TEATRO Marco Scàcchel1i. sare una fase di transizione e che dunque prosegue ostinato la sua ricerca di alterità. In discesa. · Perché questo è lavorare in discesa: a quale nome celebre sarebbe concesso il lusso e 'il successo di una piccola idea "rivoluzionaria", cioè "relazionale"? A quanti di quelli impegnati in salita potrebbe tornare la voglia o solo il ricordo dell'uso e del senso della cultura teatrale diffusa, ma non diluita, nel sociale? Nel pieghevole ciclostilato e allegato al teatrino, è citato Grotowski e si parla di "cultura attiva". Eppure una valigia piena di bricolage teatrale è davvero lontana dalle avventure percettive o dalle ricerche· essenziali sul performer: ma hanno ragione i giovani della Lega Ambiente di Verona, a trasferire sul loro piano gli enunciati teorici e gli slogan e i sottoprodotti di quello che è stato scoperto a ben diverse altezze. Sul loro piano, che è per davvero un piano inclinato, anzi scosceso fin dentro il sociale e il privato, ma senza la patina di una qualunque leggera tarlatana che veli ed esalti la pur funzionale separazione dei. ruoli. Senza nemmeno-dall'altra- l'estremismo della promozione professionale di tutti all'interno della cultura dell'attore, cioè del corso di animazione per la'riqualificazione delle associazioni scuolafamiglia. Invece il gioco - o il lavoro - si svolge in una semiclandestinità che è complicità reale, ma anche rigorosa difesa dalla pubblicità, che non è l'anima delle idee ma quella del commercio. Ripagati dall'utilità e dal divertimento di ciascun partecipante/ utente e non dal successo di una vasta e passiva clientela, si esperimenta un discreto e rischioso "fai da te" che fa da confine ultimo e da difesa prima "contro il consumismo" (come afferma a tutt'oggi il volantino delle istruzioni per l'uso, con la consap_evolezza di non fare moda, ma di insistere caparbiamente per cercare di fare senso). · · E il "fai da te" si sviluppa fino in fondo e si inverte paradossalmente nel lavorare con gli altri e per gli altri. Al suo ritorno il . genitore avrà infatti aggiunto le sue varianti e invenzioni: altri costumi e scene e fiabe e burattini ... Non è raro che riconsegni al deposito bagagli non una ma due valige, e che talvolta vi accompagni un amico che ha deciso di voler provare a passare un pollleriggio di gioco con i suoi figli. E piuttosto facile, dal momento che ciascuno non deve far altro che raccontare una favola e muovere dd personaggi al proprio qualunque livello di abilità teatrale: il loro pubblico non guarda troppo all'arte, è molto più esigente. Chieçlepiù sostanziale relazione che evanescente meraviglia, ed è generoso comunque .quel tanto che basta per rassicurare e gratificare i parenti della loro esibizione. Che quell'intrattenimento si chiami teatro non c'è dubbio: la televisione nel frattempo è momentaneamente spenta. E non è poco. 90 Il teatro "minore" è un continente fin troppo vasto epopolato dove non è facile né orientarsi né scegliere;forse anche per questo si preferisce ignorarlo in attesa che qualcosa abbia lafortuna e il diritto di emergere, Il fatto è che molte esperienze sono in realtà più propriamente teatro sconosciuto o "nascosto", o perché scelgono forme incompatibili con una pubblicizzata e dilatata relazione, o perché appartengono a culture e nazioni lontane e non hanno l'occasione di entrare in comunicazione o non hanno la forza di contaminare la moda o la storia teatrale nostrana. Cosi proponiamo altre due schede, o due lettere, che si riferiscono a un'esperienza di "teatro a domicilio" tutt'ora in corso in Italia, e a uno spettacolo di nuovo teatro politico messo in scena in Brasile. Per aggiungere esempi efar indovinare la possibile apertura e var.ietà di unfenomeno quasi invisibile e di certo indefinibile, ma tuttavia continuamente fecondo, a dispetto dei limiti dell'informazione e della curiosità degli spettatori. IL 11TEATROA DOMICILIO". DALPUBBLICOALPRIVATO DELGRUPPODI SETTIMO BrunaFilippi In Francia si pratica fin dal 1978 il "teatro d'appartamento", ma cercare un luogo e una data d'origine di un'idea come questa è impossibile è sbagliato: il teatro a domicilio ha secoli di storia, è nato sicuramente prima del teatro a teatro, per tutto il tempo e in tutte le epoche in cui non esisteva un edificio o uno spazio concepito apposta come "luogo del vedere". Ma il fenomeno non consiste più soltanto nell'occasione di "far teatro in un luogo privato": una sua progressiva e recente formalizzazione, che equivale a una nuova fondazione, c'è stata sia sul piano della funzione sociale che su quello della ricerca espressiva, tanto che a Limoges, nel 1988, si è organizzat9 un primo ''festival de théare en apartement'. Una ricerca sociologica ne parla come di un fenomeno correntemente praticato, meno prolifico e coinvolgente ma altrettanto diffuso e accessibile del "teatro di strada" (I. Starkier, 1989): forse è un suo succedaneo, forse un tentativo opposto e complementare, anch'esso giustificato dalla emarginazione ·di tanti attori, dalla sperimentazione di nuovi linguaggi teatrali immediati ed efficienti, e soprattutto dalla ricerca di nuovo pubblico. Ma anche su questo piano c'è una novità: non si tratta semplicemen~ di portare il teatro alla gente che non civ a e di ottenere un risultato quantitativo e magari pedagogico, né di èsibirsi ali' aperto e di essere notati o seguiti finché regge l'attrazione o la curiosità. Si tratta di inventarsi una ricerca qualitativa che approfondisce la relazione con lo spettatore in modo perfino troppo intimo; si tratta di sostituire il passante occasionale non con un testimone partecipe, ma con un "ospite" a sua · volta impegnato ed esposto (e perfino responsabilizzato), anche se resta semplice spettatore. Sarà per un fatto di vicinanza geografica che il primo gruppo italiano a proporre il suo teatro a domicilio è stato quello di Settimo Torinese, organizzando un giro un po' a sorpresa, secondo le"imprevedibili nuove esigenze di attori viandanti. Una telefonata, senza troppe spiegazioni,"solo per accertare la disponibilità, e mi sono ritrovata testimone. Come era stabilito dovevano arrivare nel tardo pomeriggio. Un letto per dormire e una cena tutti insieme, questi erano i patti, ma niente altro era chiaro su quello che doveva succedere: una visita di passaggio di alcuni amìci teatranti? una discussione sui problemi ei destini del teatro? una dimostrazione di lavoro? Invece ti entrano in casa con il loro spettacolo, confusamente e però alla lettera, nel senso che lo spettacolo entra insieme a loro, Almeno in parte è forse già iniziato- può darsi da quando è cominciato il loro viaggio attraverso le case e i luoghi di amici e conoscenti di tutte le possibili città - ma non -si sa in quanta e quale
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