CONFRONTI bambino-topo se ne vanno e tornano nella casa della nonna, dove vivranno insieme il tempo che rimane - la nonna è vecchia e un topo non vive più di tanto - con un paio di dolenti e risolute consapevolezze: andare in giro per il mondo a cercare le streghe e, approfittando del fatto che nella sala del congresso il bambinotopo ha sentito la ricetta della pozione, conciarle tutte come le "signore congressiste". E poi questa: "'Sei sicuro che non ti dispiace essere un topo per tutto il resto della tua vita?' 'Sicurissimo' dissi. 'Non importa chi sei né che aspetto hai. Basta che qualcuno ti ami'." È un libro molto bello,Le streghe. Anche perché il bambinotopo non ritorna bambino; anche perché contiene una giusta dose di cattiveria, e contro obiettivi giusti; anche perché è brioso e fuori schema, libero e beffardo, irriverente. Anche perché è un libro schierato. Dahl ha scritto numerosi libri per bambini, diversi sono ora disponibili in italiano e alcuni stanno avendo anche un buon successo di vendite: dopo la pubblicazione, nei primi anni Ottanta, nella collana "Il Mangiafuoco" della Emme, di Charlie e la fabbrica di cioccolata e Charlie e il grande ascensore di vetro, di cui nessuno si occupò e finirono per scomparire (ma già in precedenza la Mondadori aveva pubblicato il primo dei due con · il titolo Willy Wonka e lafabbrica di cioccolato e la sorte era stata la stessa), sono ora in libreria, tutti editi da Salani tra il 1987 e il 1989,Jl GGG (tr. di D. Ziliotto), Gli sporcelli (tr. di P. Forti),La fabbrica di cioccolato (tr. di R. Duranti), Il grande ascensore di cristallo (tr. di P.F. Paolini), Matilde (tr. di Lazzarato e Manzi), tutti con traduzioni di buon livello, in alcuni casi ottimo, e con le perfettamente adeguate illustrazioni di Quentin Blake (tranne La fabbrica e L'ascensore). E si possono trovare anche, purtroppo soltanto nelle poche librerie specializzate in libri per ragazzi, altri tre libri di Dahl: Il dito magico, Il fantastico papà Volpe e L'enorme coccodrillo (anch'esso illustrato dall'ottimo Blake), pubblicati tra il 1984 e il 1986dalla Janus nella collana "Mosaico" - una collana che, seppure con le inutili e dannose "schede di approfondimento e di lavoro", va segnalata almeno perché, oltre a quelli di Dahl, ha pubblicato anche libri di due autori notevolissimi come Erich Kastner e Reiner Zimnik. Oltre che divertenti, tutti i libri di Dahl sono "schierati", contro qualcuno e qualcosa, per qua:Icunoe qualcosa. E si potrebbe dire, ad esempio, che sono tutti dalla parte dei bambini, la cui esistenza è insidiata di volta in volta da poteri personificati da adulti. In Le streghe, come si è accennato; nel GGG- che sta per Grande Gigante Gentile - dai nove mostruosi giganti che tutte le notti, in qualche parte del mondo, mangiano esseri umani; in Matilde dai genitori della protagonista e dalla terrificante direttrice Spezzindue; e così via. Ma dire che sono libri collocati dalla parte dei bambini significa dire solo un pezzo di verità. Infatti, e credo proprio non sia un caso, accanto ai bambini che si trovano ad affrontare i pericoli e i nemici che affollano le loro esistenze, troviamo sempre anche un "grande". Certo, e giustamente, si tratta di grandi un po' speciali, diversi, anch'essi fuori dagli schemi, fantasiosi e disponibili, appassionati del proprio sentire e pensare. E abbiamo così la nonna di Le streghe, che fuma il sigaro e lo propone al nipote di otto anni come prevenzione del raffreddore e gli dice che lavarsi troppo spesso è dannoso perché non avere uno spesso strato di sporcizia facilita alle streghe il loro fiutare la presenza di bambini nei paraggi; abbiamo il Grande Gigante Gentile che raccoglie sogni per poi soffiarli nei sonni della gente e che- a differenza dei suoi colleghi Inghiotticicciaviva, CrocchiaOssa, San Guinario, Ciuccia-budella e via orripilando, che si nutrono di esseri umani - mangia soltanto cetrionzoli e beve lo "sciroppi o", una bevanda con le bollicine che vanno in giù anziché all'insù, evitando così gli sconvenienti ruttini e provocando invece il sonoro "petocchio", segno di gioia e musica celestiale per il GGG. Oppure abbiamo, come in Matilde, la maestra Dolcemiele - e questo è piuttosto insolito, perché in genere Dahl non è certo tenero nei confronti degli insegnanti e della scuola - che, insieme a Matilde, porrà fine al potere terroristico della direttrice Spezzindue. Ma anche la semplice appartenenza al popolo dei bambini non è sufficiente per essere individuati da Dahl come personaggi positivi; come per gli adulti, anche per i bambini è necessario essere un po' speciali, fuori dagli schemi, avere voglia di inventare e di fare, di pensare e sapere. E infatti Bruno, il bambino trasformato in topo al congresso delle streghe è sì un bambino - e come tale vittima - ma viene presentato limpidamente per quello che è: "si chiamava Bruno Jenkins e abitava lì in albergo ~insiemeai suoi genitori. Non mi piaceva affatto. Era uno di quei bambini che non smettono mai di mangiare.( ...) E inoltre non la smetteva mai di vantarsi del padre, che secondo lui guadagnava più di chiunque altro e aveva tre automobili." Perché davvero, e Dahl non lo nasconde, esistono anche bambini odiosi, come i masticatori di cicche de Lafabbrica di cioccolato. La concezione dell'infanzia che emerge dai libri di Dahl è quindi piuttosto aperta, in movimento, non improntata all'elevazione di questa età a stato enfaticamente idealizzato come innocente e da contemplare con acritica benevolenza. Tra un bambino che si sorbisca tutti i programmi televisivi ed emetta dalla bocca nient'altro che il sonoro delle ganasce in movimento su cicche· e patatine o un ululato a zittire chi gli impedisca di sentire la sparatoria di un telefilm di gangster e una bambina come Matilde, che ha voglia Roald Dohl in ùno foto di Sophie Boker (orch. Cape/longonesi). 19
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