Linea d'ombra - anno VIII - n 45 - gennaio 1990

la nostalgia. Non è un caso, forse, che gli oppositori di Occhetto siano stati in parte i pi~ giovani e ipiù anziani. I primi del tutto inconsàpevoli dei ~amm1_che .la parola comunismo ha significato, i secondi legau a quei drammi in modo così violentemente individuale da non ~uscire a proporre che la propria coeren?.a e la difesa del propno passato. Sono i quaranta-cinquantenni, avvicinatisi al comun_ismoquando già era drammaticamente esplicito il dilemma tra ti nome e la cosa, il passato e il futuro, la storia e la politica, · ad aver trovato adesso il coraggio di una scelta definitiva in nome di una_sper~a e scommessa politica di grande portata. Se questa sarà v_mtae quale forma prenderà è una questione del tutto aperta, su cut è probabile che si riapriranno dissensi con la direzione occhettiana. Ma è solo in avanti, non voltandosi indietro che si può sperare di andare al passo con la Storia e di trasfo~are il presente. · • Accan~oa! giovani e ai vecchi si sono allineati gli intellettuali, da tempo m ntardo di analisi e di lucjdità perfino sui burocrati e funzionari di partito. Mai forse· il loro ruolo era risultato così inutile e il loro contributo tanto pusillanime. I ripetuti distinguo che hanno frammezzato le dichiarazioni della nomenklatura culturale dentro il Pci sono apparsi pericolosamente simili, ma in veste farsesca, a quelli che contrappuntarono, sulla scia del diktat del Migliore, le dichiarazioni di distanza da Vittorini ai tempi della scomunica de "Il Politecnico". Anche su questo versante · forse, l'iniziativa di Occhetto potrà portare un po' di chiarezza neÌ sempre più asfissiante mondo dei chierici. In alto: Berlino Est 1976, l'ultimo summitdei PC europei (foto di Alain Nogues/Sygma/G. Neri). Sotto: un comizio di Ocdietto (foto di Luigi Baldelli/Conlrasto/G. Neri). Caro nome ••• ("Partito" "Comunista" I • , , "Ila 1ano") · . Piergiorgi_oGiacché Il pregiudizio sul sentimento IL CONTESTO Sembra passato un secolo dall'anno del miracolo, dall'anno del sorpasso. "L'Unità" postelettorale con l'enorme titolo in . rosso, annunciò che il Pci era arrivato .finalmente primo alle elezioni europee dell'84. Nessuno a destra si aliarmò o tirò fuori la coincidenza della profezia òrwelliana; nessuno a sinistra si emozionò come avrebbe dovuto, dopo anni di progres:,ivi e faticosi incrementi, incitamenti, inseguimenti. A sinistra si sottovalutò l'avvenimento proprio accettando di defmirlo "storico" - uno storicismo scettico e tutto giornalistico, succedaneo moderno del materialismo storico nella mentalità comunista del Vertice ..:__ e di vederlo realizzato in ocèasione delle Europee e non delle Politiche, che è come dire di avere vinto la Coppa Uefa, e proprio per questo magari di ritrovarsi ancora più lontani dallo scudet.to (nella mentalità elettoralistica tutta sportiva verso cui si andava stemperando la antica furente competitività della base). A destra si ridimensionò la stessa credibilità del "dato" elettorale, spiegato come il risultato dell' effetto-Berlinguer, dunque come un voto di commozione e di emotivitàche-comeognun sa-non ha valore nel gioco freddo e notarile della politica (per chi sa quale nuova valutazione laica della politica e della storia, visto che le prove contrarie del potere dell'emotività non sono poche, a scorrere i librì e gli anni accumulati fin qui). Forse fu q~eHa la prima volta che trovò forza e spazio nelle . analisi socio-statistiche la discussione sul sentimento dei comunisti, anzi la "questione" dei comunisti come· sentimentali. Ma nessuno se ne meravigliò: era una cosa vecchia come il folklore e forse lo stesso colore rosso si è sempre ben sposato ali' immagine dei comunisti anche per la faccenda della focosità e infine del cuore ... Eppure è strano come solo il popolo comunista abbia nella sua immagine il segno del sentimentq, mentre quello democristiano per esempio, tanto ideologizzato da volersi confondere ·con la religione, sembra non correlarsi mai a sussulti ed entusiasmi, tutto chiuso nel riserbo e nella quiete oppure tutto appagato dalla protezione e dal potere. Forse "il sentimento strugge chi il potere non ha", si può dire parafrasando il celebre detto politico del nostro filosofo più illustre. Ma è proprio vero che il Pci non ha potere? E perché poi non risultano altrettanto :sentimentali i Verdi? E perché l'unica passione riconosciuta ai missint anche quando violenti, è una sorta di grez?.anostalgia? , Il fatto è che nel gioco delle immagini- ma converrebbe dire maschere- il Pci incarna la questione del sentimento un po' per tutti, per le altre fazioni e per le altre frazioni di popolo. La passione nella lotta politica, e quindi il sentimento come ingrediente dell'odierno più moderato "confronto", è affidato soprattutto al Pci. Come fosse affidatoa un solo personaggio, ma perché pervada tutta la commedia. Maper la verità il Pci non è affatto un personaggio qualunque. Nel teatro della politica (che naturalmente non è la realtà) è anzi il protagonista principale: il Pci è il più grande partito politico italiano .. E il Pci è da sempre il più grosso anche dal punto di vista . simbolico, se cioè si valuta il tratto e il peso dell'immagine: negli altri partiti la propaganda è dà tempo pura ed epidermica pubbli~ cità, e .l'immagine è per davvero il suo risultato nel merc~to 7

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