Linea d'ombra - anno VIII - n. 47 - marzo 1990

. ILCONTESTO La fine degli anni Ottanta ha portato dall'Est nuove sfide, grandiose e ineludibili. Anche Buchovskij dovrà dire, tra le macerie del socialismo reale, verso quale strada dirigersi. Su questo piano, la riflessione dei Verdi potrebbe positivamente intrecciarsi a quella della sinistra (drammatizzata ora dal processo di rifondazione avviato dal Partito comunista italiano). I Verdi porterebbero in questa riflessione i due temi che più hanno contribuito a porre al centro dell'attenzione generale: i limiti e le compatibilità ecologiche dello sviluppo; il rapporto tra Nord e Sud del mondo, forse la più importante fra le questionì sociali e politiche di oggi. In quel lontano saggio Enzensberger ben vedeva che "il pensiero sociale e politico degli ecologi ècaratterizzatodacecitàe ingenuità", cosa verificabile tutto~ (con l'aggiunta di una dose di opportunismo interessato). Ma sapeva anche che "e~i hanno un vantaggio sul pensiero utopistico delle sinistre occidentali - quello di vedere che ogni futuro prevedibile non appartiene al regno della libertà, ma a quello della necessità,. e che ogni teoria e prassi politica futura, anche quella dei socialisti, non dovrà affrontare il problema della sovrabbondanza, ma quello della sopravvivenza". Superare cecità, ingenuità (e opportunismi), nella riflessione sociale e politica è possibile, da parte dei Verdi, stringendo di più il nesso tra limiti dello sviluppo e rapporto Nord-Sud del mòndo, che già appartiene alla tradizione, pur breve, del "pensiero verde". Ma fondamentale.appare anche non rinunciare a collocarsi in un punto meno ondivago della società e della politica italiana, Non per schierarsi dentro il sistema dei partiti, ma per scegliere, consapevolmente, uno spazio e una radice. Se non indicano solo una posizione in Parlamento i termini "destra" e "sinistra" alludono a un auto-definirsi in rapporto all'universo sociale, a un punto di vista dal quale si giudica la storia. Ebbene, in ultima analisi, la radice di "sinistra" risiede nella solidarietà verso i deboli, gli esclusi, gli sconfitti. Sta nella s~elta di chi valuta e misura la dinamica socialé e storica in rapporto al.destino dei vinti e si sente a costoro vicino, fraternamente, distinguendosi da altri tipi di . solidarietà per il fatto di pretendere che la società e la storia camminino col loro passo, anche col loro passo, e non solo si fermino un attimo ad assisterli pietisticamente per poi riprendere una marcia selettiva e spietata. · . Ripensare la sinistra significa forse ripartire di qui. Ed è un discorso che riguarda anche i Verdi e c~e per essi sta anzi diventando sempre più cruci~le, pena lo smarrimento definitivo nel labirinto politico italiano. E una frontiera ineludibile, anche se difficile. Difficile perché lungo le sue piste già la sinistra si è e: .· 11111 Veronique Soulé 'V Avere vent'anni all'Est O Un saggio-inchiesta sui giovani europei dell'Est. Dalla religione al lavoro, dal consumismo · e: all' amorè, dal rock all~ droga: una realtà più intima e meno ufficiale che permette · r-::::,.. ~ di ~~pi~e il crollo dei regimi socialisti. ~ Gunt~r de Bruyn Un eroe del Brandeburgo Storia per amanti della letteratura ns Un intreccio, scandito sul classico s~hema · . I • della suspense, c~e mette al centro il drammatico scontro tra un piccolo e un grande uomo. ,.. - ft. Uno scrittore dissidente della RDT che usa Vo - satira e ironia per smascherare gli inganni di un potere spietato e ottuso. . ,• smarrita, perdendo il senso delle proprie radici - di quella radice solidale che era la sua forza e che le dava legittimazione, che faceva la differenza. E· anche per questo, la destra ha potuto invece ritrovarsi e riproporsi come vera interprete dei sentimenti e delle volontà del paese. La fortuna di Giulio Andreotti viene da lì. I suoi traffici con la solidarietà italiana, il consenso che ne fa un campione sempre in gioco e sempre al vertice sono l'altra faccia del vuoto lasciato dalla sinistra. Il maneggio andreottiano prevale nell' assenza di veri progetti cresciuti su una radice solidale capaci di raccogliery forze, intelligenze, risorse, consensi, Forse, per cominciare daccapo ad esistere la sinistra dovrebbe ripensare alle occa- , sioni perdute, alle sconfitte, agli errori. E anche i Verdi dovrebbero sentirsi coinvolti. Non credo di sbagliare pensando, ad esempio, che un libro come il recente Lavorarealla Fiat, Garzanti, di Mare.o Revelli, rappresenti un contributo importante alla riformulazione di un pensiero e di un'identità di sinistra in grado anche di provocare felicemente i Verdi. "Le liste sono compilate con cura; sulla base di una capillare selezione- scrive Revelli rievocando i licenziamenti seguiti alla sconfitta operaia alla Fiat dell'autunno '80 -'--: comprendono la maggior parte dei quadri più attivi, la spina dorsale del sindacato in fabbrica, una grande quantità di donne, e l'intera massa degli inidonei e degli invalidi. Rispondonp a un'esigenza feroce di razionalizzazione non solo politica, ma fisiologica, della forza lavoro, che giunge a incidere sullo stesso corpo operaio; che lo seleziona e lo piega a un efficientismo tecnocratico assoluto, fatto di darwinismo produttivo e di esaltazione della macchina spinta fino alla subordinazione biologica a essa. Nella 'nuova fabbrica' dell'informatica e dell'elettronica, nel territorio asettico dell'innovazione; non v'è spazio per corpi resi inefficienti dalla scoliosi o dall'artrosi, per cuori deboli e schiene rigide. Il materiale umano danneggiato dalla fatica e dalla catena dovrà essere drenato ed eliminato. I segni lasciati dal lavoro morto sul lavoro vivo dovranno essere cancellati". C'è in questo brano, in questo libro, · molta storia della sinistra di ieri e qualche orizzonte per la sinistra di oggi e di domani. E anche per i Verdi. Mi pare inevitabile, oggi, essere con i Verdi. Altrettanto inevitabile esserlo criticamente, contro i ritardi, f settarismi, l'incapacità di confrontarsi davvero con le cose, di produrre al proprio interno un ambiente politico e umano non intossicato ·da fumi e· veleni. Di guardare fuori da sé. Tutte cose che potrebbero presto far ripetere a molti anche contro i Verdi: "Questa terra non è mica roba vostra". ia (J Edizioni Costa & Nolan -Via Peschiera 21 16122 Genova

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