Linea d'ombra - anno VIII - n. 46 - febbraio 1990

V I D E O Il programma della quinta edizione della rassegna Riccione TIVV (Teatro-Televisione-Video) innestata da Franco Quadri sul tronco del premio Riccione per il Teatro è stato tutto ali' insegna della contaminazione, quest'anno (7-10 dicembre) più che mai. Il silenzio Rai- in materia di teatro nei palinsesti - permane, quindi continua a non registrarsi nessuno sbocco per il "genere" videoteatro. È finito poi l'entusiasmo per il mezzo (e l'entusiasmo del teatrov,ideomaker neofita); ora, P.er far cose belle e non risapute, oc~orrono costi non indifferenti; ora, per di più, i vari gruppi teatrali devono fare i conti con i "tagli" e molti di questi gruppi, che pure sono o sono stati bravi anche dietro una telecamera vivono in condizioni di 'Sopravvivenza. Riccione allora, che ha voluto cavalcare fin dall'inizio e fin in fondo la tigre del videoteatro, sta assestando un po' il tiro e gioca la carta dell'incursione, del blitz in ogni campo, delle scelte dotate di presupposti ben precisi, ma che poi, strada facendo, diventano tutt'altro. E allora: via libera a coreografi, videoartisti, registi di cinema temporaneamente attratti dal teatro e a: clip, saggi di improvvisazione, documentazioni fedeli che più fedeli non si può, OIFFERENZA È••• VIDEOTEATRAORICCIONE Maria Maderno 94 ritratti d'attore ecc. Quest'anno, in più, è scattata la parolad'ordinede"il video della differenza" (tutto compreso, dalla pelle al mezzo), slogan che si è concretizzato in un convegno e in una rassegna. "Differenza è f,are video": also sprach Franco Quadri inventore, oltre che dalla formula di Riccione, anche di questo rnixaggio molto attento, molto accorto di vecchio e nuovo, di aggiornamenti e di inediti, che - sulla carta - accendono anche la curiosità dei più pigri. "La differenza non è solo un altro colore della pelle ... È anche parlare un'altra lingua, praticare un'altra religione, abitare al di là di un muro tracciato dentro a una città in un certo periodo della storia; è vivere in un altro modo, essere e voler essere in qualche modo diversi ... È nel modo di fare teatro. E nel video ispirato da questo teatro. E nel cinema altro riservato in video e magari normalizzato dalla sigla Rai". Insomma, NOIDONNE. FebbraioJ990 Sesso.sacuolac:omelovogliono ilParlamentgol,istudentgi,liinsegnanti. AchilleOcchettiontervistadtoallaredazione di noidonne. Processpoerstupro enuovcoodice penale. Vogi randi, ilnuovo romanzo diLidiaRavera. ABBONATEVII Versamento dilire50.000 sule/en.60673001 intestatoaCooperativa LiberaStampa,· viaTrinitàdeiPellegrin1i 2, 00186Roma. Telefono06/6864562-6~64387 Crollo nervoso di Tiezzi e lombardi. diverso è un po' tutto e il contrario di tutto. Ma val la pena andare con ordine. È stata posta la questione della differenza etnica, razziale - cosa che a Riccione, tra l'altro, è diventata anche un fatto di cronaca. È stato mostrato il video (registrato da una troupe della BBC dùrante una replica clandestina) di Asinamali di Bongemi Ngema, l'autore di Sarafina! e del Woza A lbert cbe Peter Brook ha allestito da poco. Asinamali è un testo militante, che mette in scena un universo difficile, ma con spettacolarità, piacere del movimento, spunti per giocare col pubblico. Eppure con ambivalenza, invasione di scariche emotive nelle dinamiche e nei gesti; si intuisce la tensione interna, la durezza d'essere, una rete di contrasti insolvibili. Teatro in bianco e nero: il gruppo Albe di Ravenna ha parlato di lavoro 'teatrale interetnico, avviato con l'ingresso di tre nuovi componenti senegalesi, "reclutati" tra i tanti venditori ambulanti della riviera. Differenze di colore, di linguaggio diverso: in Katzelmacher troviamo un Fassbinder più "diverso" che mai nei panni, credibili, di un immigrato greco. E una Palermo immersa in un' atmosfera alla Fassbinder è quella del video di Zampe (da vedere con la traduzione scritta dei dialoghi), una coraggiosa produzione autonoma siciliana; nel teatro di Scaldati i mendicanti hanno la parola: egli attribuisce, regala la poesia a questi emarginati che riflettono sul .mondo, sulla vita (e rion sulla propria emarginazione). Nelle interviste pubbliche a varie espressioni della differenza non avrebbero, in realtà, dovuto mancare Santagata e Morganti.11 lavoro teatrale e il video realizzati presso il carcere di Lodi hanno qualità espressive e sono anche ponte di solidarietà gettato a coloro che stanno oltre il muro, impegno sociale e umano rivolto alla società degli esclusi., Ma interessanti sono anche la coerenza e il radicalismo con cui i due attori-- registi perseguono il loro programma formale cercando proprio nel- !' eccesso emagari nello stridore la validità estetica e a suo modo politica di un discorso tutto fondato sul rifiuto e sulla devianza rispetto a ciò che è presunto come norma e normalità. Non poteva mancare, con queste premesse, il Living (invideo e, dal vivo, nella presentazione di Serena Urbani che si è lasciata guidare dal trasporto narrativo dei ricordi, dall'omaggio sentimentale verso un' epocasicuramentenon ripetibile); ilLiving che è dopotutto •iridispensabile (come la scena d "'opposizione" di Chaikin, pura "presente" in rassegna) per comprendere l'avventura· del teatro contemporaneo. E in Italia? Il teatro di ricerca, quindici anni fa, aveva decisò di operare in un ambito marginale e aperto in cui fare uso, anche, delle nuove tecno- ' logie, scegliendole come specchio della propria soggettività, come coscienza di un'alterità ineliminabile. La 'ricchezza espressiva del patrimonio del videoteatro era_ dovuta all'estrema ambiguità di forme che poteva assumere; la mancanza di radici, di rapporti, di committenza reale, se da un lato ne'ha accentuato la differenza, si sta ora però rivelando fatale. Da qui il passo è stato breve alla distinzione: video come sinonimo di rottura (anche se è risuonata la testimonianza di· alcuni videoteatranti "pentiti", come quelli della Raffaello Sanzio) - televisione come strumento di omologazione (anzi, addirittura "demone della seconda metà del Novecento", come l'ha definita Federico Tiezzi). Ma al di là del discorso pro o antitecnologico si è fatta strada l'evidenza che il diverso (come diceva Hans Mayer!) • diventa sempre provocazione; o meglio, in altre parole, che la differenza può diventare elemento drammaturgico determinante, momento di autentica emozione. Che deve fare "scandalo", insomma, dare quel senso di disagio profondo che, anche se tradotto in video, è proprio del vero teatro.

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