Linea d'ombra - anno VIII - n. 47 - marzo 1990

CONFRONTI Da Auschwitz a Tombouctou Un ritratto di Georges Perec Lanfranco Binni 39533/43/Kam/J 6 novembre 1943 Oggetto: raccolta di piante destinate a ornare i forni crematori I e II del campo di concentr~mento con una striscia di vegetazione. · Ref.: Conversazione tra l; SS-Obersturmbannftihrer Hoss; com. del campo e lo Sturmbannftihrer Bishoff. .. All' SS-SturmbannftihrerCeasar, capo delle aziende agricole del campo di concentramento di Auschwitz (Alta Slesia). Conformemente a un' ordinanza dell' SS-Obersturmbannftihrer Hoss, comandante del campo, i forni crematori I e II del campo di concentramento saranno provvisti d'una striscia verde che servirà da confine naturale al campo. Ecco la lista delle piante che dovranno essere prese nelle nostre riserve forestali: 200 alberi fogliferi alti da tre a cinque metri; 100virgulti di alberi fogliferi alti da un metro e mezzo a quattro metri; per finire, 1000 arbusti da rivestimento alti da uno a due metri e mezzo, il tutto preso nelle riserve dei nostri vivai. Siete pregati di mettere a nostra disposizione questo assortimento di piante. Il capo della direzione centrale della Sede delle W affen SS e della polizia a Auschwitz: firmato: SS-Oberstumrftihrer Questo testo, nel linguaggio neutro e rigorosamente "oggettivo'' della letteratura burocratica (in questo caso, nazista), contiene istruzioni per l ' organizzazione dello spazio di un campo cii concentramento. Una recinzione verde, disegnata con cùr~. Il documento, riprodotto da Perec nèlle ultime pagine di Espèces d' espaces (Specie di spazi, 1974), segue un elenco di luoghi "inabitabili": il mare immondezzaio, le coste irte di filo spinato, la terra pelata, la terra carnaio, i mucchi di carcasse, i fiumi letamai, le città nauseabonde, I' architettura del disprezzo e della scena, la glorietta mediocre dei grattacieli e degli edifici moderni, le migliaia di sgabuzzini stipati gli uni sugli altri, ta sbruffoneria micragnosa delle sedi sociali, lo striminzito, l' irrespirabile, il piccolo, il meschino, il ristretto, il calcolato al centesimo, il rinchiuso, il vietato, l' ingabbiato, l' inchiavistellato, i muri irti di cocci di bottiglia, gli spioncini, i blindaggi, le bidonville, le città bidone, l' ostile, il grigio, l' anonimo, il brutto, i corridoi del · metrò, i bagni pubblici, i capannoni, i parcheggi, i centri di . smistamento, gli sportelli, le camere d' albergo, le fabbriche, le caserme, le prigioni, i manicomi, gli ospizi, i licei, le corti d' assise, i cortili delle scuole, lo spazio parsimonioso della proprietà privata, le soffitte arredate, le splendidegarçonnières, i graziosi · appartamentini nascosti nel verde, gli eleganti pied-à-terre, i tripli saloni; gli spaziosi soggiorni in pieno cielo, vista unica, doppia esposizione, alberi, travi; carattere, lussuosamente arredato da architetto, balcone, telefono, sole, disimpegni, vero caminetto, 28 Georges Perec in uno lo!Ò'di Anne de Brunholf. loggia, doppio lavello (inox),'quiete, giardinetto privato, affare eccezionale, si prega di annunciare il proprio nome dopo le dieci di sera, e precede la conclusione del libro: "Vorrei che esistessero luoghi stabili, immobili, intangibili, mai toccati e quasi intoccabili, immutabili, radicati; luoghi che sarebbero punti di riferimento e di partenza, delle fonti: il mio paese natale, la culla della mia famiglia, la casa dove sarei nato, l' albero che avrei visto crescere (che mio padre avrebbe piantato il giorno della mia nascita), la soffitta della mia infanzia gremita di ricordi intatti ... Tali luoghi non esistono, ed è perché non esistono che lo spazio diventa problematico, cessa di essere evidenza, c~ssa di essere incorporato, cessa di essere appropriato. Lo spazio è un dubbio: devo continuamente individuarlo, designarlo. Non è mai mio, mai mi viene dato, devo conquistarlo.( ...) Scrivere: cercare meticolosamente di "trattènerequalcosa, di far sopravvivere qualcosa: strappare qualche briciola precisa al vuoto che si scava, lasciare, da qualche parte, un solco, una traccia, un marchio o qualche segno." Nel 1974, quando Perec conclude Espèces d' espaces , sta lavorando alla sua opera più segreta e laboriosa: W ou le souvenir d' enfance (W o il ricordo d' infanzia), la difficile ricerca di un' identità negata dalla grande "ascia" della Storia (il doppio senso della hache di Histoire ); iniziato nel 1969, il libro sarà pubblicato nel 1975:al termine di una seconda psicanalisi. Figlio di immigr.ati polacchi, ebrei, Perec è nato a Parigi nel 1936. Il padre, operaio, mobilitato in guerra, viene ucciso nel giugno 1940, proprio nel giorno dell' armistizio. La madre lavora in un salone di parrucchiera quando viene arrestata e deportata a Auschwitz, dove muore nel 1943. Nei campi di concentramento sono deportati tre nonni di Georges, e non tornano. Il bambino è portato in salvo, nella Francia libera, dalla Croce Rossa; lo battezzano. Dopo la guerra, il ritorno a Parigi. Parenti sopravvissuti, l' assenza della famiglia scomparsa, la scuola, lo sradicamento dalla cultura

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==