Linea d'ombra - anno VIII - n. 47 - marzo 1990

IL CONTESTO ''Questa terra non è mica roba vostra'' Con I Verdi~ contro I Verdi Gianfranco Bettin Ancora, ancora a lungo, sarà bene augurarsi che ai Verdi arridano corisepsi e fortune politiche e d'opinione. So bene, conoscendo dall'interno l'arcipelago ambientalista, che in molti casi verrebbe piuttosto da augurarsi il contrario. E tuttavia, mi pare, non c'è ancora alternativa all'effetto d'urto che la presenza autonoma degli ambientalisti provoca sul sistema politico. Prima di questa presenza la denuncia della crisi ecologica in atto, della sua gravità ed estensione, non era mai uscita dai rispettabili ghetti delle denunce isolate, senza seguito. Belle severe parole cadute nel vuoto. La coincidenza tra gli effetti di choc provocati sull'opinione pubblica e fin nell'immaginario collettivo da alcune catastrofi (da Cernobyl all'Amazzonia ai controversi spessori della fascià d'ozono lassù in cielo) e il costituirsi in formazioni politiche ed elettorali dei gruppi ecologisti già attivi in Europa e in Italia fin dagli anni Settanta, ha prodotto, soprattutto attorno alla metà degli anni Ottanta, un salto di qualità drastico nella coscienza collettiva. Si è insomma realizzato quanto nel 1973 ipotizzava Hans Magnus Enzensberger quando scriveva iri Per la critica dell'ecologia politica (raccolto in Palaver, Einaudi): "Se le ipotesi degli ecologi dovessero avverarsi anche soltanto in parte, i gruppi d'azione ecologici diventerebbero un. fattore di politica interna di prim'ordine, che non sarebbe più possibile ignorare". Questo è avvenuto, e in molti paesi, anche se siamo ancora lontani dal vederne concreti esiti'positivi. Non c'è ormai programma.di a Il Pescecane Giulio Angioni Nel mare di terraferma una volta è arrivato da mari assai lontaniun pescecane. Unpescecane che presto s'è fatto famoso comegrande affarista.Tanto che si credeva il più grande di tutti, il campione mondiale. "Ma tu lo sai che cosa bisogna saper fare per essere veramente il campione mondiale?", gli ha chiesto un giorno una murena, così per fargli abbassare un po' le pinne. "Che cosa?" "Bisogna riuscire avendere la cosa più inutile a chi meno ne ha bisogno". Il pescecane riflette, s' invoglia, e alla fine decide di vendere una maschera antigas, residuato di guerra, ma dell'altra guerra, e di venderla a un muggine di stagno. E siccome anche da quelle parti sanno tutti che i muggini più sprovveduti si trovano qui . nello stagno ch'è stato sempre nostro anche se il re di Spagna l'ha dato ai suoi baroni, il pescecane se n'è venuto dalle nostre parti, ha imboccato lo stagno nel canale dragato di fresco, e al primo muggine che s'è mostrato tanto scemo da non prendere paura del- !' enorme pescecane, ha offerto . questa maschera antigas dell'altra guerra: "Oggigiorno tutti i muggini di stagno in continente stanno comprando maschere antigas", gli ha detto. "E che cos'è?" "Serve per respirare meglio". "Io già respiro bene". "E se l'acqua si sporca?" "Qui però l'acqua è pulita", e schizza via. Insomma, non se n'è fatto nulla. Allora il pescecane è andato giù allo stagno di Marceddì, ma - neanche lì ha trovato compratore. È sceso giù fino allo stagno qui di Santa Gilla, ma nemmeno stavolta ci è riuscito. S'è guardato per bene tutt' attorno e ci ha pensato su, Qualche giorno dopo ha fatto venire i suoi avvocati e tirapiedi e li ha mandati alla Regione per chiedere soldi e cçmtributi, parlando con accento un po' nordista, e dopo un mese o poco più ha cominciato a fabbricapartito, oé programma di governo o di giunta che non ponga al primo posto la questione ambientale. Ipocrita omaggio a una virtù, nei fatti, trascurata, si potrebbe dire. Antonio Cedema ha appena ricordato cosa sono stati gli anni Ottanta per quel che riguarda la gestione del territorio. "Sono stati gli anni dell'abusivismo condonato, delle leggi fatte per cementi- -ficare a casaccio col pretesto di terremoti e alluvioni o in nome di emergenze artificiose (i mondiali di calcio): gli anni dell' urbanistica contrattata a vantaggio della rendita fondiaria. E l'Italia continua ad essere l'unico tra i paesi avanzati a non avere la legge fondamentale per gli espropri, coi prezzi degli immobili che vanno alle stelle e i Comuni ridotti alla paralisi". Molto altro si potrebbe aggiungere, sugli stessi temi, per non dire del contesto, dell'ambiente di vita globalmente inteso, della biosfera -ciò che consente, e che anzi è, la vita stessa - oggi insidiata come mostrano i rapporti del Worldwatch Institute. Per una strada che è stata a lungo incompresa, ostacolata, perfino irrisa, anche e soprattutto da sinistra, gli ambientalisti sono infine riusciti a imporre una presenza e una centralità nuove. Di questo hanno merito, e tutto quello che di brutto stanno combinando oggi non dovrebbe comunque farlo passare in secondo piano. Hanno avuto la forza di dire, come i "ragazzini" di Elsa Morante: "Questa terra non è mica roba vostra". I successi elettorali dei Verdi nell'85 (elezioni amministrative), nell'87 (politiche ·reuno stabilimento che pareva una città, proprio in riva allo stagno. E dallo stabilimento appena fatto incominciano a uscir fuori liquami e acque marce. La luna non riuscivapiù a specchiarsi nello stagno, pareva un fuoco fatuo in cimitero. I muggini non sapevano che fare. Finché un giorno il muggine che aveva rifiutato la maschera antigas del pescecane si ricorda e va da lui a chiedergli di venderla, se ceTha ancora: "No, quella non ce l'ho, l'ho già venduta a una murena". "Peccato. Adesso qui mi servirebbe". "Però ce n 'ho giusto altre nuove fiammanti uscite adesso dalla fabbrica". "Per quanto me la dài?" "Facciamo tanto, giusto perché sei tu". -"Ma soldi non ne ho". "Ci possiamo arrangiare. Tu vieni a lavorare alla mia fabbrica, · tipagoepuoicomprarelemaschere che vuoi". Così ha fatto il muggine, e come luimolti altri dello stagno. E poi sempre di più. Lungo le strade d'acqua dello stagno il pescecane ha fatto ésporre belle mugginesse in maschera antigas. E un giorno, tempo dopo, è andato in visita da quelle partì un muggine di qui, del nostro stagno, da certi suoi parenti. E appena arriva si meraviglia molto di questa moda nuova. Tutti con maschere alle branchie. E i mugginetti discoli gli tenevano dietro a canzonarlo: "Che vergogna, è senza maschera!", cantilenavano. Eancheluialloranehacomprato una, già che c'era, per non far brutta figura, per fare spocchia nel suo stagno e poi perché ha cominciato a sentirne anche il bisogno. Il giorno ch'è partito, firùti i convenevoli, ha chiesto ai suoi parenti: "A proposito di certi rinnovamenti forestieri,che cosa producete in questo fabbricone che vi fa tanto superbi?" Nessuno lo sapevaveramente: "Nel mio reparto fibbie". "Cinghienelmio". "Nel mio reparto filtri e guarnizioni" ..Così hanno incominciato a domandarselo davvero. E un bel g'iorno il sindaco dei muggini di Santa Gilla è andato in delegazione dal grande pescecane: "Che cosa si produce qui, nello stabilimento di vostrasignoria?" "Maschere antigas", risponde il pescecane: "per la salute vostra".

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