Linea d'ombra - anno VIII - n. 46 - febbraio 1990

POESIA/FENTON Vuccerìa Quest'estate forse tornerò a Palermo Chissà se il ristorante Shanghai è ancora li E se ancora si possono comprare di contrabbando Stecche di sigarette nella piazza a triangolo Di sotto. La sera i cavalli si spogliano Dalla testa~ piedi, nella luce livida delle lampadine. Lasciano i propri scheletri ripiegati con cura Uno sull'altro. Guarda, un paio di calzini Scarlatti con due cipolle nere. Oh no, ti sbagli. È una testa mozza sul comodino. Vento Ecco il vento, il vento su un campo di grano. Folle immerlse scappano fuggendo il disastro · Giù per valli e verdi uadi ondeggianti, In mezzo alla sublime catastrofe del vento. Famiglie, tribù, nazioni e i loro animali Hanno sentito qualcosa, visto qualcosa. Sul colle C'è un'attesa o un diffuso gigante malinteso Che piega l'orecchio della siepe a storie di ferro e fuoco .. Ho visto mille anni volar via ìn due secondi. Terre distrutte, lingue .che sorgevano e si dividevano. Uno è partito verso l'est a cercar salvezza. Suo fratello ha scelto l'Africa e un piatto di aloe. Dopo secoli, come minuti, ci si poteva chiedere Perché l'elsa della spada errasse lontana dalla fucina. E altrove si canterà: "Come pula ci ha portato Il vento". Ecco il vento su un campo di grano. B~llezza, pericolo e sgomento Bellezza, pericolo e sgome.nto Mi vennero incontro sulla strada. Comunque scegliessi, sceglievo lo sgomento. L'errore Quando sbagli la vita torna indietro. E vedi esattamente dove ieri Hai sbagliato e il giorno prima ancora E ogni errore riporta qualcosa di peggio 42 Ogni ombra di ipocrisia E ogni scusa verso te stesso Entra ora in chiara prospettiva E visibilità perfetta. Si fa piena luce. Il colonnato Si snoda sui due lati. Non muoverti. Le statue dei tuoi errori ti sfiorano la manica .. Rivedi il racconto del passato - e sei sgomento. Lo sgomento di ciò, il grosso sbaglio È maggiore quando vedi quelli Che sapevano dove portavano i tuoi errori Gli amici congelati che osservavano lo scoppio della crisi. Perché non l'hanno detto? Ma sì che l'hanno detto Un mormorio al momento sbagliato Un tenue rifiuto ad assentire O a chiare lettere, ma tu non ascoltavi. Ora sì che ascolti e fa male. È peggio Dello sberleffo del nemico. Prendi questo sgomento. Fa tuo l'errore. Guarda dritto sulla traiettoria del ritorno. La possibilità La lucertola assorta sul muro Il silenzio dal bosco improvviso Mi dicono che ho perduto La possibilità del bene. So che questo fiore è bello Ieri forse lo era. Si apriva come una mano vermiglia. Non era bèllo per me. So che il lavoro è bello. Un piacere. È buono. A meno che il lavoro non fosse un modo Di dissipare la mia solitudine. E la solitudine era bella Quando ero certo di essere forte. Pensavo fosse ~pazio In cui crescere, ma mi sbagliavo. Le ghiandaie bestemmiano nel bosco. Rapida la lucertola schizza sgraziata. Il fiore si chiude a pugno. La possibilità recede. (tràd. di Paola Splendore)

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