Linea d'ombra - anno VIII - n. 47 - marzo 1990

CONFRONTI si". È pur vero che si tratta cli una medicina quantitativa non facilmente trasferibile sul piano di dati temperamentali quali quelli che Dossi vuole misurare. Ma per quanto confusamente vada alla ricerca di "equivalenti termici" dell'artima o intenda suggerire.possibili misurazioni di temperature del cervello corrispondenti a dati fisiologici da quantificare e fissare su tavola, Dossi si pone con agio lungo la linea modernissima di una cultura europea _chesta radicalmente mutando: poiché la medicalizzaziore degli impulsi profondi della psiche quale anche egli propone è probabilmente la"più straordinaria delle "tracotanze" della cultura contemporanea, la psicanalisi intendo dire, il più formidabile anche se il più làbile apparato di canoni che un mondo sfuggito alla tutela religiosa sia riuscito a mettere assieme. L'esatto pendant, proiettato però verso l'esterno, delle pagine precedenti è rappresentato dal pamphlet dei Mattoidi pure dedicato a Lombroso. Dossi lo scrisse nel 1883, dandolo alle stampe l'anno successivo, attratto dal "contingente enorme che il cretinismo e la pazzia" avevano offerto nella circostanza del primo concorso per la costruzione di un monumento in Roma a Vittorio Emanuele II. Confermando la propensione per lo stravagante, il deforme, il mostruoso (che è tipico di tutta la cultura ottocentesca: Quasimodo e Rigoletto per tutti), ma anche per il banalmente stupido, per il cretino nella sua duplice accezione, per l'idiota (elementi più specificamente caratteristici del mondo dossiano), egli li enumera in bella serie quasi placando all'interno di un "estro atrabiliare" divertito il proprio disagio esistenziale. I duecentonovantasei progetti dei partecipanti al concorso, sei dei quali soltanto forse "geniali", alcune decine "folli", altri semplicemente "cretini", la maggior parte irrimediabilménte "mediocri" e omologati fra di loro da "sgrammaticature letterarie" spesso esilaranti, sono passati in rassegna in una galleria degli orrori che non può non fare riferimento una volta di più al mondo lombrosiano (ma anche l'amico medico lodigiano Paolo Gorini, l'imbalsamatore sfortunato cli Mazzini, per il 36 Il ritornodiungrandescrittore HENRYOTH Allamercé diunabrutale corrente Il racconto che inizia dove finisce Chiamalo sonno. L'adolescenza di un ragazzo che decide di diventare scrittore. Prima edizione mondiale. A cura di Mario Materassi 116pagine, 15.000 lire ll■m■■■li quale pure andava raccogliendo il materjale atto a costruire una Goriniana, stipava nel suo antro cadaveri e reperti a metà strada fra il notomista e il negromante). Giustamente Federico Z.eri, un altro felice e umoroso atrabiliare dei nostri tempi cui fu affidata la presentazione del libello, parla a questo proposito della cultura, o per meglio dire dell'incultura kitsch di una piccola società affluente che rappresenta una costante della nostra storia unitaria, con esempi ancora più massicci in questo secondo dopoguerra, e può riassumersi nel concetto di una esaltazione aprioristica della romanità assunta come palliativo e scorciatoia dell'endemica incapacità del suddito a trasformarsi in cittadino. Ecco all~orai "mostruosi progetti" presentarsi infarciti cli allusioni dotte e peregrine e scimmiottare, in quanto prodotto di uomini subalterni felici di esserlo, gli strumenti e i valori di una cultura dominante della quale sfuggono radici, significati eq equilibri espressivi; ecco i "poveri bozzetti" sfuggire di mano ai loro improvvidi autori e avviarsi al loro naturale ricetto manicomiale non senza aver sottolineato per strada anche l'impotenza accademicà di chi li aveva legittimati accogliendoli al concorso; ecco questi "mostricciattoli della (...) fantasia" raccogliersi nel "barattolo" della mente dossiana curiosa di sondare fino a che punto fosse possibile segnare il limite di separazione fra mediocrità e cretinismo, così come Lombroso aveva tentato di rilevare quello esistente fra genio e follia. Il succedersi a ogni passo di moli adrianee e di sepolcri di Cecilie Metelle ridotte a gigantesche stufe, di Pantheon schiaccianti a panettone, di templi tiburtini delle Sibille deturpati da calotte cattolicizzanti, di archi di Tito e di Costantino trasformati in porte daziarie, di colonne traiane e antonine buttate lì come improbabili fittoni svela impietosamente alla fine l'incapacità di uri mondo di collegarsi almeno con qualche cognizione aila propria incomparabile tradizione culturale. Se questo era il suggello della vecchia Italia trasfuso nella nuova risorgimentale nulla di strano che tempi sinistri stessero maturando. TORGNY LINDGREN LA BELLEZZA DI MERAB Il potere della parola, verità ultima del vivere, nelle storie degli uomini che le usano. Un libro intenso e illuminante di uno dei più significativi scrittori della Svezia d'oggi. TOVEJANSSON L'ONESTA BUGIARDA Due donne, due diverse visioni del mondo e delle cose nel nuovo originale romanzo dell'autrice del Libro dell'estate. HERBJ0RG WASSMO LA VERANDA CIECA Un'adolescente affronta il dramma della diversità e della violenza. Lo sguardo forte di una donna in un romanzo di straordinario successo: 200mila copie in Norvegia HENRIK STANGERUP LAGOA SANTA Scontro di civiltà e avventura uR1ananell'appassionante vicenda di un ricercatore danese in Sudamerica: un Cuore di tenebra nella foresta brasiliana. "Il miglior libro straniero dell'anno" (Chicago Tribune) Via Palestro, 22 - 20121 Milano - Tel. (02) 781458

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