Linea d'ombra - anno VIII - n. 46 - febbraio 1990

ridimensiona, a favore dell'identità umana, delle varie solidarietà sociali. Non a caso, le comunità e i gruppi che qui si cerca di fotografare generalmente non amano la etichetta di cristiano e tanto meno di cattolico; accolgono, senza chiedere nè tessere nè pratica della fede, credenti e non, cristiani e non. Il loro codice è una prassi di solidarietà e di impegno che può avere - di fatto ha - svariate motivazioni, delle quali non si chiede minimamente conto. Senza che lo si espliciti, sta nascendo, al di là degli impegni sociali dì questi cattolici, un rinnovato concetto di comunità ecclesiale. Una chiesa leggera, una specie di unione (comunione è il termine teologico) dì comunità, nella quale il "fare" è almeno altrettanto rilevante del "credere" e anche del "pregare" che non vengono rinnegati, ma restano nell'ombra del "mistero". Più arduo, e anche problematico, il nodo della politica. Comune dato di fondo è il progressivo distacco dalla Dc: progressivo, ma non lineare nè privo dì possibili ritorni. Distacco dal voto, ma soprattutto dalla ideologia, dalla ispirazione. Quei "nuovi" cattolici che ancora votano Dc lo fanno per motivi laici, non perchè lo dicano i vescovi, nè per una sorta di "delega" a rappresentare nel politico il loro impegno sociale. Molti gli spostamenti, anche se difficili da descrivere e quantificare: verso il Pcì, anche prima del "nuovo corso", verso i verdi, verso l'area della "estrema" sinistra. Scarse, mi sembra, le simpatie di questo mondo nei confronti del Psi e degli altri partiti del centro moderato. Comunque, più che di traghetto dì voti, penso che si tratti di una nuova maniera di configurare il rapporto fra l'impegno sociale e quello politico: al sociale i "nuovi" cattolici attribuiscono un peso e una rilevanza che rischia di diminuire peso e rilevanza alla politica. Non che siano "prepolitici" o "apolitici", come talvolta si è detto: vedono, però, la politica con maggiore distacco e forse diffidenza, preferiscono insistere su quel livello sociale nel quale sono di casa. Non si attribuisce ad altri quella sorta di delega politica che si era soliti attribuire, forse implicitamente, alla Dc. Un atteggiamento nuovo, meno partitico, più diretto, più attento alle singole questioni. Un atteggiamento nei confronti del quale le forze politiche tradizionali si sentono impreparate e spiazzate. Forse in questo senso si muove anche il nuovo Pci della svolta di Occhetto. I "nuovi" cattolici penso che lo guardino con attenzione, ma ad alcune condizioni ben precise: che non si cerchi di imbarcarli in nuove formazioni troppo simili a quelle vecchie, che non si ceda al sistema attuale su alcune questioni essenziali, come la difesa seria delle classi sociali più deboli, che si intensifichi la critica al capitalismo, al consumismo, alla produzione e al commercio delle armi, alla cultura militarista, e così via. In positivo una delle cartine di tornasole potrebbe essere rappresentata da una seria politica - una vera svolta - sul tema della non violenza. Da dove vengono questi "nuovi" cattolici? Da quali matrici culturali? Non è sufficiente, anche se pertinente, il riferimento, un po' rituale, al concilio Vaticano II. Le riflessioni che seguono sono assolutamente parziali, e tutte da verificare.L'eredità del cattolicesimo democratico mi sembra importante, ma ormai superata: le sue conquiste - il cattolicesimo è compatibile con la democrazia e quindi con lo stato moder- , no; è finita la battaglia fra cattolicesimo e liberalismo, ecc. - sono accettate, ma anche scontate. Non servono, eone una volta, a qualificare, a distinguere. Ben individuabile l'eredità del cattolicesimo sociale, che nel nostro paese ha sempre avuto una grande forza, anche quando - IL CONTESTO nello stato liberale prima, in quello fascista poi - il livello politico ai cattolici era precluso. Al giorno d'oggi, però, i "nuovi" cattolici hanno depurato il cattolicesimo sociale di quegli aspetti integristici e reazionari (un ritorno premoderno al medioevo) che lo avevano spesso caratterizzato nell' 800 e nei primi decenni del secolo XX. Notevoli anche altri influssi, che qui si possono soltanto accennare. La grande lezione della teologia evangelica (Barth, Bonhoeffer ...) finalmente approdata anche in Italia: la sua distinzione fra i due "regni", la sua attenzione alla dimensione della laicità. Il primato della testimonianza autentica, anche silenziosa (i Piccoli Fratelli e le Piccole Sorelle del Padre de Foucault e di Carlo Carretto, la vicenda importantissima, anche se oggi in crisi, dei preti operai ...). Né si devono sottovalutare alcuni contributi laici: da tempo, per fortuna, molti muri sono caduti. Un certo spirito del 68, ad esempio, ha avuto un forte infosso sulla nascita e sullo sviluppo di importanti esperiernze dei "nuovi" cattolici: non sarebbe difficile documentarlo, ad esempio, nella critica al sistema capitalistico, nella sottolineatura dell'obiezione dì coscienza. Questa "foto di gruppo" si metterà maggiormente a fuoco nel futuro: si completerà e correggerà. Sono convinto, comunque, che con questo cattolicesimo, con le sue ricchezze e ambiguità, la società italiana farà i conti nei decenni a venire in misura maggibre di quanto non dovrà farli con altre forme - come il cattolicesimo wojtyliano o quello ciellino - che pure oggi occupano più facilmente le prime pagine. r-----------------, Ai nostrilettoristudenti Ciabbiamopensatosueabbiamodecisodinonoccuparci direttamendteivoi.PerchévirispettiamoP.erchéa,nchese cisembratferagilineicondizionamecnhtiesubiten, onvogliamoperòaccodarcaillaschieradeivostriaspiranctionsiglierei padriputativiF. ortgi liunidellalorodevozionaella causadelpotere- masonoi piùfacilidacapiree tener lontani- efortiglialtrideilorotantifallimentci,omegenitori (ofratellimaggioric)henonsonoriuscitia realizzarneella lorovitaquellocuiaspiravanoe,anzihannocontribuitao voltea realizzareil contrarioE. ssipretendontorasferireai figlii sognicuihannorinunciatoc,oloratimoltospessodei luoghci omunci henehannoprovocatolacrisi("valorciorrenti"chesi aggiungonaoquellimortaldi elconsumismeo dellatelevisionefa: lsacoscienzpaacificatricdeioccidentali, falsacoscienza"leninistar"esiduale)In. ventariel nuovo non è facile,oggimenochemai. L-----------------J Errata Corrige L'intervista con Stephen Jay Gould pubblicata sul numero di dicembre era piena -ahinoi! - di orribili errori nei titoli italiani dei libri di Gould, di cui è responsabile la redazione- ché la traduttrice li aveva citati nell'originale. "L'alluce (sic!) del panda" è in realtà/I pollice del panda; "Questa idea delfa terra" è Questa idea della vita e, soprattutto, "Da Darwin in poi" è proprio Questa idea della vita: la sfida di Charles Darwin. Chiediamo scusa a lettori, curatori, editori ecc. Cogliamo l'occasione per segnalare che la pubblicazione dell'intervista ci è stata suggerita da Piero Benedetti, che attualmente lavora al Dipartimento di biochimica della Harvard University. 17

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