Linea d'ombra - anno VIII - n. 47 - marzo 1990

CONFRONTI ebraica (nelle lontane e mute ·radici familiari c' è lo scrittore yiddishIzchaqPeretz, l'autore delléStoriechassidiche ), qualche fotografia, pochi ricordi riferiti, rimozioni, afasia, la memoria come spazio annientato. · . Per rintracciareun itinerario dellapropria storia nei-suoianni fondamentali, in Wou le souvenird'enfance Perec ha bisognod' inserire i frammentari"ricordi d' infanzia" in una strutturalogica che costringa I' indicibile a esprimersi; e dichiara le regole del gipco: "Ci sono in questo libro due.testisemplicementealternati; potrebbe sembrareche essi non abbianonulla in comui:ie,eppure sono inestricabilmente intrecciati, come se nessuno dei due potesse esistere da solo, come se soltanto il loro incontro, il . bagliorechegettano I' uno sull' altropotesse rivelare ciò che nòn è mai esplicitamente detto nell' uno, mai esplicitamente detto nell' altro, ma solo nella loro fragile intersezione. Uno di questi testi appartiene pienamente ali' immaginario: è un romanzo d' avventure, la ricostruzione arbitraria ma minuziosa di un fantasma infantile che evoca una città retta dall' ideale olimpico. L' altro testoè un' autobiografia: il raccontoframmentariodellavita di un bambino durante la guerra: un racconto povero di fatti eccezionalie di ricordi, intessutodi frammenti sparsi,di assenze, di dimenticanze,di dubbi, d' ipotesi,di magri aneddoti.Il racconto d'avventure, in confronto ha qualcosa di grandioso, o forse di sospetto. Infatti comincia col narrareuna storia, poi, improvvisamente, svolta in un' altra: in questa rottura, questa frattura che sospende il racconto attorno a non si sa quale attesa; sta il luogo inizialedacui è uscito il libro, quei punti sospensivi ai quali sono agganciati i fili strappati dell'infanzia e la trama della scrittura." La "città retta dall'ideale olimpico"·è l' isola di W, il primo universo creato da Perec intorno al 1950come proiezismeinconsapevole dei propri fantasmi ossessivi. È "una società esclusiv,\.mentepreoccupata di sport, su un isolottodellaTerra del Fuoco"; la competizione ("fortius, altius, ·citius") è questionedi vita e dimorte: i vincitori, premiati incibo, sono destinati a trasformarsi rapidamente in vinti, "e gli schiavi si sbraninoa vicenda". Aguzzinoe vittima, l'atleta di W non ha scampo;A vincere sono le regole anonime della città: "Nessuno è autorizzatoa ignorare la legge,ma nessunopuò conoscerla".L' Orgarlizzazione è invisjpile. Ciò che resta, del banale· orrore quotidiano_dellacompetizione obbligata, sono mucchi di cose: "Chi entreràungiornonellaFortezzaali' inizionon vi troveràche una successione di stanze vuote, lunghe e grigie. Il .rumoredei suoipassirisonanti sotto lealtevoltedicemento lospaventerà,ma dovrà fare una lunga strada prima di scoprire, sepolte profondamente, le vestigia sotterranee di un mondo che crederà di aver dimenticato, mucchi di denti d' oro, di fedi nuziali, di occhiali, migliaia e migliaia di vestiti ammucchiati, schedari polverosi, stock di saponedi pessima qualità." Immagini di Auschwitz.Le regole del campo di concentramento,il luogo della "scomparsa" dellamadreedell'identità infantile, si proiettano nellaconfusione enigmaticadi un' adolescenza segnata dal I' assenza.L' autobiografia è impossibile: partito alfa ricerca di un bambino, forse disperso su un isolotto della Terra del Fuoco in seguito a uri naufragionel quale la madre ha perso la vita, GaspardWinckler (il suo nome è lo stesso del bambino che sta cercando) riuscirà soltanto a essere testimone della ormai scomparsa città di W. Il viaggioautobiograficonon supereràgli scogli dei fantasmiadolescenziali; eppure è lì, nei luoghi dell' identità negata dalla scomparsa dei"genitori,che Perec ·rintraccia le origini della sua scrittura:"Non so se non honulla da dire, so di non dir nulla; non so se ciò che avrei da dire non sia detto perché è l'indicibile (I' indicibilenon è acquattato nella scrittura, è ciò che molto prima l'ha fattascattare); soche ciòchedico è bianco, neutro, segnouna volta per tutte di un annientamento una volta per tutte. Questo dico, questo scrivo e questo soltanto si trova nelle parole che io traccio, e nelle righe disegnate da queste parole, e negli spazi bianchi rivelati dall' intervallo tra le righe: avrò un bello spiare i miei lapsus (...), non ritroverei mai, nel mio stesso ripetere le stesse cose, che l' ultimo riflesso di una parola assente alla scrittura, lo scandalo dél loro silenzio e del mio silenzio; non scrivoper dire che non dirò nulla, non scrivo per dire che non ho nulla da dire. Scrivo: scrivo perché abbiamo vissuto insieme, perché sono_stato uno di loro, un'ombra fra le loro ombre, un corpo vicino ai loro corpi; scrivo perché hanno lasciato in me il loro segno indelebile e la traccia ne è scrittura:_illoro ricordo è morto alla scrittura; la scrittura è il ricordo della loro morte e I' affermazionedella mia vita." ComeGaspardWinckler (che incontreremo ancora in La vie moded' emplol), Perec è un testimone.L'assenza d'identità gli consentequesto solo ruolo. È lui a parlare, attraverso la voce di GaspardWinckler: "Ho cercatoa lungo le traccedellamia storia, ·consultatocarte e elenchi, pile di documenti d' archivio.Non ho trovatonullae talvolta mi sembradi aver sognato, che fosse stato solounindimenticabileincubo."Eppure "Qualunquecosa succeda, qualunque cosa io faccia, ero l' unico depositario, l' unica memoriavivente, l'unico testimone sopravvissuto di quel mon- . do.È questo,più di ogni altraconsiderazione, chemi haconvinto a scrivere. (...) Sono stato testimone, e non attore. Non sono il protagonistadella mia storia.Non ne sono neppure veramente l' aedo. Anche se gli eventi che ho visto hanno sconvolto il corso, sinoadallora insignificanté,dellamiaesistenza, anche se pesano ancora grevemente sul mio comportamento, sul mio modo di vedere, vorrei, per riferirli, adottare il tono freddo e sereno dell' etnologo." Non è ancora, ma.la direzione è già questa, il tono con cui ·Perecaffronta, nella sua "storia degli anni Sessanta",Les choses Disegnid_iSaulSteinberg·(da ThePassporf, Vintage, 1979). / 20

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