Linea d'ombra - anno VIII - n. 47 - marzo 1990

CONFRONTI PiccoloGangster. Glianni Trentadi Doctorow Annamaria Costanza • L'inizio diBilly Bathgate, l'ultimo romanzo di E. L. Doctorow (Leonardo, trad. di , pp. , L. ) è un lungo paragrafo ritmato da una punteggiatura svelta e leggera emette un pò' l'affanno in chi legge come in clù osserva la scemi; traduce l'assenza di pause nell'azione, la precisa rapidità dei gesti nella notte che culmina quando "essi spinsero dentro Bo e la ragazza prima che si potesse scorgere perfino la loro ombra in tutta quella oscurità". Billy Bathgate nasce da un'immagine latente nella mente dello scrittore, quella di alcuni uomini in smoking su un rimorchiatore. L'autore stesso ha diclùarato in un'intervista al "New YorkTimes" che egli nonsasequell 'immagine sia il prodotto della sua fantasia o semplicemente il ricordo di una fotografia vista molti anni prima su una rivista. È comunque su quell'immagine che Doctorow ha basato tutto il primo capitolo del suo libro. Si tratta di pagine fondamentali non solo per la collocazione privilegiata rispetto ali' intera opera, ma soprattutto perché tracciano subito le linee spazio-temporali della vicenda: la New York degli anni Trenta. In particolare penetrano l'universo "estremo" dei gangsters, la cui esistenza.,ai confini con la morte, ha esercitato su gran parte dell'opinione pubblica un fascino sbigottito e un po' perverso, a causa, forse, della loro vita randagia e caotica, rifrazione sul piano criminale, del disordine della cosiddetta società rispettabile, pronta ad entrare nel loromondo per giocare e bere nei locali che celebravano la trasgressione al Proibizionismo. L'incipit incalzante del libro richiama inoltre alla memoria alcuni fotogrammi dei classici film noir della prima età della Depressione americana caratterizzati da lunghe sequenze d'azione imbastite su storie di sparatorie, sequestri e morti violente. L'apertura del romanzo racconta infatti il rapimento da un nightclub di Bo Weinberg e della sua donna, l'uccisione di lui per ordine del capo della gang cui apparteneva e la sua sparizione in un blocco di cemento gettato in fondo all'Hudson River. L'azione è rigorosamente notturna e la vera protagonista è la densa atmosfera della metropoli, meglio la vita suburbana esperita ai suoi margini, nella zona sospesa fra il perimetro della civile quotidianità diurna e le linee fluttuanti e oscure della malavita più o meno organizzata. Il punto di vistadell 'interastoriaè Billy, un ragazzo di quindici anni cresciuto per le strade dell 'East Bronx, "in tutta quella vita innocente, prorompente, solo un po' ladruncola" del suo 22 E.l. Doclorowin·una foto di N. Cramplon (da "Panorama"). quartiere intorno alla Bathgate Avenue, alla quale riconosce addirittura il diritto della sua paternità, visto che il cognome gli deriva proprio da lì. Billy richiama i protagonisti di alcuni romanzi precedenti di Doctorow per I' appartenenza allo steso ambiente - l'East Bronx, appunto - e alle medesime origini ebraiche, trasmessegli dal padre, sparito quando egli era piccolissimo. Costante anche la presenza di una figura femminile - in questo caso la madre, altrove la nonna e la sorella-venata di una pazzia triste e tenera. Billy Bathgate si colloca però nella tradizione del grande romanzo americano innanzitutto per la costruzione narrativa, organizzata intorno a una trama che permette di seguirne lo sviluppo secondo fasi classiche: la presentazione dei personaggi e della situazione, già colta in un momento di tensione, lo scoppio della crisi, la risoluzione tragica, l'avvio del sicuro futuro del protagonista per terminare con l'agnizione, un po' forzata, di un bambino, frutto della passione di Billy per una ragazza che per qualche tempo aveva segretamente condiviso il suo capo. Il personaggio principale è, inoltre, come molt\! figure letterarie prima di lui, un eroe on the road che, dopo aver affidato alla strada le sue esperienze e il suo nome, ripercorre un cammino più intimo, raccontandosi. Il romanzo, in forma di memorie, appare filtrato da un duplice diaframma: il ragazzo quindicenne e il se stesso ormai maturo intento a scrivere "le confessioni di una adolescenza selvaggia e desolata"; il testo potrebbe essere letto dunque come un'escursìone sentimentale, dove il termine escursione acquista qui la doppia valénza di viaggio e di narrazione, propria del corrispondente inglese excursion. La critica americana ha visto in Billy Bathgate quasi un Huckleberry Finn urbano; del personaggio Mark Twain egli possiede l'intuizione, l'adattabilità e la destrezza nell'affrontare gli eventi improvvisi. Ma il suo è un cuore metropolitano: quando egli, insieme alla sua gang, è-costretto a trascorrere l'estate a Onondaga, nella campagna dello Stato di New York, la sua sensibilità e la sua prontezza si raggelano. Billy addirittura percepisce le notti del suo soggiorno rurale come "una vasta e terribile perdita della conoscenza", così diverse da quelle della città, piene di "volume e trasparenza". A New York il ragazzo dedica un'attenzione sollecita; ne è compenetrato e ce ne trasmette una traduzione interiore che diventa quasi un canto nell'ultima pagina, quando Billy ripensa alla Bathgate Avenue dell'epoca del gangster Schultz, alla "strada dell'abbondanza, la strada dei frutti della terra", colorandola della nostalgia che si prova per un paradiso perduto, confinato ai ricordi di una geogr<j.fiaprivata. Un importante nucleo emotivo del ro111anzo si concentra sull'affetto e la paura che Billy sente nei .confronti di Dutch Schultz, il capo della sua gang. Il ragazzo riesce a suscitare le curiosità dell'eroe c:leisuoi sogni con un semplice gioco di prestigio del tipo apparizionesparizione e gradualmente entra a far parte della sua banda. Si rende però conto di cònoscere solo il declino del gangster: "egli era salito e stava cadendo. La vita di Dutch con me coincideva con la sua caduta". Morto Schultz, ucciso insieme a tutti i suoi uomini da una banda rivale, Billy si sente orfano per la seconda volta. La nuova situazione lo induce a riflettere sull'inconsistenza della vita che non si lascia dietro "niente di piò concreto di un filo di fumo, o del silenzio risolto alla fine di una canzone". Il ragazzo riserva aSchultze alle sue ultime parole, pronunciate nel delirio, una cifra simbolica, quella che in genere si assegna a un mito. Così la suprema eredità del gangster è costituita da un lungo monologo sconnesso "come se le parole fossero la nostra unica essenza e quando moriamo l'anima della parola si Fiversasse nell'universo". Alla lingua viene riconosciuta una qualità vitale e trascendente. La prosadiBilly Bathgate scorre poetica e puntuale; il suo lirismo spesso irretisce come un altro dei giochi di prestigiodiBilly, anche se talvòlta sembra troppo elegante perché la si possa attribuire -a un ragazzo di strada senza scorgere, dietro, la presenza dell'autore. Doctorow ha tuttavia negato (nell'intervista citata). che il protagonista del suo libro sia in qualche modo autobiografico, sostenendo che Billy "è nato proprio in quella prima frase, nel ritmo di quella frase, nella sintassi. Potreste perfino sentire il suo respiro se solo leggeste quella frase ad alta voce per eonto vostro". _

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