Linea d'ombra - anno VIII - n 45 - gennaio 1990

STORIE/MACHADO sono arrivati in ritardo e abbattuti. Quando incontrano le vecchie sorridono e quelle non capiscono, sono soddisfatte del loro cimitero. · · Il Fundador diffida, e tuttavia finge di non sapere. Per esserne certo, prova a interrogarli. - Per beccarle? - Ma no! Non sappiamo dove allenarci ... - La sfida è ancora valida? - Giocheremo lo stesso. - Perché non ne parlate con la maestra? È lei che ha le chiavi del cancello. - Ma lo apre soltanto quando entra per pregare. - Per un morto che non conoscono ... aggiunse l'altro. - Proprio così, esclama il Fundador. Hanno inventato la morte ad Arraial Novo! Le vecchie, infatti, non lasciano mai il cimitero. Entrano al calar del sole e si inginocchiano. Non pregano per me, pregano per il morto futuro, pregano per la morte. La maestra è entrata da poco. China sul mio tumulo, non fa che mormorare: - José, mio José ... Ma, io non mi chiamo José ... Ho dimenticato il mio nome, questo è vero, ma lo so che non era José ... Il Fundador ha ragione, lo spirito della morte si è impossessato di Arraial. L'ho avvertito ancora ieri mentre mi appoggiavo agli arbusti della pìazzetta. Erano tutti silenziosi e tristi, in attesa che la chiesa si aprisse; ma dei ragazzi manco l'ombra. È il cimitero, pensai; è la mia presenza. Da qualche giorno, se una parte della popolazione si dedica ai lavori quotidiani, l'altra è impegnata a interrogare la propria anima. Le vecchie sostengono che per scacciare qualunque dubbio, basta passare di sera nelle vicinanze. Si sentono rumori strani, strepiti di gente che corre. E se non fosse per il rumore dei mulini, tutto il villaggio sarebbe in grado di sentire. Venendolo a sapere, la popolazione fu presa da un certo orgoglio: nel cimitero di Arraial Novo c'erano già dei fantasmi. Un defunto extra, un semplice mulattiere aveva avuto la forza di trasformare in camposanto un terrapieno, fino allora spazio pubblico privo d'ogni interesse. Adesso tutti devono rispettare il cimitero con le anime che vi transitano ... E le anime erano quasi invariabilmente ventidue, a eccezione di quelle che rimanevano a certa distanza, limitandosi a guardare... I ragazzi scalavano il muro e, una volta entrati, indossavano velocemente i calzoncini. , Appena'sentivano il fracasso, le lavandaie che p_assavanonei pressi se la davano a gambe. Se avessero avutb il coraggio di verificare, avrebbero riconosciuto sotto la luna piena visi familiari. · A me starmene lì piaceva moltissimo. Seguivo l'andamento della partita, tifavo, mi mettevo in mezzo ai giocatori. Mancava solo che gridassi. Non so come nessuno si accorgesse della mia presenza. A volte il pallone superava il muro e rntolava nel pr.1to là fuori. Uno dei giocatori si copriva con un panno scuro e usciva a cercarlo; la partita riprendeva vivace. Improvvisamente, senza un motivo, si fermava. - Cos'è sfato? chi ha fischiato? Nessuno aveva fischiato, er<?stato io a soffiate nel fischietto 74 dell'arbitro. Intervenivo sovente all'insaputà di tutti, tanto per animare, tanto per dimostrare che ero lì, che vedevo, che partecipavo. Sostituito l'arbitro i marcamenti proseguivano, discordi. Nessuno sospettava. Il campo si svuotava, prima dell'alba. I "fantasmi" se ne andavano e io restavo solo ... restavo ... Triste davvero restare solo nel momento vivace dyi commenti. Mi consolavo pensando a nuove· partite future. A volte i ragazzi tardavano e diventavo impaziente. Per prima cosa lanciavano il pallone. Sapevo allora che erano vicini, si preparavano a scalare il murò. La palla correva fino al mio tumulo. Strappato al sonno, salivo in fretta sul muro e, senza gola, senza voce, mi mettevo a gridare. Cominciava un 'altra animata partita. Evitai di ripetere la prodezza del fischio, non solo perché potevo mettere in fuga i giocatori, privandomi dello spettacolo, ma anche per timore di sottoporre a una prova infelice la forza sempre più esigua dei miei fluidi. Le vecchie avevano cominciato a sospettare. Non tutte. E certamente nessuna, se la maestra non avesse trovato la mia croce . di légno buttata in terra; perché i ragazzi si erano dimenticati di rialzarla quando, l'ultima volta, erano scappati di fronte al rapido sorgere del sole. · - I fantasmi non fanno di queste cose, disse sospettosa la maestra. Chi sarà stato? Le donne andarono a lamentarsi dal Fundador: , - lo non c'entro. Parlatene a Dona Maria, ma dopo che sarà nato il bambino, ché la mia vecchia ha già le doglie. - Hanno buttato una palla contro la croce, è una profanazione! esclamava la maestra. - Dev'essere stato qualche fantasma, spiegava uno dei ragazzi. - O l'hanno buttato da fuori, disse un altro. - Il muro non lo permette, ribatte una donna. - Solo se è stato un cannoniere, e qui nessuno fa tiri così forti. -Zequinha sì, rammentò il baccamorto, fa tiri altissimi. Già, ma lo sanno tutti che Zequinha è fuggito con fa moglie del cancelliere. Giocava così bene, che lei se ne fuggì assieme a lui ... I ragazzi ormai facevano affidamento solo su Dona Maria che però, dopo la nascita del bambino, non stava bene. . E da allora nel camposanto non si è più giocato. Rinforzata la vigilanza, i miei fantasmi non comparivano più. Me ne rattristai molto. Ora non ho più forza per volare neanche fino al villaggio. Non ho forza di fare più niente. Non avverto più bene cosa sta succedendo dietro il muro. Il . paesaggio si dissolve davanti al mio sguardo che va spegnendosi. Nell'orecchio mi sembra resti un canto di lavandaie che sbattono i panni. A grande distanza ... Ma sta succedendo qualcosa, là, all'ingresso. Il cancello viene spalancato! Arriva gente!... _ Ah, è lei? Entri, è a casa sua ... lo, da solo, non potevo rispondere di tutto questo cimitero, io sto per svanire ... Lo spazio si è fatto solido. Il mio tempo è,terminato. · Vedo appena opache figure nell'atto di calciare un pallone. E quella cosa fredda, una macchia finale di luce molto lontana che dev'essere il Sole. Entri, Dona Maria. Si serva pure del suo camposanto ... Copyright Anibal Machado 1977

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