mi porse una tazza di caffè e voleva sapere se credevo di potergli rispondere a un paio di domande, e io dissi, sì, credevo di poterlo fare. Era un.uomo di una certa età con le spalle un po' incurvate; ·quello che era venuto nell'ufficio da me lo trattava con rispetto. "Non c'è bisogno che si alzi, signora Zunk, se non vuole", disse il vecchio. Bevvi un sorso e dissi che presto mi sarei sentita di STORIE/HEYM nuovo bene e chiesi se potessero farmi sapere che cosa avesse commesso di cosl brutto il mio Richard da doversene occupare · tante persone. . . Lui sollevò le sopracciglia già brizzolate. "Non Le posso comunicare niente finché non avremo finito la perquisizione e non sapremo chi altro è implicato nella faccenda e fino a che punto è arrivata. Lei è una vecchia compagna, mi è stato detto. Lei sa, quindi, che l'argine antifascista che abbiamo dovuto erigere tra la nostra Repubblica e il territorio di Berlino Ovest non è una cosa con cui giocare alla leggera." · Misolleyai a sedere. "LuL.. Richard ha tentatò di passare oltre il muro ..." "Tentato? ... Tentato è un'espressione alquanto blanda per quello che supponiamo." Ad un tratto s 'ìnterrilppe, forse credeva di aver rivelato già troppo. "E ora", dis!;e freddo, quasi ostile, "che tipo di amici ha suo figlio, oltre al ragazzo di sotto, questo Richard Edelweiss?" Continuò ad interrogarmi, come mi parve, per molto tempo. Le domande riguardavano diversi punti. Spesso, per quanto · potessi comprendere, non avevano alcun nesso tra di loro e tanto meno con la vita di Richard o con ciò che Richard doveva aver commesso. Due volte chiesi al mio interrogatore di fare una pausa perché dovevo andare al bagno; la seconda volta vomitai e restai via tanto a lungo che lui bussò alla porta e volle sapere se c'era· qualcosa-che non andava e se avessi bisogno di aiuto. Dissi di no e uscii dal bagno, grosse gocce di sudore sulla fronte, e poco dopo lui disse che per oggi forse era sufficiente e che mi tenessi pronta qualora avessero altre domande da farmi, che inoltre non dovevo lasciare il distretto di Potsdam senza avvisarli. I tecnici avevano · raccolto lè loro carabattole ed erano andati via; il giovane che era venuto da me nell'ufficio mi diede un.numero telefonico: "Qualora volesse darci ulteriori informazioni o si facesse vivo qualcuno che cerca di mettersi in contatto co11suofiglio." E poi rimasi sola. . Andai in cucina e mi sforzai di mangiare una fetta di pane col . burro. Andai nella stanza di Richard e accarezzai l'orsacchiotto mezzo spelacchiato addosso al quale lui, da bambino; si stringeva sempre teneramente. Scesi le scale e uscii in giardino. Avevano calpestato il prato e le aiuole di fiori. Dal gancio d'acciaio all'angolo del tetto del garage pendeva un pezzo di corda. La signora ECÌelweissmi notò dalla finestra della cucina e, gli occhi gonfi di pianto, uscì e mi abbracciò: anche il suo Richatd era stato arrestato, e si abbandonò alle più fosche congetture. Non potevo aiutarla. Non potevo aiutare neanche me stessa. C'interruppe l'arrivo della Polski Fiat. Dall'auto scesero il signor Edelweiss e un uomo rotondetto dalla faccia rosea. Subito il signor Edelweiss ricoprì di rimproveri sua moglie: tutto il guaio era il risultato della sua spensieratezza e volubilità, nessuna meraviglia che il ragazzo fosse finito in difficoltà. "Ma io", proclamò, "non mi ci lascio tirar dentro. Il tribunale, cara mia:,ha affidato Richard a te, ed è esclusivamente tua la responsabilità." .Si accorse della mia presenza e soggiunse in fretta: "Il che non significa che volto le spalle al ragazzo. So ciò che devo a nostro figlio, anche se tu, cara mia, evidentemente non lo sai." E con un gesto rivolto al suo accompagnatore: "Perciò ho chiesto aiuto al mio amico e avvocato dottor Kahn." 59

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