IL CONTESTO Dopo la conta GadLerner W: Non avrebbe avuto senso attendersi un dibattito di livello teorico e politico elevato, dopo che nel novembre scorso Achille Occhetto si è proposto di far confluire il PCI in urui nuova formazione di sinistra non più comunista. Figuriamoci. Ci sono in ballo un apparato, un sistema di interessi consolidati, oltre che i sentimenti di centinaia di migliaia di militanti. E dunque era ovvio che le mozioni congressuali del "si" e del "no" volassero basso (impietoso, ad esempio, appare il confronto con l'impegnativo . "programma fondamentale" che negli stessi giorni la Spd approvava al suo congresso di Berlino), protese a rastrellare voti fra gli iscritti ben più che a sistematizzare le opzioni politiche contrapposte. Ne è derivata una suddivisione degli schieramenti per certi versi paradossale, tale da non sfuggire alla spiacevole impressione che spesso le scelte siano state casuali, se non addirittura di comodo. Fra i "no" troviamo dei "difensori dell'identità comunista" che quell'identità l'hanno già da tempo svenduta a poco prezzo in disonorevoli patteggiamenti parlamentari con i democristiani; nonché estimatori della "centralità della classe operaia" che da vent'anni a questa parte si distinguono per l'accanimento con cui osteggiano qualsiasi manifestazione di democrazia di base nel sindacato. Mentre fra i rinnovatori del "si" non mancano personaggi che avremmo visto meglio nel Politburo del Pcus ai tempi• di Breznev. . Salutiamo dunque con sollievo cl;le, finalmente, la grande conta del "si" e del "no" si concluda I' 11 marzo a Bologna. Sperando che dopo il referendum sia possibile ragionare, approfondire, verificare in che percentuale innovazione e trasformismo conyivano nella cosiddetta Costituente post-comunista. Cosa accadrà? Tutto è possibile. Può darsi che la sortita occhettiana si riveli l'elemento di accelerazione di una rapida crisi del partito comunista e del suo apparato, che altrimenti ci avrebbe messo molto tempo a dissolversi. Oppure che di lì prenda davvero avvio una nuova formazione di sinistra. O ancora che si determini la solita situazione di compromesso. Una soluzione probabile, quest'ultima, ma certamente la peggiore fra le tre, almeno per chi come noi ha smesso da tempo di illudersi che l'insediamento istituzionale e il peso d'apparato del Pci rappresentino un argine efficace in difesa delle condizioni di vita della povera gente. Quando si saranno placate le acque, sarà pure interessante riflettere sulla spaccatura traumatica che la svolta del segretario del Pci ha determinato nel campo degli intellettuali di sinistra (peraltro significativamente anticipata dalla polemica estiva sul togliattismo). Oggi è ancora troppo presto per scavare sotto la superficie di polemiche furibonde come quella fra gli ex amici Asor Rosa e Cacciari (col primo che singolarmente riscopre la continuità della propria milizia comunista, e il secondo che denuncia le miserie del marxismo ali' italiana). O per rispondere pacatamente a uno scatenato Fortini che pare ammucchiar~ nella categoria dei pentiti da disprezzarsi indistintamente tutti coloro che rifuggono il suo "orizzonte comunista" (dal che sarebbe lecito dedurre eh.e - per esempio - Fortini si senta più vicino ad Alessandro Natta che a quel "prete"-di don Ciotti ...). 4 Non è, questo, un atteggiamento che riguardi solo gli intellettuali, ma è fra di loro che più sistematicamente si trova. Di nuovo l'opzione ideologica comunista viene proposta come l'unica che di per sé preservi dall'omologazione al sistema. Sicché perfino la massiccia propensione delle sezioni del Pci delle grandi fabbriche . 'in favore del "si" al cambiamento, viene interpretata disinvoltamente come purO'e semplice prodotto della sconfitta operaia: perché non può darsi opzione anticapitalistica, opposizione ai padroni, ripresa di una solidarietà collettiva fra i salariati, se non nell'ambito dell'ideologia. · La sensazione è che come sempre lo scandalo per la profanazione dei sacri altari ·degli antenati abbia riguardato ben più la casta dei sacerdoti che non il popolo dei fedeli. Su quel che ne sarà del post-Pci oggi sarebbe stolto manifestare un ottimismo di maniera (così come sarebbe vile rifugiarsi nell'agnosticismo e nell'indifferenza). Ma la sensazione è che, comunque vada, si sia consumata una spaccatura salutare. Disegni di Daniele Meloni.
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