Linea d'ombra - anno VIII - n. 46 - febbraio 1990

sta popolati di finti villici felici disseminati dal principe Potemkin per tutta la Russia lungo i percorsi dell'imperiale cocchio di Caterina Il. . Il carosello di battibecchi in cui sono invischiati i personaggi non registrà nessuna variazione, solo la litigiosità aumenta, quasi impercettibilmente .assumendo un tono appena più amaro; possiamo supporre che Sisifo non sia' felice, Non esiste vicenda, la narrazione non procede, non può farlo: è solo un continuo cambiamento di fondali per una sceneggiatura sempre uguale da cui, almeno in superficie, sembra escluso il tempo. Come sulla facciata, i quattro fanno, disfanno, rifanno senza costrutto e intanto intrecciano all'infinito discorsi, dissertazioni, amori, velleità. Ma proprio in questo divagare straripante si avverte una nota che stride con l'apparente fissità del quadro, proprio dove laminuzianelregistrare i dialoghi in tempo reale appare più gratuita, si fa via via più netta al lettore la percezione di un movimento in progressione. Intanto perché è difficile essere immobili parlando seriamente di politica, e tanto fa laMonikovà, e poi perché il libro è divertente, l'autrice domina un'infinità di registri linguistici quasi sempre piegandoli al comico. Ma soprattutto grazie a Jaroslav Hasek, che non solo compare come personaggio nel romanzo, ma costituisce l'esplicito riferimento nell'organizzazione della tecnica narrativa, complessa e raffinatissima, appunto, come quelladelloSvejk: le divagazioni non hanno (o CONFRONTI non hanno solo) una funzione ritardatrice, ma servono ad ampliare la scena, a crearle un vasto contesto, storico, politico, linguistico; come le storielle di Svejk, sono finestre aperte sull'universo retrostante alla narrazione dove·davvero la storia scorre, trascina destini, abbandona detriti. È un universo di fatti, di azioni, ma anche di conoscenze, di culture che dialogano fra loro, di coscienze in movimento. E la Monikovà affida ai personaggi il compito di rivelarlo alle spalle della scena, indifferentemente attraverso dottissime dìssertazioni scientifiche, barzellette, chiacchiere; pettegolezzi, allusioni, spiegazioni, esperimenti sulle cimici, siparietti teatrali, commenti su libri, fùm, brani musicali. È impiegata una mole impressionante di competenze e di linguaggi specialistici che l'autrice giustappone senza gerarchia, che attorciglia in matasse, insieme facendo ironico omaggio a tutti i luoghi comuni della cultura e della tradizione ceca, messi in rete e cuciti con un filo di allusioni spesso sfuggenti: tutti i riferimenti sono ellittici, soprattutto quelli storici. I personaggi, caratteri peculiari, ma · anche portatori di identità svariate, definibili come puri luoghi d'incontro di discipline e saperi, si confrontano continuamente con la loro cultura, con le loro tradizioni, con quel terreno dove il tempo fluisce, imprevedibili talpe scavano. Non è troppo paradossale che per trovare il distacco necessario e registrare questo complicato dialogo familiare fra cechi, la ceca Monikovà abbia dovuto scrivere in tedesco. Il congegno narrativo hasekiano - che sovràppone una superficie estremamente statica a un immenso movimento storico dietro la quinta, che le conferisce, in maniera impercettibile in prima battuta, profondità e dinamismo - permette alla Monikov à di comporre, dietro un apparente minimalismo narrativo, l' affresco grandioso di un mondo alieno, oggi forse in via d'estinzione, pur partorito.dalla storiad 'Europa. La creazione di questo affresco non attraverso la narrazione, ma attraverso le prospettive degli attori, il loro non dire, il loro modo di vedersi e vedere, costituisce il senso di un romanzo che a una lettura superficiale può apparire come un ammasso di pretesti. Un gioco a chiave, non metaletterario però, ché la chiave non è nelle parole e nella loro disposizione, ma nella realtà, nelle sue lacune, nel costante non dire e non percepire a cui costringe l'abitante dei Villaggi Boemi. Anche la Siberia, il mito, le tracce dei vagabondaggi di Hasek, la memoria rabbiosa della Primavera soffocata, le osservazioni sugli insetti, sulle tecniche del restauro, sulla composizione dei giardini, sono storia in movimento. Si può supporre che Sisifo sia felice, ma in tanto, probabilmente, in quanto avverte dietro la scena fissadelsuosuppliziounmotovettoriale,magari orientato. Il libro si conclude con l'ultimo verso dell'lnJernazionale. I NUOVI RACCONTI DI UNO DEI GRANDI NARRA TORI Il ALIANI Periodici per una cultura globale Libero Bigiaretti Abitare altrove Ilfascinoinquietante dell'irrealtàquotidiana GRUPPO EDITORIALE FABBRI, BOMPIANI, SONZOGNO, ETAS 26 Per sapere cosa leggere acquistare, programmare in edicola e per abbonamento · Librinovità le novità in libreria ogni mese solo per abbonamento la Rivisteria la rivista delle riviste alla sua 5a edizione, lire 70.000 n Catalogo Ragionato dei Periodici 1989 per ordini e richieste: Federico Geratti Editore, via XXVAprile 11,20060 Vignate

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==