Linea d'ombra - anno VIII - n. 47 - marzo 1990

CONFRONTI L'altrafacciadella ragione. EugenioBattisti e I'Antirinascimento Antonello Negri "A mio babbo, che mi ha insegnato il coraggio di avventurarmi in campi di ricerca non miei". Èladedicaconcui si apreL' antirinascimento di Eugenio Battisti: ne è recentemente uscita una seconda edizione in due volumi, presso Garzanti, con un poderoso apparato di note e una bibliografia altrettanto sterminata. Battisti _èmorto poco dopo questo felice sforzo di aggiornamento di un volume che già alla sua prima comparsa, nel 1962, aveva segnato un punto di svolta negli studi sul Rinascimento. L' atteggiaménto di Battisti è del tutto simile a quello di tanti altri "esploratori spregiudicati del mondo" studiati e appassionatamente raccoritati nel libro: "il Riccio che fonde animali, • il Buontalenti che inventa fontane, Masaccio che dipinge poveri, il Ruzante che bonariamente ci dà la cronaca dei loro sentimenti e delle loro ragioni, gli alchimisti e i ricercatori a ogni costo ·di bestie, uccelli, pesci, fossili rari". Mancanza di pregiudizi non vuol dire, naturalmente, mancanza di un punto di vista preciso, anzi. In un momento come l.!attuale di debolezze di pensiero, di revisioni ideoiogiche, di ritrovate autorità è autoritarismi, la nuova pubblicazione-di un'opera del genere torna a rompere conformismi e immobilismi di moda, nello stesso modo in cui li aveva rotti alla sua prima uscita, quasi trent'anni fa. Eugenio Bottisii. Bozzello del Buontalènli ( 1585, Galleria degli Uffizi, Firenze). Ciò è dovuto a un'impostazione da critico militante: quando naturalmente.si intenda questo termine, oggi scteditato da saltimbanchi e giocolieri di corte, nel suo senso più nobile. Battisti è alla ricerca di una storia reale, fatta anche dagli intrecci delle idee più bizzarre, fantastiche e inverosimili (ma capaci di muovere le cose) con le materialità più basse: i poli della sua dialetticà sono l'utopia, come espressione di razionalità assoluta tendente alla felicitàuna felicità piuttosto celeste, mentale, astratta, anchesesempreanimatadaragioniconcretee il desiderio, dove la passione, il corpo con i suoi piaceri tutti terreni e le emergenze dell' inconscio si mescolano in una tensione splendidamente disordinata verso una felicità qui e ora. L' antirinascimento è un'ipotesi di lavoro che mette in gioco l'angolazione, tutto sommato ancora largamente dominante, secondo la quale si considera il Rinascimento luogo idealizzato di una produzione artistica altissima, colta, rapidamente canonizzata come modello esemplare ·e inarrivabile della "bellezza" di un . ritrovato ordine classico. Battisti, per parte sua, lavora sull'idea del classicismo rinascimentale come "reazione autoritaria a tendenze ritenute irrazionali", inserendolo entro un filone storico coerente, manifestatosi anche in altri periodi e comunque caratterizzato dal "rispetto per la tradizione" - e, politicamente, dello status quo - e dalla scelta e imposizione di modelli formali e ideologici cui necessariamente attenersi. A esso contrappone: com~ ci ricorda André Chastel nella prefazione, "l'oscuro, il comune, il vissuto ... la magia della natura, gli incantesimi e la docilità al· meraviglioso", ovvero un mondo di libertà morali e di liberatorie oscenità, di fantasie utopiche, di invenzioni meccaniche e di magiche comunioni naturali. L'altra parte delle chiusure auliche e aristocratiche del classicismo rinascimentale è rappresentata, cioè, da tutto quanto la critica classicheggÌante definiva in termini di capriccio, mostruosità, fantasia, barbarie, ma che con la realtà e la concretezza della vita continuava a mantenere strettissimi intrecci: dal permanere, a Iivello non soltanto popolare, di forme di rappresentazioni preclassiche e anticlassiche -per esempio nell'ambito della fiaba e delle sue visualizzazioni - al successo di un realismo figurativo legato oraall 'illustr,izione scientifica, ora al racconto comico e popolaresco; dal generarsi dell'immagine della strega - spesso associata al demonio, definitasi con un cambiamento disegno dell'immagine positiva, pagana, della bella ·maga - al diffondersi di un'iconologia degli automi. Ed è una cultura del genere, intrecciata a)la tradizione popolare, con le sue multiformi, variegate e contingenti espressioni di nuclei di idee e di immagini radicate in un passato anche molto lontano, ad assumere unreale peso di storia: mentre il gµsto delle élite, come quello informato alla cultura umanistica rinascimentale; "ne segnerebbe al" confronto, per così dire, la cronaca". La ricerca di Battisti, come si vede,"tocca e attraversa una quantità di argomenti spesso fortemente e provocatoriamente eccentrici rispetto alle abitudini e agli standard degli stor"ici dell'arte: le sue acquisizioni, d 'altrondè, non si limitano ad accrescere la conoscenza-storica (benché "ogni argomento qui trattato - egli stesso conclude - attenda il suo stoi;ico"), ma si riflettono di continuo sulla storia e sulla società del nostro tempo, configurandosi come parametri o modelli ai quali far risalire, connettere e commisurare idee e comportamenti attuali. È esattamente qui, credo, che si delinea la "militanza" di Battisti, il suo essere dichiarata-· mente di parte e il voler fare la propria parte, attraverso la storia di idee e la conoscenza di fatti dimenticati o poco amati dalla storii,. e dall'ideologia delle classi dominanti, per cam25

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