ILCONTESTO Che c'è di nuovo nel mondo cattolico Filippo Gentiloni Disegno di Doniele Meloni Molte novità nel cattolicesimo italiano. Un panorama ricco, in movimento, di lettura non facile. Qualche precisazione , anche elementare, può essere utile per conoscere meglio una realtà della quale si parla molto, ma spesso con il rischio o di deformazioni o di strumentalizzazioni. Il nuovo cattolicesimo italiano appare, infatti, un terreno di caccia per tutte le forze politiche, non appena si evidenzia un certo distacco dalla Democrazia Cristiana: un terreno di caccia quantitativamente rilevante (si parlà di qualche milione di volontari, in larga maggioranza appartenenti all'area cattolica) e soprattutto qualitativamente importante, nello squallido quadro generale del nostro paese. Il "nuovo" cattolicesimo, infatti ("nuovo" è un aggettivo inflazionato e vuoto: meglio, comunque, di "progressista", "impegnato", e simili), è giovane, generalmente ben preparato, di elevato livello morale (i famosi, anch'essi inflazionati, "valori"). . _Qualcheindicazione generale, introduttoria. Il cattolicesimo •~ano sta mostrando la sua vitalità soprattutto a quel livello che s • po~bbe dire "sociale": un livello intermedio fra quello più ~:pnamente di fede (sacramenti, liturgia, catechesi ...), piuttosto d gnante, e quello politico, nel quale la vicenda cattolica del opoguerr~ , legata alla Dc, appare in via di esaurimento. ass!~~r•?le, i?vece, pien_aattivi~à, sia delle_an~ch~classi~he gruppi . om (A_z1oneCattolica, Ach, scout...) sia d1mille e mille e assoc · · · carnpanil· iaziom e comunità che pullulano all'ombra dei 1 e altrove. Sarebbe impossibile recensirle; facile, inve16 ce, indicarne i grandi temi di impegno, sottolineando, prima di tutto, che di un "fare" si tratta, non di una dottrina nè di una particolare spiritualità. Un "fare" che attraversa tutti e tutto: associazioni, ordini religiosi, parrocchie, ecc. Tre grandi capitoli potrebbero compendiare questo "fare". L'impegno, in prima fila, contro le forme antiche e nuove di emarginazione sociale. Una coscienza vivace del fatto che il cristianesimo porta a impegnarsi nella società: i vecchi spiritualismi e privatismi sono lontani. I settori di lavoro sono infiniti: malati, vecchi, bambini abbandonati, minori in difficoltà, ma anche droga, alcolismo, immigrati, portatori di handicap, ecc. L'elenco potrebbe continuare , con le innumerevoli sigle, alcune note (in prima pagina nella polemica contro la nuova legge sulla droga), moltissime sconosciute al grande pubblico. Il secondo settore è legato al terzo mondo e, quindi, alla necessità di dare una dimensione internazionale alla propria esperienza di fede. Nicaragua, Sud Africa, Medio Oriente, lotta contro la pena di morte e le torture e la fame nel mondo. Anche qui è impossibile rendere conto delle tematiche e soprattutto dei gruppi che se ne occupano.L'antico e glorioso internazionalismo cattolico (si pensi ai missionari) rivive spogliato dagli integrismi colonialistici e rivestito di politicità impegnata. Terzo settore, più giovane ma in pieno sviluppo, quello per la pace e anche per l'ambiente: un pacifismo e un ecologismo cattolici fino a ieri impensabili. È logico che i settori semplicisticamente qui indicati si intrecciano e si accavallano nello stesso gruppo e spesso nella stessa persona. Al di là di questa sommaria fotografia di gruppo, potrà essere utile un 'occhiata ad alcuni aspetti specifici che accomunano, pur nelle diversità, i "nuovi" cattolici: la loro ecclesialità, il loro modo di guardare la politica, la loro cultura. Sulla ecclesialità si potrebbe parlare a lungo. Una ecclesialità più debole di quella di un tempo, più leggera, ma mai rinnegata nè messa in questione. La "chiesa" al singolare non è più un "soggetto" con la valenza sociopolitica di qualche tempo fa. L'appartenenza alla grande chiesa non viene discussa, ma non è più così importante: altre appartenenze contano almeno altrettanto (senza farne misurazioni impossibili), come quella al popolo, o alla gente comune, o ai "poveri", o ai "dannati della terra". Talvolta si ha l'impressione che !'.appartenenza al singolo gruppo o movimento assuma rilevanza maggiore dell 'appartenenza alla grande comunità ecclesiale (lo si diceva, nel passato, dei membri degli ordini religiosi): uno "spirito di corpo" che può apparire preoccupante. · Non mancano aspetti interessanti e positivi in questa ecclesialità in certo modo "allentata": fra ~'altro, il riferimento a Gesù Cristo, comunque inteso e vissuto nell'esperienza di fede, torna ad avere quel primato che una ecclesialità rigida, centripeta e narcisistica gli aveva spesso negato.Viene anche accentuata la comunità-solidarietà con tutti gli uomini, a prescindere dalla fede: l'essere "cristiano" non distingue nè qualifica come una volta. Non si nega il valore della identità cristiana, ma lo si
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