SAGGI/RAMON DINO di trasfondermi: Mi sembra allora che il mio corpo sia fatto di pure cifre, che mi rivelano il segreto di ogni cosa. O che potremmo entrare in un nuovo, significante rapporto con tutto il creato, se cominciassimo a pensare col cuore. Ma quando questo strano incantamento mi abbandona, non sono capace di parlarne, e non saprei spiegare con parole sensate in cosa sia consistita questa armonia che compenetra me e ilmondo intero e in qual modo mi si sia palesata, esattamente come non potrei precisare i moti delle mie viscere e i sussulti del mio sangue ... Siete stato così amabile da esprimere il vostro rammarico che non vi pervenga più alcun libro scritto da me, "a compensarvi della privazione della mia compagnia". In quel momento ho sentito con una certezza non scevra del tutto di un sentimento doloroso, che anche negli anni venturi, è in quelli seguenti, e in tutti gli anni di questa mia vita non scriverò più nessun libro, né in inglese né in latino: e ciò per questo solo motivo, la cui per me penosa singolarità io lascio alla vostra infinita superiorità spirituale di collocare con limpido sguardo al suo giusto posto nel regno dei fenomeni spirituali e materiali che a voi si dispiega armonicamente: perché la lingua, in cui mi sarebbe dato non solo di scrivere, ma forse anche di pensare, non è il latino né l'inglese né l'italiano o lo spagnolo, ma una lingua di cui non una sola parola mi è nota, una lingua in cui mi parlano le cose mute, e in cui forse un giorno nella tomba mi troverò a rispondere a un giudice sconosciuto. Tornando alla larghezza di vedute e alla profondità della cultura di Carlo, voglio dirti questo: a partire da un certo punto della tua vita, come sai, Daria ha delegato a Carlo il compito della tua formazione intellettuale. Ma siccome loro si sono conosciuti giovanissimi e molto prima che tu nascessi, è insieme e con la cerchia di amici di allora, che è avvenuta la loro prima formazione culturale, con quello scambio di libri, di giudizi, di entusiasmi, di repulsioni, eh' era costume assai diffuso in quegli anni e che Carlo e pochi altri hanno conservato e coltivato anche in questo mondo di televedenti. Gli era molto piaciuto per esempio il libro di Laurence Sterne Vita e opinioni di Tristram Shandy, che Daria, studentessa di inglese,gli aveva suggerito di leggere. Sulle donne, credo che l'opinione di Carlo noh fosse molto diversa da quella che Sterne esprime in questo brano: - Di tutti i misteri della vita matrimoniale, - sentenziò mio padre, attraversando il pianerottolo per appoggiarsi con la schiena al muro, - di tutti gli imbarazzanti misteri del matrimonio che, devi credermi fratello mio, sono in numero maggiore e più avvilenti di quanto possa sopportare un povero diavolo paziente come Giobbe, non ve ne è uno più umiliante di questo: ossia, dal momento in cui la padrona di casa si mette a letto, ogni femmina, dalla mia gentile consorte giù fino alla sguattera, cresce di una spanna e affetta, per questo, un'aria di sussiego che mai aveva osato assumere prima. -Penso piuttosto, -rispose mio zio, -che siamo noi ad abbassarci di una spanna. Quando incontro una donna che aspetta un bambino mi accade di pensare così. È una pena ben grave quella cui è condannato il sesso debole, fratello Shandy, è un fastidioso fardello, - continuò zio Tobia scuotendo il capo. - Sì, sì, è una cosa penosa, - mormorò mio padre, scuotendo anch'egli la testa. · Da quando un tale atto è venuto di moda, credo che mai due teste si siano agitate contemporaneamente, spinte da due impulsi così diversi. "Dio le benedica!", voleva dire il cenno di zio Tobia. "Il diavolo se le porti!", voleva dire quello di mio padre. Se tu - e i suoi più giovani amici - delle sue letture negli 80 ultimi tempi conoscevate soprattutto i libri di Sandro Penna, di Simone Weil, di Marina Cvetaeva, di Bruce Chatwin, di Giorgio Colli, le poesie dialettali di Patroni-Griffi.:_ oltre naturalmente i libri di Elsa-, sappi però che dietro queste ultime predilezioni c'era una lunga catena di altre letture, che anzi questa non si era mai interrotta, nemmeno negli ultimi mesi. Per esempio dietro Sandro Penna c'era il Canzoniere di Saba, dietro il breve La nascita della.filosofia di Giorgio Colli, c'era, oltre tutto Giorgio Colli, la letteratura greca antica. E se ultimamente vi recitava Patroni-Griffi, appena pochi mesi fa mi aveva lettoLassammo fa' a Dio di Salvatore Di Giacomo, che considerava l'unico poema epico del '900 italiano. I rq_manzie i racconti di lsac B. Singer, che stava rileggendo in questi ultimi mesi - già molti anni fa li aveva amati.;ma era di nuovo arrivato il loro momento. Ai veri lettori, infatti accade con i libri come con gli amici che si ritrovano, anche dopo una lunga lontananza. Questo è un invito a non rinchiudere Carlo in un'immagine troppo fissa e unilaterale. Basta scorgere i titoli della sua biblioteca, che tu hai amorosamente ordinato e schedato, osservare con attenzione le innumeri foto in cui è stato colto in un attimo della sua vita, pensare a quanto e quanto etereogenea folla e' era al suo funerale, ricordare quante e quanto varie erano state in lui le esperienze, le amicizie, le frequentazioni, le passioni. Nessuno come Carlo è stato un Ulisse dalle molte vite. Quando, mentre ero a Stoccolma, è salito a casa mia per innaffiare le piante, ha preso due libri, appena arrivati in una busta dell' Adelphi, Senza domani di Dominique Vivant-Denon_ - attratto, purtroppo, dal solo titolo, ché quel genere di romanzetto settecentesco non era di suo gusto-e Capitano Ulisse di Alberto Savinio, un autore che amava, nel quale ho trovato il suo biglietto di commiato da me. Del libro ha letto almeno l'introduzione, perché vi ho trovato sue sottolineature. Queste pagine di Savinio gettano secondo me un po' di luce sulla sua scelta: Il senso di queste pagine va inteso come un'opera di beneficenza. Questa la chiave che apre la mia "Storia di Ulisse". La filantropia è praticata in maniera bestiale. Corpetti di lana e minestre calde non risolvono il problema dell'infelicità. Tra l'umanità che soffre, i tipi più interessanti non busseranno mai a un patronato di dame che hanno superato la crisi della menopausa. C'è un destino della morte come c'è un destino della vita. A soccorrere lo stomaco e i geloni provvedono comitati e quel po' di soldarelli che gocciano dalle tasche troppo piene. Ma a soccorrere l'uomo che non trova riposo, a dare una mano a colui che non riesce amorire chi pensa? Questo il bene che ho fatto all'uomo dalle molte vite. Questa la ragione di "Càpitano Ulisse". (...) Ulisse avrebbe rinunciato a priori alle esperienze che, se lo hanno reso celebre, gli sono costate care. L'esperienza dell'intelligente puro si riduce a questo: aspettare che passi. Ma è uno stato ideale. Portata a una tale conoscenza preordinata, l'intelligenza è il quarto di tono dell'intelligenza, un'intelligenza siderale, l'uomo tutto spirito, l'alimentazione in pjllole, il paralitico che sogna di volaré. Finché Ulisse non avrà perduto il gusto del regime carneo, intelligenza pura sarà sinonimo d'imbecillità. L'intelligenza di Ulisse è diversa. E assai profonda da non pregiudicare quell'apparenza di tonto che, a parte tutte le mazzate che gli sono piovute sulla coccia, l'ha salvato finora dalla mazzata definitiva. Trascrivo alcune considerazioni sull'intelligenza che ho raccolto dalla viva voce di lui. Egli s'è guardato bene dal notarsele sui polsini e tanto meno dall'affiggerle ai piedi del letto. Del resto e quanto a letti, Ulisse non
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