• STORIE/PLATONOV I pastori vagavano a mani vuote e suonavano i pifferi. Un mondo erafinito e un altro mondo cominciava. Erik, invece, amava respirare, amava tutti gli odori e starnutiva per divertimento. Egli trovava gioia in tutto e la spandeva su tutto. Faceva molte cose: arava, pensava, camminava lungo il campo e contava le nuvole. Verso sera se ne andava al villaggio a guardare le giovani contadine. Erik non credeva né in Dio, né nel diavolo. Tutto è umano, pensava, e la terra non ha confini. Ciò che voglio fare, senz'altro lo farò. Se voglio produrrò dolore, se voglio produrrò gioia. Ed Erik faceva davvero molte cose ed era un uomo cordiale, anche se viveva solo, senza una donna, come un brigante, e saltellava quando lo invitavano a pranzo. Un giorno arriva da lui il nemico del genere umano e dice: "Se vuoi, t'insegnerò a plasmare uomini con l'argilla." " Insegnami" disse Erik. " E cosa mi darai?" "I lapti." " E" cosa ancora?" " E ancora cosa: ecco, prendi una tazzotta, dei lapti di corda e una veste. Non resterò senza, non temere." • " Sì, sì, lo vedo" disse il diavolo, e insegnò a Erika plasmare uomini con l'argilla, con la terra e con ogni altra sudiceria se prima la si bagna di saliva. Erik fece un 'intera schiera di uomini e li mandò su tutta la terra quant'è tonda a cercare i suoi quattro confini. I figli del diavolo e di Erik se ne andarono ognuno per la sua strada e scomparvero: non se ne seppe più nulla. Erik sen 'era già dimenticato e s'era dato a una nuova impresa: s'era messo a pensare di aprire una breccia nel cielo e infilare la testa nel buco e dare un'occhiata per vedere se lì c'è un dio o si è nascosto . Di nuovo camminava lungo il campo sotto le nuvole e pensava a tutto: perché al mondo si sta così bene, quando non c'è niente di buono e tutto è già noto. Di notte il cielo è più vicino e da lì guardano le stelle, occhi perfidi. Di sera alle ragazze s'ingrossano le tette e hanno le lacrime agli occhi. E ancora, perché i loro occhi somigliano a laghi, quando sul fondo, in mezzo alla nebbia, avanzano i cieli. Gli stregoni e le vecchie dicono che negli occhi dei santi ci sono più stelle che in cielo. La strega, testa matta, ha nell'occhio una stella sola, ma è più buona di tutto il bestiale abisso celeste. Con i contadini Erik si comportava in modo fraterno: fiutavano l'uomo l'uno nell'altro e non si turbavano per il fatto di vivere come persone abbandonate, ognuno nel suo villaggio senza luce. Da ogni capanna si può vedere il cielo, e dal cielo si può vedere tutto il mondo. E nella notte silenziosa è possibile sentire tutte le voci, e come gli uomini si chiamino l'un l'altro sulla terra. Una voltasi sparse una voce: daqualcheparteeranoricomparsi i figli del diavolo e rivoltavano il ventre della terra, tirandone fuori fegato e intestini. Senza voler niente in cambio mostravano a tutti, per divertimento e conforto, il sudiciume delle interiora. Avevano rinnegato Dio e il diavolo, li avevano sopravanzati e avevano pensato di rivoltare il mondo e di mostrare a tutti che esso è sudiciume e risate ... Occorre, dicevano, farsi daècapo un'altra terra. Erik e il popolo sogghignavano: Dio e il diavolo erano da tempo amici e parenti, l'inferno e j1 paradiso s'erano sempre chiamati l'un l'altro. E sebbene un tale gesto l'avessero pensato i figli del diavolo, essi non assomigliavano al diavolo, né in meglio né in peggio. Il giorno di sant'Egor apparve in cielo un buco, da dove si affacciò una beffarda testa nuda e di nuovo si nascose. "Eccotelo il diavolo! " ridevano i contadini. Di sera le contadine andarono a cantare e ballare, e cantarono sulle rive dello ·stagno fino a mezzanotte. Aspettavano fidanzati diversi, non i loro ragazzi dai musi sfrontati. Dopo cinque giorni il cielo si staccò e la terrà si rivoltò; e cominciarono a riversarsi dappertutto schifezza e sudiciume. Tutti videro che cos'era questo mondo e se ne fecero beffe. Il mondo era finito tra le risate e la gioia. La terra e il cielo s'erano rivelate sudiciume e fumo nero e non servivano più a nessuno. ' Era stata la schiera di Erika combinare quest'affare. Di notte tutto scomparve, gli uomini si vennero a trovare vicini l'un l'altro e rimasero uniti per sempre. I pastori vagavano a mani vuote e suonavano i pifferi. Un mondo era finito e un altro mondo cominciava. ' Questi racconti (apparsi originariamente nei giornali di Voronez "Krasnaja derevnja" e "Voronezcaja kommuna" nell'ottobre 1920 e gennaio 1921) sono stati riscoperti da Fedot Suckov, che li ha riproposti in "Junost" n. 6, 1988. \f:f:: •:•:•:•:•:•:·:·:•:•:•;:::::::>:•:•:•:•:•:•:•:•:•:::::·····:::::···:::: ... ::: : : : =•:• • •:• ::::::::::;::•:::: .. , : :-=\:i \ {!\!i!f:!:~:::?f:::::··•:·· ..•,•.· :: ::::::=: 1); ::::::::111::::1:Nll:1111:::::1ì!iil :1:1:::::1:::1: 1 !! rr Dagennaio incollaborazionceonLaNuovaCorsia, Linead'ombra organizzaincontrpi eriodicionamicidi tuttaItaliache verrannoapresentarleibri,riviste, iniziativesocialmente e culturalmensteignificative. 16febbraio: MarcoLombardo-Radice psichiatreadeducatore IntrodurrannLoe: oNahom e LuigiManconi. Alleore21pressolasalaConventoS.Carlo, CorsoMatteott1i 4,Milano 55
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