lazione e della giofadell'evangelo, ma la comunità non va oltre; prima e dopo, la religione resta un affare tra Dio e l'anima, tra l'anima e Dio, e niente più. Questa tendenza e questa concezione la troviàmo diffusa ancoi: oggi, in particolare tra i cristiani tedeschi, soprattutto tra quelli che risentono dell'influsso di Lutero. Li contraddistingue una assoluta incomprensione nei confronti della socialdemocrazia. Noi svizzeri, anche se non ce ne rendiamo conto, abbiamo in proposito un'educazione diversa, che ci deriva da Zwingli e Calvino. Per questi due riformatori, la , religione era, a priori, qualcosa di comunitario, di sociale, non solo esteriormente, ma anche intimamente. Perciò non è un caso che da noi non si sia mai arrivati a una frattura tra cristianesimo e socialismo come in Germania. Ali' opposto, su ambedue i fronti cùmincia a farsi strada sempre più chiaramente la consapevolezza della reciproca affinità, anzi, della reciproca unità. - Questa unità è presente già in Gesù. Perciò, senza voler far torto ad altri, crediamo di capirlo meglio dei nostri fratelli cristiani che vivono in Germania. È vero, Gesù ha voluto avvicinare il Padre che è nei cieli fino ali' anima, e l'anima al Padre. Ma quando preghiamo diciamo Padre mio, o Padre nostro ? E questo non dice già tutto, come per Gesù esista solo un Dio solidale e sociale, ~ dunque anche solo una religione solidale e sociale? Gesù pensa éhe la vita eterna abbia luogo in un eremo o f\el regno di Dio? L 'evangelo consiste veramente nel fatto che io mi acquisti la vita eterna, la salvezza dell'anima? Che cosa dice Gesù? Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà (Mc 8,35). Noi non siamo stati chiamati per amore di noi stessi, l'uomo non deve fare penitenza, convertirsi e credere in Dio per egoistico interesse nei confronti della propria anima. Infatti: Seguitemi, vi farò diventare pescatoridi uomini (Mc 1,17). Voi siete la luce del mondo, voi siete la luce della terra (Mt 5, 13-16). Ai farisei, cui davvero non faceva difetto lo zelo religioso, Gesù oppone la parola del profeta: Misericordia io voglio e non sacrificio (Mt 9,13). La legge di Dio viene disattesa da chi è zelante nella devozione religiosa, ma non pratica l'amore (Mt 15,3-6). Guai a voi, scribi e farisei, che pagate la decima del cumino, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà (Mt 23,23). Nulla è grande davanti a Dio se non il servizio: colui che vorrà diventare grande tra voi, si faccia vostro servo (Mt 20,20). Tutto questo non si affianca alla fede nel Padre che è nei cieli come qualcosa di aggiuntivo, ma è invece indissolubilmente intrecciato con essa. Quando gli chiesero quale fosse "il primo tra tutti i comandamenti", Gesù ne indicò due: amerai il Signore Dio tuo eon tutto il tuo cuore e amerai il prossimo tuo come te stesso (Mc 12, 29-31). Dalla consapevolezza che Dio è collettivo, solidale, comunitario, sociale, nasce del tutto spontaneamente il criterio per un comportamento conforme a questa realtà: ciò che volete che gli altri facciano a voi, voi fatelo a loro (Mt 6, 12). Gesù poi conclude: questo sono la legge e i profeti. L'amore di Dio deve entrare in noi, per farci rivolgere nuovamente agli uomini, trasformati nell'amore. Osserviamo ancora, basandoci sulla sua parola, la vita di Gesù. Apriremo ora il capitolo più sacro della nostra fede. La nostra religione sta sotto il segno della croce. Questo segno si staglia anzitutto sulla vita di Gesù: il figlio SAGGI/BARTH dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti (Mc 10, 45). Morendo, egli ha dato la propria vita Òon per sé, per santificare se stesso, ma per essere d'aiuto a molti. _Conoscete il racconto della lavanda dei piedi: Vi ho dato l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi (Gv 13, 4-19). Conoscete le parole dell'Ultima Cena: Prendete, questo è il mio corpo, e questo è il.mio sangue, sangue dell'alleanza, versato per molti (Mc, 14, 22-24). Questo è stato il momento più alto, il momento finale della sua vita: un atto-di fedeltà nei confronti dei suoi fratelli. Se pensiamo che nella vita ci sia.qualcosa di più importante che impegnare la vita stessa per gli altri, che possedere questa coscienza solidale, per cui gli altri sono importanti quanto noi stessi, che cosa possiamo aver capito ·. della parola della croce? Certo, questa parola della croce è e rimane uno scandalo e una pazzia, come già lo è stata ai tempi di Paolo (I Cor 1,18). Chi può intendere, intenda: dobbiamo perdere la vita, per ritrovarla, dobbiamo smetterla di vivere per noi stessi, dobbiamo diven~e uomini comunitari, -dobbiamo diventare compagni, se vogliamo semplicemente diventare uomini. "Ma per coloro che si salvano, la parola della croce è potenza di Dio" ·(I Cor 1, 18). Nell'idea di organizzazione della socialdemocrazia io trovo una traccia di questa potenza di Dio. Ne trovo traccia anche altrove; ma qui la trovo più chiara e più limpida, nella forma che può essere efficace ai giaini nostri. E ora permettetemi, per concludere, qualche parola più personale, che posso permettermi di dirvi come pastore di questa comunità. · Mi rivolgo anzitutto a quanti, tra gli amici qui presenti, hanno finora avuto un atteggiamento di indifferenza, d'attesa, o di rifiuto nei confronti del socialismo. Voi sarete ora probabilmente più o meno fortemente delusi e preoccupati, e non è escluso che qualcuno esca di qui dicendo: il pastore ha dato ragione ai socialisti. Mi dispiacerebbe che si dicesse questo. Lo ripeto Sciopero a Torino ( 1948, folo di Federico Palellanil. 47
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