Linea d'ombra - anno VIII - n 45 - gennaio 1990

ha avuto una lunga influenza trascurata, e adesso ha una pleurite. Spero che rimanga una forma leggera: ma comunque è una cosa molto noiosa. Non ho potuto vedere il processo di Calitri, perché non c'era Palermo. Ho visto invece Rossi-Doria a Portici, nel suo meraviglioso Palazzo Reale. Napoli è sempre una città straordinaria: ho ripercorso la strada che dovrò descrivere nella parte finale dell 'Orologio: Porta Capuana, con le due torri aragonesi che si chiamano Onore e Virtù, e la Via dei Tribunali, che è come l'intestino della balena. Ho pensato che potrei fare che l'Orologio mi era stato regalato non dal Padre, ma da uno zio o nonno o amico di famiglia considerato come un Padre: che questo vecchio mi chiama a Napoli perché malato, che quando arrivo di notte, telefono, e pare stia bene, e vado in giro l'indomani mattina vedendo la donna segata di Porta Capuana, "volete fantasticare?" ecc. - ma che quando arrivo alla casa del vecchio, lo trovo morto - e l'Orologio finisce. Che te ne pare? Quale delle due varianti pre~risci? Questa è la più classica, l'altra più vaga, finisce al "Vo1ete fantasticare?" Molti baci tenerissimi Mia carissima, c. Martedì mattina Torino, 1950 Ho cambiato programma all'ultimo momento: avevo fissato il posto in treno per Roma, ma è saltata fuori una automobile Einaudi, con Calvino e Ochetto, che parte ora, e vado con loro, facendomi rimborsare il biglietto. Così faccio un po' di economia, e non affronto quel così sgradevole viaggio. Ma ho un po' di rimorso e di ansia per te e per tuo Padre; anche perché non arriverò a Roma prima di domani sera, al più presto - e penso davvero che, per farla così lunga, avrei fatto meglio a venire costi. Debbo confessare che mi ha 'trattenuto Mamma, (che ora finalmente si è indotta a curarsi il piede), e anche la stanchezza. A Venezia, in quel forno della Biennale avevo sofferto un tal caldo, che mi era venuto perfino un occhio tutto rosso (cosa da nulla). Mi spiace di essere ora per due giorni in viaggio, senza poter avere tue notizie: ma ormai è deciso, verranno tra poco a prendermi. Ho avuto in dono da Ossella uno di quei grossi orologi da ferrovieri dell '800, con un treno sulla cassa, e le ore su cerchi verdi sul quadrante, come occhi di gufi. Qui a Torino, il libraio Paravia ha messo un grosso gufo in vetrina: dappertutto gufi e orologi. Sono uscite molte recensioni mediocri o cattive come quella di Cecchi sull'Europeo, o favorevolissime come quella di Camerini sul Gazzettino di Venezia del 9, oquelladi Piccioni sul Popolo (al solito, i preti hanno almeno il vantaggio di essere gentili e gesuiti). Perdonami questo lungo viaggio. Chissà che non ti trovi già a Roma, al mio arrivo! Sarebbe bello. Se no, telegrafami quello che conti di fare; e se occorre che venga costì, partirò subito e verrò. Salutami tanto tua Madre; dì a tuo Padre che gli voglio bene, e che anche Einaudi lo saluta, e che all' ACI vogliono la sua conferenza per l'anno prossimo. Ti mando i baci più teneri. c. SAGGI/ ARMANI LEVI E PARRI: IL CAPITOLO VII DE 11 L'OROLOGIO" Giuseppe Armani Nel settimo capitolo de L'Orologio Levi racconta l'episodio finale dell'esperienza di governo di Ferruccio Parri: la conferenza stampa tenuta al Viminale dal presidente del consiglio dimissio- . nario, la sera del 24 novembre 1945, per spiegare il significato e le responsabilità di una crisi che, estromettendo dal potere l'uomo della Resistenza, apriva una fase involutiva destinata a condizionare per decenni la vita politica italiana. La conferenza, che si svolse drammaticamente, con toni di denuncia e di appello ali 'opinione pubblica perché non dimenticasse ciò che stava accadendo e vedesse i pericoli di rinascita fascista che venivano dal "colpo di stato" dei moderati, è, nel libro di Levi, lo sfondo nel quale si colloca l'immagine indimenticabile di Parri, "diverso, come straniero" rispetto agli uomini di partito che lo circondano, un fiore sopra il "letamaio" in cui si erano svolte le trame per allontanarlo. Parri, in queste pagine, è presentato con intensità straordinaria come l'uomo che parla a nome dei morti della guerra partigiana, l'eroe senza retorica di una storia terribile di sofferenze vissuta dal popolo italiano per ottenere una democrazia e una giustizia mai raggiunte prima del fascismo, il garante di un programma severo di moralità pubblica del tutto ignota alle classi dirigenti. Quel che Parri, neL' Orologio, sembra dire rivolto all'avvenire, di un 'Italia che sta perdendo il senso di ciò che la Resistenza ha rappresentato, e per la quale questa perdita giustificherà il ritorno delle peggiori espressioni del passato, esprime un giudizio sicuro dell'autore, già confermato, quando termina il libro, dal risultato del 18 aprile, e che la storia successiva dimostrerà esatto. L'immagine di De Gasperi, il "vecchio e navigato serpente" che si alza a parlare quando Parri ha concluso il suo discorso, per tornare sul terreno "sodo e limitato" di una politica non toccata dalle tensioni appena evocate, e quella di Togliatti, i cui occhi brillano "di un piacere ironico" mentre fa "gesti di assenso, perché si deve applaudire alla virtù", ma sa bene che la virtù non è un' "arma pericolosa" e che è. "assai facile sbarazzarsene", legano.la caduta di Parri all'aprirsi di intese e di inganni, di una politica del contingente, degli interessi, dei calcoli di convenienza, in tutto diversa da quella che Parri aveva rappresentato e tentato inutilmente di realizzare. La concordanza emblematica che Levi riconosce nel comportamento dei "due illustri capi della destra e della sinistra" nel momento in cui Parri, terminando il suo discorso, compie l'ultimo atto da presidente del consiglio, corrisponde in modo puntuale alla convergenza politica dei due maggiori partiti italiani negli anni in cui avviene la successione del post-fascismo al fascismo e si a_vviala riunificazione del paese, diviso dalla guerra. Uno dei frutti di questa convergenza è stata, appunto, la caduta del governo Parri, e non è poca cosa che Levi lo abbia detto, dopo il '48, quando, con la rottura dell'unità dei grandi partiti, da sinistra 63

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