Mll•l'llJl•l: ■ W SPOSIPROMESSI,SPOSIOMOLOGATI MarioBarenghi Ora che s'è placato il clamore attorno ai Promessi sposi televisivi, ora che tutti i manzonisti, gli opinionisti e i critici militanti del piccolo schermo hanno tranciato giudizi e sentenziato verdetti, è finalmente possibile tentare un'equa e spassionata valutazione del film di SalvatoreNocita. Per quanto intempestiva, essa potrà servire almeno come avvertenza preliminare agli spettatori delle future repliche, che certamente non mancheranno. I commenti susseguitisi durante la proiezione sono stati caratterizzati da un denominatore comune: la denuncia delle trasgressioni che il regista s'è concesso rispetto al romanzo. Non è il caso di esaminare in dettaglio le varie obiezioni (ma meglio sarebbe dire: le vibranti proteste) che sono state avanzate. Quello che invece importa è comprendere il senso autentico dell'operazione compiuta da Nocita, che - mi pare - nessuno ha finora saputo cogliere. Di riduzioni televisive o cinematografiche dei Promessi sposi ce n'erano state già diverse. Nocitaha sornionamente dichiarato nelle interviste di essersi ispirato, oltre che alla versione definitiva del romanzo, alla prima stesura (più grezza ma a più forti tinte, e quindi potenzialmente più spettacolare), che va sotto il nome di Fermo e Lucia. Ma in realtà il suo obiettivo era un altro, molto più raffinato e ambizioso: quello di tradurre in immagini moderne il "dilavato e graffiato autografo" dell'anonimo secentesco, dal quale Manzoni dichiara di desumere la bella storia degli sposi promessi (e che naturalmente non è mai esistito). L'operazione era tutt'altro che facile. Dopo la citazione d'apertura, infatti ("l'Historia si può veramente deffinire una guerra illustre contro il Tempo ..."), Manzoni fornisce della scrittura dell'anonimo una descrizione alquanto ,sommaria. I problemi da risolvere erano quindi molteplici: non solo adattare un testo narrativo al linguaggio filmico, ma anche - anzi: prima - ricostruire un originale inesistente, intenderne le ragioni e lo spirito, e assimilarli profondamente, per poterli rielaborare alla luce della sensibilità contemporanea. Ebbene, Nocita si è dimostrato perfettamente ali' altezza del compito. Le cinque puntate dei suoi Promessi sposi costituiscono da questo punto di vista un superbo modello di lettura viva e attuale, che molto ha da insegnarci sia sull'epoca in cui la storia è stata scritta, sia (e soprattutto) sulla realtà presente. Pochi esempi basteranno a chiarire il discorso. Com'è dozzinale! com'è sguaiato! com 'è scorretto! esclamava Manzoni, commentando l'anonimo. Ed ecco Nocita proporci un don Rodrigo sentimentale e svenevole, camuffare don Abbondio da Alberto Sordi, far dello scontro fra Lodovico e il signor tale un duello alla Scaramouche. Grammatica arbitraria, periodi sgangherati: ed ecco i paesaggi verdeggianti a novembre inoltrato, i capponi di Renzo, morti mortissirni prima della visita ali' Azzeccagarbugli, resuscitare irnmantinente al termine del colloquio, Gertrude pentita un pochino (ma non abbastanza) inseguire Lucia di corsa, vociando per il chiostro, in mezzo alle consorelle. "E - prosegue Manzoni - accozzando, con un'abilità mirabile, le qualità più opposte, trova la maniera di riuscir rozzo insieme e affettato, nella stessa pagina, nello stesso periodo, nello stesso vocabolo". Qui Nocita tocca vertici di autentico virtuosismo. I due promessi e Agnese dopo il fatidico "no" di don Abbondio: interno casa di Lucia, arredamento e suppellettili vero Seicento contadino, abbigliamento fedelmente ricostruito (hanno fatto perfino una mostra, .e la gente è andata a vederla): e i personaggi che discutono distrattamente sul da farsi, ciascuno intento a un'occupazione diversa, neanche si trattasse dell'ultimo pettegolezzo sui pretendenti di Perpetua. Perpetua, a proposito: che poco prima, interrogata da Renzo, sfilava carote dal terreno d'un orto, oh quanto realistico!, con la facilità con cui s'estrae una penna da un calamaio. E che dire di padre Cristoforo e don Rodrigo che conversano amabilmente, passeggiando su e giù per la galleria del palazzo? Di Lucia dopo la notte al castello dell'Innominato, fresca e composta come appena uscita da una puntata di Falcon Crest? Che dire, infine, di una promozione pubblicitaria così sagacemente volgare da sottacere del tutto la natura parodistica dell'opera, facendola passare come una versione cinematografica del romanzo di Manzoni? Ma il significato culturale dei Promessi sposi 1989 va ben al di là della pur scaltrita perizia tecnica, che ha consentito a Nòcita di tradurre la sciatteria e gli orpelli della prosa barocca nella variegata retorica delle telenovelas, degli spot, dei provini, dei kolossal hollywoodiani, dei nostrani tardonovecenteschi sceneggiati per la TV ("e da per tutto quella goffaggine ambiziosa, eh' è il proprio carattere degli scritti di quel secolo, in questo paese"). li regista è intervenuto anche nell'annoso problema della scarsa fortuna di Manzoni fuori d 'Italia, proponendo una soluzione scientemente drastica. Non c'è dubbio infatti che/ promessi sposi, così rivisitati, appariranno allo spettatore medio anglofono di una noia micidiale; e di conseguenza il capolavoro manzoniano rimarrà appannaggio esclusivo della nostra cultura nazionale, a scorno dei tentativi (purtroppo assai frequenti) di accelerarne la colonizzazione. Miglior suggello non potevamo augurarci, a conclusione del decennio sudicio e sfarzoso da cui abbiamo testé preso congedo. TEATR(} VERDI /&1'. ~ COMUNE DI MILANO SETTORE CULTURA f SPETTACOLO• MILANO CULTURA 1EA1RO CON\'ENZIONAJO S T A G I O N E 1990 LA DONNA E LA RICERCA (Donna-Attrice protagonista del nuovo Teatro) Dal 30 gennaio all'l 1febbraio Teatro del Buratto NEL TEMPO CHE NONE' PIU' E CHE NON E' ANCORA con Iolanda Cappi testo di M. Cucchi regia di S. Monti * lunedì 5 febbraio "Parola scritta e parola detta" incontro con M. Cucchi, J. Cappi, S. Monti in ocèasione della presentazione del libro "La luce del distacco" (Edizioni Crocetti) * Dal 13 al 18 febbraio Granserraglio ELLA con Walter Malosti - regia Richi Ferrere * Dal 20 al 26 febbraio TNE / Le Meline LA DOPPIA VITA DI ANNA O. Scritto e diretto da Luigi Gozzi con M. Manicardi, D. Nicosia, A. Malfitano, F. Ballico, G. Furlò * Sabato 17 febbraio "11caso clinico come genere letterario" convegno sul tema Teatro e Psicanalisi in collaborazione con ERASMO * 26 e 27 febbraio in collaborazione con Spettacoli a Milano LA FABBRICA DEL TEATRO Incontri e confronti su "Teatro e psicanalisi: terapia o cultura?" coordinamento Walter Valeri. * Dal 6 all'l 1 marzo Sipario stregato CRONACA con Letizia Pardi - drammaturgia e regia di Alessandro Garzella * Dal 13 al 18 marzo C. R. S. T. Pontedera QUENTIN con Luisa Pasello - regia di François Kahn * Dal 20 al 25 marzo C. R. S. T. Pontedera LA MITE regia ed interpretazione di Silvia Pasello Informazioni e prenotazioni al 6880038 • 6071695 Teatro Verdi Via Pastrengo 16 Milano. Inizio spettacoli feriali ore 21.00 festivi ore 16.00
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