CONFRONTI Storia e romanzo. Il coro americano di Eduardo Galeano Alberto Cristo/ori La storia nel romanzo Il romanzo di Eduardo Galeano Memoria del fuoco (in Italia è disponibile solo il primo dei trevolurni,Le origini, Sansoni, 1989, pagg. 380, lire 25.000, trad. di Maria Antonietta Peccianti) procede per mezzo di brevi paragrafi (al massimo due pagine), ciascuno con la data e il luogo in cui si sono svolti i fatti narrati. Gli episodi sono tutti rigorosamente documentati, tanto che l'autore, in fondo a ogni paragrafo, mette dei numeri di riferimento, sì che il lettore possa verificarne la fonte nell'elenco alla fine del volume. Non siamo però (lo si capisce subito) di fronte a una semplice antologia; né la proposta di Galeano si ferma al romanzo-collage di documenti (sul tipo de La breve estate del/' anarchia di Enzensberger o de La n.oche de Tlatelolco della Poniatowska). Si tratta di un romanzo nel vero senso della parola. Di un romanzo storico, possiamo aggiungere, visto che, tra le centinaia di perso- ,naggi di una vicenda che dura oltre cinque secoli, protagonista assoluta è proprio la storia del continente americano, dalle origini (cioè da quel poco che le conquiste europee ci hanno lasciato sapere delle civiltà e dei popoli precolombiani) fino a oggi (il terzo volume si interrompe nel 1984). Un romanzo storico, però, che rinnova radicalmente il genere: abbandonata del tutto la proposta ottocentesca della mescolanza di realtà e invenzione, Galeano opera unicamente sul materiale documentario, senza aggiungere né inventare nulla, elaborandolo a tre livelli diversi: a) Il primo livello, forse il più importante, è quello della selezione dei materiali: Galeano non aggiunge nulla alla Storia ma agisce sui documenti con un• accurata operazione di scelta, sì da evidenziare meglio i nuclei tematici che lo ossessionano da sempre: la storia americana col suo seguito ininterrotto di violenze, soprusi, slanci, grandezze e miserie, che diventa in questo libro exemplum per riflessioni generali sulla storia universale e sulla condizione umana (e questa dimensione filosofica e lirica più esplicita, benché mai esibita, differenzia sostanzialmente questo libro dai saggi precedenti, a cui tanti altri aspetti lo avvicinano). b) Il secondo livello di elaborazione consiste nella disposizione dei materiali: non solo Galeano contamina le fonti, valendosi spesso di due opiù referenti documentari; il suo lavoro più importante consiste nel creare una serie di rimandi fra i vari episodi, nello spezzare un racconto per inserirne uno di segno contrario, nel rifondere insomma tutte le varie trame in un grande affresco unitario con una magistrale 24 opera di montaggio. e) Infine l'elaborazione stilistica: l'autore "pesca" le sue storie dai testi più disparati, ma nel libro non ci accorgiamo della diversa provenienza del materiale narrativo: Galeano è uno di quei maestri della prosa che riescono a passare dalla fiaba all'invettiva, dall'analisi scientifica allo squarcio lirico, dal racconto realistico al sarcasmo, alla polemica, tutto nella stessa pagina, nello stesso episodio. Il suo stile nasce dalle idee che vuol portare al lettore, si adegua immediatamente ali' argomento a causa della tensione morale che pervade ogni pagina del libro. La storia e il mito Il primo volume dell'opera comincia con i miti precolombiani della creazione. Miti per lo più terribili e sanguinosi, su cui l 'espressionista Galeano si sofferma a lungo. Anche gli aspetti del creato tradizionalmente soffusi di una luce di tenerezza rimandano a fatti di sangue e di morte: la nascita dell'arcobaleno è la conseguenza di una decapitazione e dà origine al ciclo mestruale e alla morte (pag. 11 )i le stelle sono originate dai brandelli del corpo della madre di Jurupari, uccisa da Jurupari stesso (pag. 14) ecc. Ma proprio questa insistenza sugli aspetti più tragici e terribili del mito deve essere letta in contrasto con la tragicità e la terribilità della storia: nel momento in cui, con l'arrivo degli europei, l'America entra ufficialmente nella storia, ci rendiamo conto che i miti erano l'espressione di un mondo equilibrato, basato sul rispetto di alcuni principi fondamentali di armonia cosmica che davano un senso alla vita dell'uomo come alla sua morte. Il dolore fecondo del mito nella storia scompare, la morte diventa la sconfina delle sconfitte perché non genera nessuna nuova vita. Nella visione di Galeano manca qualsiasi elemento trascendente: la storia è una dimensione totalmente umana, di cui gli uomini sono interamente responsabili. L'illuminista Galeano sottolinea continuamente che la storia è analizzabile e comprensibile razionalmente, e che il dolore di cui è dispensatrice dipende dalla stupidità e dalla cattiveria degli uomini. La storia insomma non è solo "urlo e furore": Galeano si sofferma spesso ad analizzare con atteggiamento scientifico, elencando addirittura per punti i vari aspetti di un problema, giacché anche i problemi più complessi si possono ricondurre a una dimensione razionalmente comprensibile. Addirittura, l'autore non paventa di ricondurre tutti i fatti a una causa prima, e ne parla subito nelle prime pagine, perché la sua intuizione serva da guida al lettore nel corso del libro: il "Dio universale" il principio generatore della sofferenza della storia, è la paura (pag. 65). La storia e gli individui I personaggi che affollano i tre volumi (da Colombo e Moctezuma a Reagan e Pinochet, da Leonardo da Vinci a Borges, da Carlo V a Simòn Bolìvar a Salvador Allende; ma non mancano i personaggi oscuri, contadini e popolane senza nome di cui per caso è rimasta traccia nei documenti ufficiali) vengono ritratti dall'autore in pochi brevi episodi, quelli centrali de a loro, vita, quelli che ne rivelano la statura umana e consentono un giudizio. Perché appunto questo interessa a Galeano: comprendere per giudicare. In lui la consapevolezza della parzialità di ogni ricostruzione storica non porta a blocchi o incertezze, ma diventa assunzione volontaria e cosciente di un punto di vista morale e non pretenziosamente scientifico.
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