Linea d'ombra - anno VIII - n. 46 - febbraio 1990

ILCONTESTO Che c'è di nuovo nel mondo cattolico Filippo Gentiloni Disegno di Doniele Meloni Molte novità nel cattolicesimo italiano. Un panorama ricco, in movimento, di lettura non facile. Qualche precisazione , anche elementare, può essere utile per conoscere meglio una realtà della quale si parla molto, ma spesso con il rischio o di deformazioni o di strumentalizzazioni. Il nuovo cattolicesimo italiano appare, infatti, un terreno di caccia per tutte le forze politiche, non appena si evidenzia un certo distacco dalla Democrazia Cristiana: un terreno di caccia quantitativamente rilevante (si parlà di qualche milione di volontari, in larga maggioranza appartenenti all'area cattolica) e soprattutto qualitativamente importante, nello squallido quadro generale del nostro paese. Il "nuovo" cattolicesimo, infatti ("nuovo" è un aggettivo inflazionato e vuoto: meglio, comunque, di "progressista", "impegnato", e simili), è giovane, generalmente ben preparato, di elevato livello morale (i famosi, anch'essi inflazionati, "valori"). . _Qualcheindicazione generale, introduttoria. Il cattolicesimo •~ano sta mostrando la sua vitalità soprattutto a quel livello che s • po~bbe dire "sociale": un livello intermedio fra quello più ~:pnamente di fede (sacramenti, liturgia, catechesi ...), piuttosto d gnante, e quello politico, nel quale la vicenda cattolica del opoguerr~ , legata alla Dc, appare in via di esaurimento. ass!~~r•?le, i?vece, pien_aattivi~à, sia delle_an~ch~classi~he gruppi . om (A_z1oneCattolica, Ach, scout...) sia d1mille e mille e assoc · · · carnpanil· iaziom e comunità che pullulano all'ombra dei 1 e altrove. Sarebbe impossibile recensirle; facile, inve16 ce, indicarne i grandi temi di impegno, sottolineando, prima di tutto, che di un "fare" si tratta, non di una dottrina nè di una particolare spiritualità. Un "fare" che attraversa tutti e tutto: associazioni, ordini religiosi, parrocchie, ecc. Tre grandi capitoli potrebbero compendiare questo "fare". L'impegno, in prima fila, contro le forme antiche e nuove di emarginazione sociale. Una coscienza vivace del fatto che il cristianesimo porta a impegnarsi nella società: i vecchi spiritualismi e privatismi sono lontani. I settori di lavoro sono infiniti: malati, vecchi, bambini abbandonati, minori in difficoltà, ma anche droga, alcolismo, immigrati, portatori di handicap, ecc. L'elenco potrebbe continuare , con le innumerevoli sigle, alcune note (in prima pagina nella polemica contro la nuova legge sulla droga), moltissime sconosciute al grande pubblico. Il secondo settore è legato al terzo mondo e, quindi, alla necessità di dare una dimensione internazionale alla propria esperienza di fede. Nicaragua, Sud Africa, Medio Oriente, lotta contro la pena di morte e le torture e la fame nel mondo. Anche qui è impossibile rendere conto delle tematiche e soprattutto dei gruppi che se ne occupano.L'antico e glorioso internazionalismo cattolico (si pensi ai missionari) rivive spogliato dagli integrismi colonialistici e rivestito di politicità impegnata. Terzo settore, più giovane ma in pieno sviluppo, quello per la pace e anche per l'ambiente: un pacifismo e un ecologismo cattolici fino a ieri impensabili. È logico che i settori semplicisticamente qui indicati si intrecciano e si accavallano nello stesso gruppo e spesso nella stessa persona. Al di là di questa sommaria fotografia di gruppo, potrà essere utile un 'occhiata ad alcuni aspetti specifici che accomunano, pur nelle diversità, i "nuovi" cattolici: la loro ecclesialità, il loro modo di guardare la politica, la loro cultura. Sulla ecclesialità si potrebbe parlare a lungo. Una ecclesialità più debole di quella di un tempo, più leggera, ma mai rinnegata nè messa in questione. La "chiesa" al singolare non è più un "soggetto" con la valenza sociopolitica di qualche tempo fa. L'appartenenza alla grande chiesa non viene discussa, ma non è più così importante: altre appartenenze contano almeno altrettanto (senza farne misurazioni impossibili), come quella al popolo, o alla gente comune, o ai "poveri", o ai "dannati della terra". Talvolta si ha l'impressione che !'.appartenenza al singolo gruppo o movimento assuma rilevanza maggiore dell 'appartenenza alla grande comunità ecclesiale (lo si diceva, nel passato, dei membri degli ordini religiosi): uno "spirito di corpo" che può apparire preoccupante. · Non mancano aspetti interessanti e positivi in questa ecclesialità in certo modo "allentata": fra ~'altro, il riferimento a Gesù Cristo, comunque inteso e vissuto nell'esperienza di fede, torna ad avere quel primato che una ecclesialità rigida, centripeta e narcisistica gli aveva spesso negato.Viene anche accentuata la comunità-solidarietà con tutti gli uomini, a prescindere dalla fede: l'essere "cristiano" non distingue nè qualifica come una volta. Non si nega il valore della identità cristiana, ma lo si

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