SAGGI/BARTH Sono lieto di poter parlare di Gesù in questa sede, soprattutto perché l'.idea di scegliere questo temà è'stata vostra. Come pastore, la realtà più bella e più grande di cui posso farvi da tramite, offrendovi per così dire un assaggio di quelle forze che con la sua persona hanno fatto il loro ingresso nella storia e nella vita, è Gesù Cristo. Il fatto che vi siate rivolti a me chiedendomi proprio di parlarvi di questa realtà, che è la più bella e più grande di tutte, mi sembra dunque un indizio della reciproca comprensione che esiste tra noi. Devo subito aggiungere però, che .la seconda parte del nostro tema mi sta altrettanto a cuore: il movimentoper il socialismo. Un teòlogo e scrittore dei nostri giorni, molto famoso, ha affermato che non si dovrebbero porre queste due realtà l'una difianco ali'altra come nel nostro titolo: Gesù Cristo e il movimento socialista, quasi che si trattasse di due entità diverse, collegabili tra di loro solo in modo più o meno artificioso; al contrario, si tratta di una sola e medesima realtà: .Gesù è il movimento per il socialismo, e il movimento per il socialismo è Gesù. Posso tranquillamente çondividere questo punto di vista, anche se mi riservo di mostrare meglio in che misura. Il cohtenut.o autentico della persona di Gesù si può infatti riassumere in queste quattro parole: movimentoper il socialismo, e d'altra parte io credo veramente che il movimento per il socialismo del XIX e XX secolo sia non soltanto la più grande e urgente parola che Dio rivolge al nostro tempo, ma più precisamente si trovi in diretta continuità con quella forza spirituale che, come ho detto, ha fatto il suo ingresso assieme a Gesù nella storia e nella vita. Queste idee vengono però combattute da due diversi punti di vista, ciascuno dei quali ha, credo, dei sostenitori anche tra noi. Il primo fronte è costituito dai cosidetti circoli cristiani in senso stretto, cui in questo caso sj unisce anche la maggioranza dei credenti praticanti di estrazione borghese. Quando leggono o sentono mettere insieme queste due cose, "Gesù e il movimento per il socialismo", costoro protestano, più o meno vivacemente, perché, dicono, così si fa di Cristo un socialdemocratico. "Ma, vero, voi non dipingerete il Salvatore troppo di rosso!", mi ha risposto un valente collega, quando gli ho detto del tema che avrei trattato oggi. Costoro sono poi soliti argomentare, quasi con fervore, che è assolutamente impossibile mettere Gesù sullo stesso piano di un partito politico. Secondo loro egli si troverebbe, apartiticamente, anzi, nell'indifferenza, al disopra delle lotte sociali. Il suo valore sarebbe eterno, non legato al tempo né limitato, come invece quello del partito socialdemocratico. Se dunque lo si coinvolge nei conflitti dei nostri giorni, come fa il titolo che abbiamo scelto, si sostiene una tesi falsa e si compie una profanazione. Ma, sul fronte "cristiano", c'è chi semplifica ancor di più le cose; anzi, è proprio così che si comporta la maggioranza, e purtroppo questo vale anche per molti miei colleghi. Si punta il dito su qualche errore o sbaglio grossolano, commesso dal fronte socialdemoçratico: un gruppo di operai ha picchiato un crumiro, qualcuno ha scritto sul giornale un articolo velenoso e pieno di odio, il signor consigliere Naine si è reso un po' ridicolo, con le sue tirate antimilitariste. "Che ha a che fare tutto questo, e tutte le altre azioni anche peggiori che compiono i socialisti, con Gesù Cristo?" ci chiedono con tono indignato. La mia risposta è: tutto questo non ha ovviamente nulla a che fare con 40 · Gesù Cristo - come nulla a che fare con lui hanno le manifestazioni di meschinità piccolo borghese, di brutale egoismo, di dispotica prepotenza che possiamo riscontrare sul fronte liberale o conservatore. Sbagli ed errori di singoli ce ne sono da una parte e dall'altra: io non voglio cavarmela a buon mercato. Qui però non sono in questione i singoli, ma la cosa stessa. È troppo facile e ingiusto ripetere continuamente: guarda come si comportano i socialisti! Proprio noi cristiani dovremmo sapere che quando si guarda ai comportamenti nessuno se la cava troppo brillantemente. Quando parlo del movimento per il socialismo, non mi riferisco a quello che può fare questo o quel socialista, o magari tutti i socialisti, ma a ciò che essi vogliono. Proprio noi cristiani siamo i primi a desiderare che Dio e gli uomini ci giudichino sulla base di ciò che vogliamo e non di ciò che facciamo. Non dobbiamo occuparci perciò di quello che possono dire o fare Bebel o Jaures, Greulich o Pfliiger o Naine, e nemmeno di quello che possono dire o fare i socialisti dell'Argovia o di Safenwil, ma di ciò che tutti questi uomini hanno in comune ; di quello che resta quando dal conto viene defalcato ogni elemento contingente, buono o cattivo che sia; di quello che, con le parole e le azioni, essi vogliono. Si tratterà allora di alcune idee e di alcuni motivi molto semplici, che riuniti insieme danno vita a un fenomeno storico in sé compiuto, non condizionato dalla condotta dei militanti né dalla tattica dei partiti socialisti, qualcosa che sta assolutamente al di sopra dei conflitti all'ordine del giorno. Questo è il movimento per il socialismo. Non vedo allora come mettere questo movimento in relazione con Gesù Cristo possa rappresentare una profanazione dell'eterno. Abbiamo detto appunto che non ci riferiamo agli aspetti condizionati dal tempo econtirìgenti di questo movimento. Noi diciamo: Gesù e il movimento per il socialismo, nello stesso modo in cui siamo abituati a mettere in relazione "Gesù e la Riforma", o "Gesù e la missionarietà". Non vogliamo fare di Gesù un socialdemocratico tedesco, francese o argoviese - si tratterebbe naturalmente di un assurdo- ma vogliamo mettere in rilievo il legame intrin$eco che sussiste tra ciò che di eterno, di permanente, di generale c'è nella modernà socialdemocrazia, e l'eterna parola di Dio, che in Gesù è divenuta carne. Mi resta ancora però da parlare dell'opposizione-che viene dall'altro fronte. Qualcuno di voi, stimati amici del circolo operaio, o almeno qualcuno dei vostri compagni del cantone, sentendo questo tema avrà pensato, magari tra sé e sé: Ah, Gesù Cristo e il movimento per il socialismo! Qui cercano di farci regredire, noi che siamo socialisti, a una visione del mondo antidiluviana, o almeno di farci tornru:e nella chiesa. Un autore socialdemocratico,/oseph Dietzgen, ha messo in guardia contro l'accostamento di cristianesimo e socialismo: per lui si tratta di una manovra di stampo conservatore. In effetti, un certo avvicinamento "cristiano" nei confronti d~l socialismo ha l'aria di una manovra, finalizzata a "convincere" la gente, a farne di nuovo un "gregge devoto". Il socialismo sarebbe il mezzo, la chiesa e l'ideologia il vero fine per cui si lavora. Non mi meraviglierei se voi dimostraste anche verso di me una qualche diffidenza di questo genere. A questo punto non posso limitarmi ad assicurarvi che in realtà non voglio "convincere" nessuno, ma devo anche spiegarvene il motivo: il motivo cioè per cui vorrei parlare del
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