RACCONTITALIANI FUORUSCITI Giovanni Battistini "Ti prego, vieni subito." "Dove sei?" "Al solito posto." "Al" "Ta~i!Vieni subito, mi raccomando." Fabio guardò fuori. Un nevischiosfald~tco~de~an. corad~l cielo, sconvoltoda raffiche di ventoinmuhnelghng10argentei, ~~- . Afferrò il cappello, alzò il baverodelcappottoS.cesem strada. "Il solito posto." Solo conLuisaquelbarpote~achiamarsi così. Solito:per gli incontrichesi ripetevandoaanmnonostante le loro vite diverse. Maquestavolta,posteggiando l' auto~obi!Fe,abioerapreoccupato.Luisa si era messa suunastrada?1ffic1fle?erse-la sua telefonataglielo faceva temere- eragmntalla~me. La vide scrutare oltre i vetri delbarconansiaV. edendolo entrare si alzò subito: "Andiamocene.Non qui.Usciamo." . . Camminandosotto laneve,Luisaparlavcaonvoce1mpaunta. "Devi aiutarli. Prendere il mioposto.Mihannoindividuata. Stasera sono arrivati a casamia.Sonoriuscitascapparem, ami prenderannopresto". . . . . , Fabio la strinse a sé: "Calmati.T1portovia10. Ali esteronon tiprenderànessuno'.ConmepuòpassarechiunquNe.onmihanno ·mai fatto storie". "No! Ormai raggiungono tutti; ancheall'esteroT. u devi prendere il mio posto. È necessario!" . "Ma iononmi sonmaioccupatodiquestceoseN. onlehomai capite." . . "Lo farai."Luisa lo guardò.Lapaurache~ab1p0ercepivnael corpo sottile di lei non potevarestaresenzansposta. "Sì. Lo farò." . Luisa lo abbracciò, stretto, fra le lacrimeg,lidiedealcune informazioni. Gliele fece ripetere più volte. "Il resto te lo dirà Anna, se occorre." "Anna?" "Sì· c'è anche lei." Lo ~bbracciòdi nuovo. Faticòa staccarsdialui. "Non seguirmi - gli ingiunse- oranoinonciconosciamo più." Eradamoltotempoche lecittàd'Europanoncon?sce~8p?oiù quel vagare di gente spaventata;perlepiazzen,eg)a1nd1td1ella metropolitana.Le case ospitalisi facevanogmgiornosempre più rare. . Si pensava che non potesseaccaderea,llesaghedel 2000. Pochi si erano accorti dei cileni, degli argentini, negli anni Settanta. Come, negli anni Ottanta, dei desolati volti dei negri, venditori ambulanti, stretti tra mafia e polizia, pronti a essere rispediti in patria o a attraversare l'Europa su containers, fino all'approdo clandestino di un altro, ricchissimo paese. Ma ora che spuntavano sempre più numerosi, la polizia li cacciava, imprigionava,rispediva al paese d'origine dove il loro destinoera segnato;ora che i giornalineparlavanocontinuamente, ognuno aveva a che fare con i fuorusciti. Per cacciarli, denunciarli;pochissimi per proteggerli. Fabio chiuse il giornale. L'arresto di Luisa era riportato in poche righe. Arresto! Una parola mutata·nel giro di pochi anni. Voleva dire scomparsa,ora. Non ritorno. Sgomento,pensòa lei, al suo coraggio.Alla promessa che le aveva fatto. Attese il buio con impazienza. Sapeva che la sua educazione e, più ancora, la pigrizia, loscetticismo,lo rendevanodiversissimodaLuisa.Uscì. Accantoa viepiene di traffico,ingorghie luci, aMilanovene sono di piccole,male illuminate:pochi fanali fannopenzolareun cono giallastro sul selciato. Poi l'oscurità infittisce fino alla successiva lampada, in intermittenti opacità compenetrate di buio, di nebbia. Una di queste viuzze, fra paiazzi ancora opulenti, come ali' epocasettecentescadella lorocostruzione,porta a unapiccola piazza con una chiesa.L'architettura è povera. L'edificio brutto. Quattro fanali di luce bianchissimadanno al luogo un connotato di freddezza. Fabioalzògliocchi. Il rosonedellachiesa,anonimo,arrossato da qualche terracotta che ne punteggiava il contorno, pareva un incidentearchitettonico,unosforzotardivodi evidenziare,conun particolare consuetoalle chiese, che quella, appunto, lo era. Il portoneera sbarrato.Ricordandole indicazioni di Luisa, si diresse sul lato sinistro. Un ingresso, cui si giungeva per alcuni gradini, era illuminatoda unapiccolalampada,anch'essa biancastra, senza alone. Sapeva che era un prete la persona che doveva incontrare e non ne era contento. Diffidava di quelli cattolici, attivisti e ilari nei loro rapporti con la gioventù, o raffinati;nelle alte gerarchie, quando si dedicavano a adulti ricchi. E anche di quelli protestanti, come il pastore che stava per incontrare, rigorosi al punto da parere imbevuti di livore.· Suonò il campanello. La porta si aprì silenziosamente.Un uomo minuto,il biancocollettoduro sottoun pettorale irrigidito, gli rivolse un secco buonasera. "Buonasera". Fabio guardava l'anticamera disadorna, anch'essa illuminata da una luce bianchissima. Su un muro un attaccapanni di legno e una piccola croce di ferro. "Lei sa dove deve portarlo?" "Sì". Fabio ripeté a alta voce l'indirizzo. "Conosce personalmente Anna?" "Sì.,, Quelle domandeposte con voceperentoria rivelavanoun'indole abitudinaria,precisa, di chi non tralascia nulla fino a che il suo compito non sia assolto. 69
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