CONFRONTI affrontare gli aspetti "minimali" (Perec li definisce "infra-ordinari") dell' esistere quotidiano: frammenti da urio spazio caotico, da sottoporre a nuove regole che li costringano a emergere ìn tutta la loro ordinaria evidenza. i 124"sogni" registrati tra il maggio 1968 e il 1972in La boutique obscure (1973), il "diario di un utente· dello spazio" Espècesd'espaces (1974) e 1' autobiografico Wou le souvenir d' enfance (1975) hanno in comune un progetto di ricomposizione dei frammenti "da uno spazio annientato" attraverso un metodo e una scrittura ormai segnati dalla scelta dell' .autonomia e dell' inconciliabilità nei confronti della "realtà" data, ricevuta, imposta, subita, accettata inconsapevolmente, non "visp". , E la realtà muta della reificazione e dell' "anestesia", da •investire con mille domande, da costringere a parlare "esaurend0;- ne" i luoghi comuni e le maschere (letterarie, ideologiche ecc.). Sotto la cartapesta dei significati, la "concretezza del mondo": "il ritrovamentò di un senso, la percezione di una scrittura terrestre, di una geografia di cui abbiamo dimenticato di essere gli autori." La scrittura diventa allora strumento di disgregazione e rigenerazione del mondo, non solo di investigazione ("Fate I' inventario delle vostre tasche, della vostra borsa. Interrogatevi sulla provenienza, I' uso e la destinazione di ciascuno degli oggetti che ne tirate fuori. Interrogate i vostri cucchiaini. Che cosa.c' è sotto la vostra carta da parati? Quanti gesti ci vogliono per comporre un numero telefonico? Perché? Perché non si trovano sigarette nei negozi di alimentari? Perché no? Ha poca importanza per me il · fatto che queste domande siano, qui, frammentarie, appena indicative di un metodo o, al massimo, di un progetto. Ha molta importanza per me il fatto che sembrino triviali e futili: è questo appunto che le rende così essenziali (o forse più) come tante altre per mezzo delle quali abbiamo tentato invano di cogliere là nostra verità." Siate padroni dei vostri occhi e delle vostre parole, variate i punti di vista, siate ingenui, le vostre domande siano impazienti. I frammenti che per;cepiamo sono immersi nel vuoto; scrivere significa "cercare çon pignoleria di trattenere qualcosa, di far sopravvivere qualcosa: strappare precisi frammenti al vuoto che si sta scavando, lasciare da qualche parte un solco, una traccia, un segno o qualche segnale." · Scrivere significa sottrarsi, o comunque tentare di farlo, ali' anestesia dei condizionamenti sociali, a quell' annientamento programmato, razionale, banalmente orribile, di cui Auschwitz e la reificazione rappresentano condizioni ordinarie (da un "sogno" del 1970: "L' universo del campo è intatto: non ci si può fare niente.") Lo scrittore è il testimone di un naufragio; sopravvissuto, si assegna il compito di strappare ali' oblìo totale, alla "scomparsa", al vuoto, i frammenti enigmatici di un puzzle di cui si è perduto il disegno. Registra, classifica, cataloga, tenta delle composizioni: "Vorrei - ha scritto Perec in Espèces d' espaces - che esistessero luoghi stabili, immobili, intangibili, mai toécati e quasi intoccabili, immutabili, radicati; luoghi che sarebbero punti di riferimento e d_ipartenza, delle fonti ... ". Il palazzo da cui "partono" i novantanove romanzi di La vie moded' emploi (La vita istruzioniper l'uso, 1978) è un universo "stabile"; la sua stabilità e immobilitll è garantita dalle pareti che racchiudono, in una grande scacchiera di dieci caselle per dieci (soitanto una, la centesima, è vuota: I' infrazione alla regola) novantanove vani abitati da oggetti e personaggi. Fin dal 1969Perec è impegnato nella costruzione e descrizione del palazzo; ha scritto in Espècès d' espaces : "Mi figuro un palazzo parigino cui sia stata tolta la facciata( ...) in modo che; dal pianerottolo alle mansarde, tutte le · stanze che danno sulla facciata siano istantaneamente e simultaneamente visibili. Il romanzo, che ha per titolo La viç mode d' empioi , si limita (se posso adoperare questo verbo per un progetto il cui sviluppo finale avrà qualcosa come quattrocento pagine) a descrivere le stanze così aperte e le attività che vi sì svolgono." Il 32 grande gioco segue regole precise, che Perec ha stabilito prima d' iniziarlo. Si tratta di organizzare un archivio monumentale di oggetti' e di "storie" (ordinarie e paradossali) impiegando un' repertorio di stili e registri narrativi che esaurisca le risorse convenzionali e "potenziali" dei più diversi generi letterari. L' obbiettivo è la composizione di un gigantesco puzzle che produca la propria dissoluzione. Ed è proprio la lenta, sistematica, laboriosacomposizione di un puzzle.composto a sua volta di cinquecento puzzle, nel corso di cinquant' anni, da parte di Bartlebooth (in cui ~i·incontrano l' immobile Bartleby di Melville e il viaggiatore Barnabooth di Larbaud), a costituire I' intreccio principale intorno al quale si sviluppano i romanzi. In questo gioco impo_ssibile, in quesì:a pretesa tenace di racchiudere la vita in UI) sistema perfettamente ordinato e chiuso, è la morte a vincere: "E il ventinove giugno millenovecentosettantacinque, sono quasi le otto di sera. Sèduto davanti al suo puzzle, Bartlebooth è appena spirato. Sul panno del tavolo, in un punto del cielo del quattrocentotrentanovesimo puzzle; il buco nero dell' unica tessera non ancora sistemata disegna la figura quasi perfetta di una X.Ma il pezzo che il morto tiene tra le dita · ha la forma, .da molto tempo prevedibile nella sua ironia, di una W." L' esaurimento delle novantanove storie approda al nulla; raggiungono i limìti del vuoto le novantanove variazioni sul tema dell' uso della vita: il viaggio a occhi bene aperti nel làbirinto delle parole e delle cose approda alla coscienza estrema della precarietà liluslrazione_sceltada Perecper 52 iours. di un presente che vive di costrizione e casualità. La scrittura, sfruttata nelle sue variazioni e possibilità, annienta sé stessa; e nçm è un caso che la lettera rimasta tra le mani di Bartlebooth sia la W diSouvenird' enfance: l' impotenzaneiconfrontidell' indicibile. Terminato, provvisoriamente, questo nuovo tentativo, Perec lo consegna agli archivisti futuri: un indice analitico (nomi, luo- . ghi...) di settanta pagine, archivio dell'archivio, pennette di attra- . vers.µ-ele settecento pagine del "romanzo" in ogni direzione possibile. Il successo editoriale di La vie mode d' e,mploi , che riceve il premio Médicis, permette a Perec di dedicarsi completamente alla sua attività di "scriptor". I critici e i recensori lo elogiano per la grande prova di "abilità": lo definiscono un acrobata, un giocoliere, un postmoderno, lo rico!Jegano a certi· 1uoghi noti della cultura letteraria novecentesca, da Kafka a Borges, da Roussel a Queneau ... Tenendosi alla larga dall' ambiente letterario, mantenendosi estraneo alle interpretazioni di cui è oggetto, Perec prosegue il suo personalissimo viaggio. Moltiplica i "giochi sul vuoto": l' inventario dei quattrocentottanta] eme souviens (Mi ricordo, 1979:frammenti della memoria quotidiana, personale lljanello stesso tempo collettiva), il vertiginoso sprofondamento di un quadro (falso)nello specchio delle sue copie infinite, con variazioni quasi impercettibili (Un cabinetd' amateur, 1979), le
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